I sogni dei giovani possono avere ancora un futuro? Una "lettera aperta" al nuovo Presidente del Consiglio

Gentile professor Monti...

Per favore professor Monti, mi aiuti, ci aiuti a credere nel futuro, a sperare che ci possa essere un domani senza se e ma. La prego, glielo chiedo in nome mio, del mio ragazzo, della mia famiglia, di Firenze, delle varie regioni d'Italia, in nome di tutti gli Italiani. Ci aiuti a credere che un futuro ci possa essere, che avremo un lavoro fisso e, quando saremo anziani, ci godremo quelle centinaia di euro di pensione giocando con i nostri nipoti.
5 dicembre 2011

Gentile professor Monti, buona sera.

Mario Monti Io sono una ragazza di ventidue anni come tante altre, studio, ho degli hobby, ho dei sogni. In tutto questo io sono anche un numero, 47*****. Sa cos'è questo? Un numero di matricola. Sono studentessa universitaria nella mia amata città, Firenze. Sono fortunatamente alla fine del mio percorso di studi, durato tre anni.
Come le ho gia detto, ho dei sogni nel cassetto. Non sono una ragazza che passa ogni sera della settimana in discoteca, oppure tenta modi di sballamento come purtroppo si sente fare da ragazzi della mia età. Sono una ragazza che prende sul serio i suoi interessi, le sue mete. E ora mi ritrovo a studiare per i miei ultimi due esami e finire di scrivere la mia tesi di laurea, sarò nella sessione di febbraio, mi laureo in lingua Giapponese. Perché le dico tutto questo? Io potevo prendermela con molta piu calma, non è da tutti iniziare l'università a 19 anni e finirla a 22, con ottimi voti. Molte persone se la prendono, per ragioni varie, con molta piu calma, io invece no.
 
Perchè ho paura del mio futuro.
In questi ultimi tempi stanno cambiando molte cose, e io la notte dormo e faccio incubi, oppure mi sveglio di soprassalto e fatico ad addormentarmi. Tutto questo perché non so cosa sarà di me fra qualche anno, se avrò un lavoro stabile, se fra cinquant'anni avrò una modesta pensione, se i miei figli non saranno costretti a chiedere l'elemosina in giro perché non ci sarà più modo di avere un minimo di lavoro. Non so, caro professore. Le dispiace se continuo a chiamarla professore? La stimo cosi tanto!!
 
Tornando al mio discorso. Potevo laurearmi ad aprile, luglio, novembre... non so, quando avrei voluto. Vivo da sola con mia madre, dipendente xxxx (anch'esso da oggi Ente a rischio), prende un modesto stipendio, abitiamo in una casa di nostra proprietà. Un lusso per il 2011! Continuo a dirle “non so”, perché veramente non so, ho solo 22 anni, ancora non so niente del mondo del lavoro, di questo misterioso lavoro dove, appunto, la forza lavoro ti fa guadagnare il pane di ogni giorno. Come le dicevo, la mia famiglia sta abbastanza bene economicamente, non bisogna lamentarsi... lamentarmi, che parolona. I miei genitori sono separati, vivo con mia madre da sei anni, ho un assegno mensile che mi passa mio padre a inizio di ogni mese. Mia madre si, ha un lavoro fisso, ma fa sacrifici su sacrifici per mandare avanti la casa. Potrei continuare a fare la mantenuta ancora per un po', potrei dire “dopotutto ho solo ventidue anni”. Ma non voglio, proprio perché ho paura del futuro, il mio futuro, e quello della mia famiglia. Voglio laurearmi nel primo momento possibile, che per il curriculum da me scelto del mio corso di laurea significa febbraio 2012. Fino a oggi pomeriggio avevo una mezza idea di continuare a studiare, volevo fare la specialistica sotto scienze politiche: ho sempre sognato di lavorare in ambasciate o consolati, se fossero state del Giappone ancora meglio. Appunto, fino ad oggi pomeriggio. Se ero preoccupata ancora a metà agosto quando vennero fuori ulteriori problemi economici dello stato Italiano, ora non so come descrivermi, preoccupata è troppo generico. ”disperata” va bene? 
 
Caro professore, ho un ragazzo stupendo, di dodici anni più grande di me, ci vogliamo molto bene. Non so se un giorno ci sposeremo, ma comunque abbiamo entrambi i piedi per terra e sogniamo un futuro “solido”, non fatto di se e ma. Che sia insieme oppure no, questo futuro ce lo sogniamo non solo per noi, ma anche per i nostri futuri figli, se il fato vorrà farci genitori. Ma come si fa a costruire una famiglia, o comunque una vita da persone adulte, se neanche sappiamo se quei pochi soldi che ci sono in banca, non potranno subire modifiche a causa della crisi del nostro paese? Il mio ragazzo vorrebbe comprare una casa tutta sua, prende mille euro al mese, per favore professore, mi aiuti a trovare un modo per spiegare alla mia mente di ventiduenne che un essere umano, nel 2011, può vivere con mille euro al mese... perché io non lo trovo. Ma forse perché proprio non c'è, torno di nuovo a dirLe “non so”.
Parlamento Italiano Stasera ho letto la sua “supermanovra”. Tutti punti a favore del recupero italiano, Le faccio i miei complimenti. Forse doveva aggiungere anche la storia della Patrimoniale, perché rimango dell'idea che chi ha di più deve aiutare di più al recupero del proprio Paese. Dopotutto nessuno ci obbliga a stare qui in Italia, ci sono persone che ogni anno decidono di spostarsi altrove per cercare una vita diversa, ma per cercare anche fortuna. Io credo che noi italiani stiamo qui in Italia perché amiamo il nostro Paese, vogliamo solo il bene per esso. Poi vabbé, c'è magari anche chi non ha il coraggio, o più semplicemente desidererebbe andar via ma non se lo può permettere. Ma a parte questo, credo che tutti noi in un momento di crisi come questo dobbiamo aiutare il nostro Paese per il riassetto economico. Quindi va bene Irpef, Ici, e chi ne ha più ne metta. Si tratta di 20 miliardi netti, vero professore? Guardi, se riesce nel suo intento, le faccio tanto di cappello.
 
Ma le chiedo una cosa, una semplice cosa. Si assicuri di lasciare il testimone, nel 2013, a persone corrette, che sanno il grande compito che dovranno portar avanti. Si tratta di uno Stato intero, trecento mila chilometri quadrati, 61 milioni di abitanti, si tratta di cifre a cinque e sei zeri. Si tratta della nostra Italia. Io con questo non voglio colpevolizzare i suoi colleghi che fino ad ora l'hanno preceduta al governo, perché non ho nessuna prova in mano che assicura ciò o discolpa tutto loro. Non lo so. Ma comprendo nella mia ignoranza che qualcosa è andato storto, deve essere andato storto. Un giorno sembra che tutto vada bene, il giorno dopo abbiamo un debito pubblico sull'ordine dei nove zeri. Le chiedo solo questo, si assicuri che i soldi, una volta rientrato l'allarme crisi economica, non vengano sprecati. Quando nel 2013 noi italiani saremo chiamati alle urne per eleggere il nostro nuovo governo, tali persone dovranno assumersi il ruolo di rappresentanti del nostro Stato, che non è un lavoro da poco. Sono loro che, come dei grandi genitori, dovranno accompagnarci per altri cinque anni, poi per altri cinque e altri cinque. Noi non abbiamo modo di gestire gli affari politici, economici, dell'Italia, proprio perché siamo noi a dire “Bene, voglio te al governo perché rappresenti molti miei punti di vista e voglio che tu sia te a rappresentarmi nell'accompagnare il mio Paese per altri cinque anni”. Io, sinceramente, fossi un politico sarei orgogliosa di assumere un incarico del genere, e dunque, per l'orgoglio che porterei, cercherei di adempiere al mio lavoro nel miglior modo possibile. Non vorrei creare scandali, sia politici, sessuali o economici, che essi vengano assicurati oppure no.
 
Ecco professor Monti, si assicuri di questo se può, quando tutto si sarà ristabilizzato, che non si ricrolli di nuovo nel baratro della povertà perché i soldi vengono utilizzati in modo sbagliato. Essi dovranno servire solo al bene del nostro Paese, per farlo ridiventare una grande potenza europea, e magari mondiale. Per favore professor Monti, mi aiuti, ci aiuti a credere nel futuro, a sperare che ci possa essere un domani senza se e ma. Io non so niente di politica, io so il giapponese... “nihongo ga wakaru”. Ma so riconoscere una persona seria, e il 16 novembre, giorno in cui le è stato affidato un governo tecnico, Lei mi è piaciuto a prima vista, si vede che è una persona per bene, che le è stato affidato questo incarico e cercherà di svolgerlo nel miglior modo possibile.
Mi fido di lei, e dei suoi colleghi. La prego, glielo chiedo in nome mio, del mio ragazzo, della mia famiglia, di Firenze, delle varie regioni d'Italia, in nome di tutti gli Italiani. Ci aiuti a credere che un futuro ci possa essere, che avremo un lavoro fisso e, quando saremo anziani, ci godremo quelle centinaia di euro di pensione giocando con i nostri nipoti.
 
Spero di non chiederle tanto. E' quasi Natale, potrei chiederlo a Babbo Natale, ma purtroppo non credo più nelle favole.
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