Per guadagnare un milione ci vuole una vita.

Ma quanto costa il Bilancio Pubblico !

Per il Bilancio dello Stato bisogna spendere tanti di quei miliardi che è difficile comprendere di quanti soldi stiamo parlando. Proviamo a capirlo con qualche esempio.
19 marzo 2012

Non credo che oggi la politica sia gestita da uomini peggiori di quelli di ieri, perché non sono mai stati molti i politici di alta statura morale, in genere sono  persone  ambiziose e abbastanza mediocri che danno un prezzo e negoziano qualsiasi valore,  nel nome del re o del popolo.

Credo però che la politica sia uno specchio fedele dei tempi che attraversa e che il rispetto dei diritti, dei codice e delle leggi dell'economia subiscano fortemente l'impatto del livello o del degrado della morale e della cultura in cui vive la popolazione.

Non mi rivolgo, pertanto, solo alla politica italiana o europea ma vorrei ragionare sul motivo per cui in certi momenti storici la arroganza, l'ignoranza e il culto del denaro riescono più facilmente che in altri momenti a prendere il sopravvento sui valori della vita, sul rispetto del prossimo, della cultura e del lavoro.

Infatti, non è facile comprendere come certe scelte industriali e certe speculazioni finanziarie, che costano miliardi di euro o di dollari possono essere decise, approvate e gestite da una sparuta minoranza di uomini interessati solo alla tutela di certi interessi e senza nessun riguardo per i bisogni reali di uno stato che direttamente o indirettamente rappresentano.

Il cittadino è ormai assimilato alla figura del consumatore, a cui si deve vendere un prodotto, sia questo un oggetto o un’idea. È proprio su questo principio che questa eruditissima minoranza ha fondato il proprio potere economico, sostenuto da una profonda conoscenza del marketing e della mente umana, che può essere manipolata grazie al controllo di gran parte dei media che informano o disinformano, a seconda della necessità, per ottenere o bloccare l'appoggio o l'opposizione a certe scelte politiche, a certi uomini di Stato.

La calata dei barbari fu un cambiamento storico, sociale e culturale determinante nella storia del mondo occidentale, che lasciò le popolazioni invase in uno stato di prostrazione e di incapacità a organizzare qualsiasi reazione, tanto da accettare, quasi senza reagire, l'avvento di un nuovo sistema sociale, di un nuovo regime, di nuovi valori, di una nuova arte e di un nuovo modo di intendere la religione.

Così pure accadde con la “scoperta” dell'America. Anche lì la reazione dei popoli aggiogati da un nuovo regime, fu minima per uno shock talmente forte prodotto dall’introduzione di una nuova religione e di un nuovo re che improvvisamente si persero tutti i riferimenti su cui poggiava la vita e lo spirito di quei popoli pre-colombiani.

Questi precedenti storici hanno insegnato che, non con la forza ma solo provocando una profonda prostrazione e abulia nella popolazione, si possono programmare e realizzare svolte violente nella storia, nell'economia e nella civiltà.

La popolazione era, ma forse lo è anche oggi, troppo distratta e incredula per comprendere che qualcuno sta ordendo come portare un cambiamento nella qualità della sua vita, che si stanno insidiando i diritti suoi e dei suoi figli e che, con il pretesto dell’emergenza, si stanno studiando leggi che nessun essere umano, se in possesso delle proprie normali capacità cognitive, avrebbe potuto tollerare, perché contrarie a ogni forma di rispetto e democrazia.

Ma tornando alla realtà di oggi, ignoriamo i casi di politici che si sono fatti eleggere in malafede, ignoriamo l'esistenza della corruzione e consideriamo che in Parlamento siedano persone che fanno il loro lavoro con la diligenza di una persona qualsiasi. Uomini normali.

E spostiamo il nostro ragionamento da un piano soggettivo (l'utilizzo di denaro pubblico per fini che non porteranno benefici alla cittadinanza) ad un piano oggettivo.    

Il motivo per cui il significato e il contenuto di quanto viene comunicato dai politici e quanto viene recepito dalla popolazione non coincidono.

Il motivo può essere individuato nel mondo ovattato in cui vive un uomo politico (particolarmente in Italia).  Quando un politico viene eletto a qualsiasi carica pubblica, locale o nazionale, comincia a godere di un trattamento sociale ed economico che gli assicura la serenità necessaria per maturare le scelte giuste, per il bene del paese. Ritengo che questo principio non possa e non debba essere messo in discussione.

Il problema sorge però quando l'abitudine maturata in decenni di abusi e di eccessivi privilegi, rispetto al cittadino comune, rendono gli uomini politici estranei al resto del paese.

Questo elemento comporta due effetti negativi.

Il primo è l'astrazione dalla realtà, l'incapacità del politico a rendersi conto dei problemi economici e sociali che vive il resto del paese: abbiamo troppo spesso verificato che un politico non conosce il prezzo del pane, della benzina, dei servizi sociali e non utilizza mezzi pubblici.  Sicuramente contribuisce a questa astrazione la quantità di denaro che percepisce ogni mese, come stipendio o altro contributo  che è eccessiva per farlo restare con i piedi per terra e comprendere se il paese che amministra, sia soddisfatto del suo operato e se gli obiettivi suoi, e del suo partito, coincidano con quelli che chiede la popolazione.

Il secondo elemento è meramente lessicale, proviamo a scrivere delle cifre e proviamo a comprenderne il loro valore: per gestire un paese di 60 milioni di abitanti ogni anno si spendono poco più di €. 720 miliardi, per pagare le pensioni servono almeno €. 170 miliardi, per comprare e far volare 90 cacciabombardieri F 35 servono circa €. 40 miliardi.  Per costruire un asilo nido servono  330 mila euro.

Queste le cifre vengono disinvoltamente snocciolate nelle conversazioni di economia che ascoltiamo quotidianamente dai nostri parlamentari, ma come possiamo comprendere di quanti soldi stiamo veramente parlando? L'ISTAT ci conferma che siamo abituati a gestire uno stipendio che solo qualche mese arriva a duemila euro.

Proviamo a fare un “ giochetto” per cercare di spiegarci meglio : Secondo le statistiche ufficiali, in Italia una persona che lavora, guadagna in media € 25.000 lordi l’anno ed ha una speranza lavorativa di 42 anni.Facendo uno di quei calcoli statistici improbabili ma verosimili, possiamo dire che un italiano medio in tutta la sua vita potrà guadagnare poco più di un milione.

Adesso esprimiamo le stesse cifre in modo differente: Per pagare le spese correnti italiane ogni anno dovrebbero cominciare e continuare a lavorare per tutta la vita 720 mila persone, per pagare le pensioni servirebbero 170.000 persone, per comprare gli aerei basterebbero solo 40.000 persone.

Invece con il lavoro di una sola persona si potrebbero costruire ben tre asili nido.

Tutte queste cifre ovviamente non tengono conto né dell'inflazione, né degli oneri sociali, né delle imposte, né di qualsiasi altro evento perché "per la legge dei grandi numeri" questi fattori si dovrebbero compensare tra loro.

In questo modo grossolano ma efficace, dovremmo almeno evitare di confondere i miliardi con i milioni, dato che non siamo abituati a maneggiarli. Dovremmo anche comprendere meglio quanto ci costano, concretamente, certe scelte, fatte per obbedire o compiacere gli interessi di qualche influente società o gruppo di potere, che non vengono mai spiegate con un linguaggio comprensibile e chiaro, visto che poi, alla fine, il conto dovranno pagarlo proprio loro.   

Quelli che non avevano capito ma si erano fidati.


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