Il Mediterraneo delle culture che dialogano. Alla Fondazione Whitaker di Palermo, Carlo Ruta presenta il suo ultimo saggio

27 giugno 2017
Giovanna Corradini

 

Venerdì 30 giugno, alle ore 18, Il Mediterraneo oltre il jihad e le crociate, saggio di Carlo Ruta da poco uscito per le Edizioni di storia e studi sociali, sarà al centro di una discussione alla Fondazione Whitaker di Palermo, presso Villa Malfitano, con la partecipazione dell’autore. L’incontro è organizzato dalla Fondazione Whitaker e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia. Introdurrà Paolo Matthiae, presidente della Fondazione Giuseppe Whitaker e docente di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente antico all’Università La Sapienza di Roma. Relatori: lo storico medievista Ferdinando Maurici; il soprintendente del Mare della Regione Sicilia Sebastiano Tusa; lo storico della Sicilia moderna e già direttore della Biblioteca centrale della Regione siciliana Francesco Vergara Caffarelli. Coordinerà il dibattito la docente e giornalista Pina D’Alatri.

  Copertina del libro  

Le cronache di oggi non smettono di sottolineare i difficili rapporti che corrono tra l’Islam e l’Occidente. Ma la storia presenta un quadro ben più sfaccettato. Questo, il punto di partenza del libro di Carlo Ruta, che nasce con uno scopo particolare: quello di indagare una vicenda di sinergie, profonde e tuttavia non sufficientemente rilevate, che hanno fatto, malgrado tutto, la sostanza del rapporto tra l’Europa cristiana e il mondo arabo-islamico. Ne esce un libro di impianto inedito, che scandaglia un rapporto complesso, ricco di contaminazioni, sullo sfondo di un Mediterraneo che prima di essere luogo di conflitti è stato, storicamente, area di contatto di popoli e saperi.
Nelle pagine di questo saggio si svolge, in particolare, una lettura della storia che ritrova il proprio asse fondamentale nel tempo lungo delle relazioni e, appunto, delle contaminazioni: un tempo antropologico e plenario che domina il corso degli eventi e vince sul tempo dei conflitti, necessariamente breve e transitorio. Viene quindi sottolineato un ampio orizzonte di esperienze che hanno dimostrato di poter resistere, nei lunghi tragitti, al trauma delle inimicizie e degli scontri tra i popoli. Numerose vicende aperte ed esemplari, che tendono a scomparire nella percezione odierna del passato, assumono in definitiva un rilievo non indifferente in scenari materiali e di senso più articolati, in cui il conflitto non riesce a impedire il cammino del dialogo interetnico, interreligioso e interculturale. Un «breviario» di storia insomma, che, anche attraverso una cospicua rassegna iconografica, intende offrire un contributo utile, e comprensibile, alla conoscenza di problematiche forti che attraversano il presente.

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