Un dato statistico, probabilmente casuale, fa sorgere qualche dubbio sulla effettiva utilità del tempo dedicato dagli strateghi economici mondiali per uscire dalla crisi finanziaria.

Il vantaggio di non avere un governo

Da cinquecento giorni il Belgio è governato da un gabinetto di ministri che gestisce solo l’ordinaria amministrazione senza poter prendere decisioni, né ricevere istruzioni dalla UE.
Ignacio Escolar
Tradotto da Ernesto Celestini per PeaceLink
Fonte: www.escolar.net - set.2011

Il miracolo belga: mentre il PIL medio dell'area dell'euro crescerà quest'anno di uno striminzito 1,6%, e in Spagna ci si aspetta meno dell'1% ( NdT.: fortunatamente l’Italia non è menzionata), l'economia belga riesce a crescere del 2,4%.

Il segreto?

Da quasi un anno e mezzo il Belgio va avanti senza governo. Grazie a questa fortunata circostanza, ai belgi sono stati risparmiati gli effetti tossici dei tagli alla spesa pubblica che ha richiesto la Germania : un taglio selvaggio che sta impedendo qualsiasi recupero per i paesi della UE. L'amministrazione belga invece, gestita da un gabinetto di transizione, che ormai governa da più di 500 giorni, non può discostarsi dalle linee economiche tracciate nel bilancio approvato nel 2009.

L'attività ridotta di questo governo non ha subito quella piaga biblica che profetizzavano tutti coloro che vedevano nei tagli alla spesa pubblica l’unica soluzione alla crisi.  Al contrario, in Belgio non solo c’è una crescita del PIL, ma il suo deficit di bilancio è diminuito, grazie alla ripresa della sua economia.

Ma l’ingovernabilità di cui soffre il Belgio offre anche altri vantaggi: la Banca Centrale Europea (BCE) non ha un referente a cui inviare una di quelle lettere che hanno già ricevuto sia Zapatero che Berlusconi.

Dopo che il Corriere della Sera ha rivelato il contenuto della lettera inviata all’Italia si è potuto avere la conferma di ciò che già si sospettava per la Spagna: La riforma costituzionale non è stata frutto dell'ingegno di Zapatero e di Rajoy, ma la fedele esecuzione di una musica già scritta e suonata per Jean Claude Trichet, presidente della BCE, in cambio dell’acquisto del debito spagnolo.

La riforma costituzionale non è stata fatta per "dare fiducia ai mercati", come ha detto il Governo. La riforma è stata la condizione imposta da Trichet, secondo quanto richiesto dalla Germania, per salvare alcuni mercati europei, a cui non interessa assolutamente sapere quello che è previsto dalla Costituzione spagnola.

Guardo al Belgio con una certa invidia.

Ironia della sorte in questa crisi: se un paese non ha un governo, è più difficile riuscire a strappargli la sovranità.

Note: Ignacio "Nacho" Escolar (Burgos, 1975) è un blogger e giornalista spagnolo, ex direttore e attuale collaboratore del quotidiano “Público” e commentatore su iRedes.

Tradotto da Ernesto Celestini per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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