Carocci, storia italiana
Il 12 gennaio 2015 è stato dato avvio alla decimazione dello staff editoriale di Carocci con licenziamenti in massa. Non è stato infatti fermato il piano datoriale di ristrutturazione aziendale annunciato poco prima del Natale 2014. Un editore italiano che pubblica libri per l’Università, per gli istituti superiori, per le associazioni di cultura privato dell’intero cuore redazionale produttivo e di parte dell’amministrazione non potrà proseguire l’attività, se non riducendola fortemente e abbassandone il livello qualitativo.
Taglio minore ma sensibile dello stesso settore redazionale subirà l’altro noto editore del gruppo editoriale, ovvero il Mulino di Bologna. In maniera drastica nell’editoria italiana si spazzano via competenze trasmesse da generazioni e incrementate nel lavoro svolto giorno dopo giorno, titolo dopo titolo, su migliaia di pagine pubblicate, un patrimonio culturale immenso, senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze, dell’abbassamento inevitabile della offerta e della qualità della lettura e degli studi.
La solita miopia molto italiana a scapito di chi opera per la conoscenza e la progettualità editoriale-culturale.
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