I Mediterranei come storia di relazioni materiali e contagi culturali

Tredici studiosi italiani ed esteri, storici e archeologi, raccontano il mare delle civiltà e dei popoli che s’incontrano e si contaminano. Da settembre nelle librerie italiane.
10 agosto 2018
Redazione

Un progetto di ricognizione storica, già annunciato e molto atteso in Italia e all’estero, va finalmente in porto. Al centro di esso è il Mediterraneo, perlustrato con strumenti analitici mirati, allo scopo di coglierne in maniera nuova le ricche pluralità, le differenze, il policentrismo etnico e culturale, e sottolinearne tuttavia, oltre le parzialità degli approcci eurocentrici, le comunanze, le contaminazioni e i fondamentali punti di contatto e di confluenza. È questo il senso che definisce la "Storia dei Mediterranei" di Edizioni di storia e studi sociali, cui hanno lavorato, ognuno da una particolare prospettiva, tredici studiosi di alto profilo, italiani ed esteri: Franco Cardini, Massimo Cultraro, Flavio Enei, Massimo Frasca, Jean Guilaine, Stefano Medas, Antonio Musarra, Patrice Pomey, Carlo Ruta, Alberto Salas Romero, Laura Sanna, Francesco Tiboni, Alessandro Vanoli. Storia dei Mediterranei
L’esito è quello di un’indagine plurale e sfaccettata ma allo stesso tempo coesa, che in circa 500 pagine ripercorre, attraverso un ordito che è stato voluto multidisciplinare, le fasi più emblematiche di una vicenda lunga, dalla protostoria al Medioevo, con l’adozione di metodologie affinate e innovative, allo scopo di identificare le ragioni e i progetti di vita sociale e civile di un Mediterraneo che è la somma sorprendente di tanti Mediterranei, di un mondo che è in realtà un insieme di mondi, ognuno con propri caratteri ma tutti portatori di una naturale disposizione a relazionarsi.
Si tratta allora di tante storie, che però finiscono inevitabilmente con il convergere e l’intrecciarsi. È la storia, ad esempio, di un Oriente che in alcuni tratti nodali riesce a supportare le trame civili dell’Occidente. È la vicenda di un Nord che finisce con il condividere i propri destini con quelli del Sud, ancora attraverso contagi, materiali e culturali. È la storia, ancora, del sacro, lacerato e attraversato da chiusure identitarie, e che tuttavia, in maniera sorprendente, si ritrova a dialogare e a coesistere, nel concreto della vita materiale e nelle vicissitudini intellettuali. È la storia, in definitiva, di popoli distanti che, indotti dal bisogno e dalle ricorrenti migrazioni, finiscono però con il ritrovarsi, su piani fondamentali, in un ethos accomunante, fatto di tradizioni, conoscenze e tecniche condivise, di leggi del mare, di contagi artistici, cultuali e culturali. È la storia, anche, di conflitti accesi e devastanti, che non frustrano tuttavia la volontà dei popoli che circondano il Mediterraneo, da nord a sud, da oriente a occidente, nella ricerca, in realtà inesauribile, del contatto.

AA.VV., Storia dei Mediterranei. Popoli, culture materiali e immaginario dall’età antica al Medioevo, Edizioni di storia e studi sociali, pp. 500.

 

 

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