La “ Commissione Trilaterale” e il prestigio internazionale di Papademos e di Monti
“ Il destino degli elettori è di essere informati di tutto e di essere condannati a non capire nulla, per poi doversi chiedere se è vero … ”
Lucas Papademos e Mario Monti, i nuovi Primi Ministri eletti in Grecia e Italia sono due membri di spicco della Commissione Trilaterale, un'organizzazione creata nel 1973 da David Rockefeller, uno dei leader del capitalismo americano, per favorire la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone. La commissione si riunisce più volte ogni anno, con molta discrezione, con banchieri, finanzieri, uomini d'affari, intellettuali, professori universitari e politici.
L’inizio dell’attività di questo gruppo di uomini di cultura, prestigio e potere, selezionati da tutti i paesi del mondo, coincide con l’inizio di un periodo di incertezza e turbolenza della politica mondiale. Senza voler riconoscere meriti particolari o voler addebitare responsabilità a questa nuova organizzazione, a partire dalla seconda metà degli anni settanta, è un dato storico, il controllo dell'economia internazionale comincia a sfuggire di mano ai governi dei paesi ricchi. In Europa le forze della sinistra diventano più attive e si avvertono i primi effetti sociali di una economia che sta cambiando, mentre cominciano a scricchiolare i primi governi comunisti dell’Europa dell’Est .
Successivamente si sviluppano teorie di nuovi modelli economici e, di fatto, tutte le grandi compagnie non guardano più ai loro concorrenti come avversari ma come possibili partners con cui creare sinergie per ridurre i costi, scambiarsi informazioni, dividersi i mercati e creare opportunità di lavoro solo dove le regole sono più vantaggiose per le imprese. Si comincia a parlare di fusioni, di mercati allargati: di oligopoli.
Negli anni novanta le grandi banche nazionali si accorpano e poi si associano con altri grandi gruppi stranieri, così come le Assicurazioni, le compagnie aeree, i petrolieri, le industrie, la distribuzione .... e le piccole aziende che non reggono il passo cominciano ad uscire dal mercato, spesso vengono fagocitate dai grandi gruppi.
Con l'avvento di questi oligopoli il punto di riferimento politico per le multinazionali non può più identificarsi con un singolo governo nazionale ma si deve cercare una entità di respiro supernazionale che sia la voce di tutte le grandi potenze.
Così la Commissione Trilaterale presto diventa un importante strumento di conciliazione, che si occupa di tutelare gli interessi delle grandi holding e che, con le sue analisi e le sue relazioni che prospettano il futuro dell'economia globale, " suggerisce" quali dovranno essere le scelte politiche.
La Commissione Trilaterale è una piccola élite di “esperti” che si riunisce per volontà di una minoranza di potenti, è quindi, per definizione, una oligarchia che a volte può trovare ostacoli nelle leggi locali o nelle regole previste dagli stati democratici. Questa situazione può verificarsi quando si devono stabilire nuovi criteri per una "buona governance internazionale", che può essere realizzata solo coinvolgendo, senza clamore, più gruppi di aziende che operano in campi e paesi differenti e quindi soggette a differenti legislazioni.
L'autorevolezza dei suggerimenti proposti dalla Commissione è garantita dai dotti documenti promulgati dai tecnocrati, la cui competenza ed esperienza non può essere facilmente compresa dall'uomo della strada ma è assolutamente apprezzata e condivisa dai governi e dalle istituzioni pubbliche e private.
Le linee guida lungo le quali agisce la “Commissione Trilaterale” si articolano su due idee fondamentali che in questi ultimi anni sono state continuamente sostenute dagli uomini politici. La prima è la necessità di un "nuovo ordine internazionale". Il quadro nazionale è troppo stretto per poter risolvere questioni globali la cui "complessità" e "interdipendenza" richiedono un confronto con poteri di più ampio respiro. Con questa analisi si giustifica e si legittima l'attività della Commissione, al tempo stesso relatore e critico della nuova architettura internazionale.
La seconda idea di base, che deriva dalla prima, è il ruolo tutelare dei paesi della Triade, in particolare degli Stati Uniti, nella riforma del sistema internazionale. I governi dei paesi ricchi sono spinti a unire i loro sforzi e ad esprimersi con una sola voce per realizzare la "stabilità del pianeta", grazie alla esportazione del modello economico dominante.
Il potere mediato esercitato dai governi delle democrazie liberali sostiene il concetto di globalizzazione e di liberalizzazione economica, ribadendo i criteri della Commissione trilaterale, per lo sviluppo del commercio internazionale e per migliorare le condizioni di vita di molti popoli.
Per realizzare questi obiettivi a volte è stata messa in discussione anche la sovranità nazionale dei popoli o richiesta la rimozione di misure protezionistiche a salvaguardia dello stato sociale per la tutela del lavoro e dell'economia interna. Una valutazione sull'impatto sociale di questo "credo neoliberista" che rappresenta essenzialmente gli interessi dei potenti e tende a modellare leggi e governi secondo le opportunità del mercato, può essere argomento di dibattito. A volte la Commissione Trilaterale è rappresentata come il “mostro di Lochness” e qualcuno ha anche evocato una "teoria della cospirazione", ma nonostante qualche lecito dubbio, alimentato dalla riservatezza con cui agisce, la Commissione è un istituto altamente consultato e rispettato dai governi, che successivamente avallano gli accordi, spesso segreti, con decisioni politiche che adeguano la legislazione sulla materia dell'accordo.
Emerge così un potere quasi impercettibile, di cui si sa molto poco, che tesse le sue tele in circoli esclusivi frequentati sempre dagli stessi trecento protagonisti, che elaborano e presentano le analisi e le conclusioni dei loro studi e che spesso si trasformano in progetti che influiranno sulla vita di milioni di uomini. La Commissione Trilaterale serve per creare o rinvigorire le alleanze tra le multinazionali e tra le multinazionali con la finanza e la politica, mettendo in moto una rete di influenze, le cui ramificazioni si estendono a tutti i settori chiave della società.
Fin qui non c’è nulla di nuovo se non quanto conosciuto già da tempo negli ambienti finanziari, imprenditoriali e politici. Oggi però c’è qualcosa di nuovo in politica.
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno insistito con la stessa determinazione su Grecia e Italia perché rispettino «l'obbligo improrogabile» preso dai loro governi con lettere e memorandum presentati all’UE. Hanno fatto capire che solo l'adempimento di questi impegni consentiranno di restare tra i paesi dell'Euro. Questa forte pressione fatta sui due paesi, motivata dalla preoccupazione che i crediti delle loro banche nazionali, che comprendono anche debito pubblico straniero, diventino inesigibili, voleva in qualsiasi modo contrastare i violenti attacchi della speculazione internazionale sulla borsa e sul valore dei debiti pubblici.
Un interlocutore come il precedente governo italiano (e greco) era assolutamente inadeguato, sia per credibilità che per competenza e l'iniziativa per un nuovo esecutivo è stata subito vista come un segnale positivo sia dalla UE che dalle Banche europee. Quindi in questi ultimi mesi del 2011, vediamo che due membri della Commissione Trilaterale sono a capo di due nuovi Governi in Europa. Lucas Papademos in Grecia e Mario Monti in Italia.
Possiamo interpretare queste scelte secondo due ottiche diverse: la prima vede esattori delle Banche creditrici del debito pubblico, alla guida del governo; la seconda vede i massimi esperti delle strategie economiche internazionali che mettono a disposizione tutto il loro patrimonio tecnico e culturale nell’interesse esclusivo della Nazione, dopo aver giurato sulla Costituzione di servirla fedelmente.
In un momento in cui nessuno può quantificare quale sarà il reale impatto finale del debito pubblico pregresso sulla vita di moltissimi europei, qualche perplessità sui nuovi governi è lecita. Certamente non per la loro capacità tecnica di affrontare e, speriamo, risolvere i gravi problemi sociali e finanziari ma per la loro impostazione aliena alla politica che riflette molto la freddezza dei Consigli di Amministrazione che, in nome del massimo profitto, approvano solo i fattori economici, mentre il fattore umano e culturale della società, che non è quantificabile, in un bilancio e non vale niente.
Abbiamo sicuramente una grande occasione: per qualche tempo stampa e televisione dovranno dare meno evidenza all'arroganza e al degrado morale e verbale che il popolo italiano ha dovuto subire da persone che siedono, indegnamente, su poltrone troppo grandi per loro.
Il nuovo Governo avrà presto l'opportunità di dimostrare di essere schierato dalla parte giusta. Non ricordo dove ho letto che “ il destino degli elettori è di essere informati di tutto e di essere condannati a non capire nulla, per poi doversi chiedere se è vero … ”
http://www.trilateral.org/download/file/TC_list_10-11_2.pdf
http://www.disinformazione.it/trilaterale.htm
http://www.francocenerelli.com/antologia/trilateral.htm
Siti sulla Commissione Trilaterale ed elenco dei membri
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