L'attualità della Resistenza

Il 25 Aprile R-Esistiamo con TeleJato e Pino Maniaci

65 anni fa i partigiani vinsero contro il nazifascismo. Oggi nuovi partigiani lottano in ogni parte del mondo. E lottano anche contro le mafie. Come Pino Maniaci, direttore di TeleJato, che rischia di chiudere con l'arrivo del digitale terrestre. Oggi non accontentiamoci di commemorare i partigiani di ieri, r-esistiamo con i partigiani di oggi
25 aprile 2012

Pino Maniaci, TeleJato

Il 25 Aprile è il giorno in cui le coscienze democratiche e libere d'Italia ricordano e commemorano il sacrificio di chi, ormai 65 anni fa, lottò e vinse contro la barbarie e il regime criminale nazifascista. Una lotta che rappresenta una pietra miliare della storia e della coscienza civile dell'Italia. Ma, dicevano i latini, che Historia Magistrae Vitae, la storia è maestra di vita, e quindi non può rimanere confinata ai libri di storia. Nelle tantissime commemorazioni, nei testi, nei volantini (oggi anche nei "post" su FaceBook e sugli altri social network) e in molte altre occasioni si ripete che "la Resistenza continua", che quell'impegno è attuale. Oggi sono altri i regimi criminali, le dittature e le violenze che minacciano la democrazia, la libertà, la stessa vita delle persone. In Italia tra i più minacciosi ci sono le mafie, che non appartengono ormai al passato come alcuni pensano, ma s'insinuano nel tessuto sociale, lo avvelenano e tentano di distruggerlo come un cancro. Contro questo cancro, oggi come non mai, è necessaria una nuova resistenza, con nuovi strumenti ma lo stesso coraggio, la stessa forza, lo stesso amore per la libertà dei partigiani di 65 anni fa.

Pino Maniaci è stato in questi anni un maestro della nuova resistenza, un maestro che è riuscito in un'impresa titanica e strepitosa: ha trasformato tre piccole stanze in un miracolo di resistenza. Da tanti anni questo piccolo luogo è la sede di TeleJato, piccola televisione locale che trasmette nel comune di San Giovanni Jato e nei dintorni. Dagli schermi di TeleJato Pino lancia quotidianamente denunce, fa i nomi e i cognomi dei mafiosi e dei loro complici, resistendo agli attacchi, alle minacce, alle intimidazioni e alle violenze mafiose. Gli hanno bruciato l'auto, ma lui non si è fermato. Ha subito la violenza del branco sulla sua pelle, ma non si è fermato. Eppure la sua resistenza rischia di avere soltanto poche settimane di vita: lì dove non è riuscita la mafia potrebbe riuscire lo Stato Italiano(si, proprio quello nato dalla Resistenza che si commemora oggi...). La Sicilia, come il resto del Paese, si sta preparando a passare al digitale terrestre, la nuova modalità di trasmissione del segnale televisivo. La normativa scritta dai precedenti Governi stabiliva l'uso del beauty contest per l'assegnazione delle nuove frequenze, un meccanismo che le avrebbe regalate gratuitamente agli attuali concessionari (soprattutto i più grandi, tra cui Mediaset!). Qualche settimana fa il governo Monti ha cancellato il beauty contest e ha stabilito di ricorrere ad un'asta. Alla quale però le piccole televisioni locali non commerciali non potranno partecipare. TeleJato, così come tante altre, verrà quindi spazzata via. Il 24 Settembre 2011 è nato il Comitato "Siamo Tutti TeleJato" al quale partecipano singole persone, associazioni, movimenti, riviste antimafia. Il Comitato da mesi sostiene Pino e denuncia il rischio che corre. Tutti, ancor di più in una giornata come oggi dove viene celebrata la Resistenza, sono invitati ad aderire, a partecipare, ad aggiungere la propria voce alla denuncia. Si possono seguire tutti gli aggiornamenti su FaceBook, dove è attivo un gruppo alla pagina http://www.facebook.com/pages/Comitato-Siamo-tutti-Telejato/268979743122840, o sul sito dell'Associazione Antimafie Rita Atria, http://www.ritaatria.it. Oggi si celebra la Resistenza, fra poche settimane si ricorderà l'assassinio di Peppino Impastato. Il sindaco di San Giovanni Jato alcuni mesi fa ha lanciato l'appello per chiedere che Pino Maniaci non diventi il "Peppino Impastato del 2012", che non sia lasciato solo mettendo a rischio la sua stessa vita.

La Resistenza non si celebra rimanendo fermi sul divano di casa, non lo celebrano quelli che Dé Andre definì "materassi di piume". E' inutile pensare che basti ricordare, dedicare piazze, vie, cerimonie, fiumi e fiumi di inutile retorica a Peppino Impastato, Pippo Fava, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri che non ci sono più. La prima forma di commemorazione, perché davvero Historia Magistrae Vitae, è proseguire il loro impegno, sostenere i Peppino, i Pippo, i Giovanni e i Paolo di oggi. Lasciare solo Pino, accettare supinamente che TeleJato possa chiudere è ipocrisia che rappresenta il più grave oltraggio alla Resistenza. L'antimafia non si svolge in un salotto o sotto i riflettori degli show nazionali, l'antimafia è in strada, è nelle piazze, è nelle redazioni come TeleJato. Non si fa antimafia premendo un tasto il giovedì sera sul telecomando o facendo finta di commuoversi una-due volte l'anno. Il comodo-attivismo, quello che esalta solo chi vive sotto i riflettori della notorietà e apparentemente s'impegna per tutti (viva quel giornalista là, tanto è famoso lui, l'ascolto in tv e ho la coscienza a posto) per poi dimenticare i veri partigiani di oggi, è un'aberrazione della quale non possiamo essere complici, è il primo arrendersi e permettere alle mafie di vivere e prosperare. Le mafie si lottano studiando, conoscendone i meccanismi, denunciandone gli affari e i complici, impegnandosi in prima persona. Come Pino Maniaci, come tanti altri in tutta Italia. Questa è la Resistenza di oggi, questa è la Resistenza che ci chiama oggi. Altrimenti restiamocene a casa e smettiamola con le retoriche parate. Ma, in quel caso, anche ci si crede "assolti si sarà per sempre coinvolti". Ma dalla parte sbagliata...

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