Appello dell’Associazione Antimafie Rita Atria

Nadia non è sola perché Nadia è tutti noi

La co fondatrice Nadia Furnari è stata condannata per la pubblicazione di due lettere dell’avv. Fabio Repici di critica dell’allora prefetto di Messina. In primo grado il Tribunale di Messina rigettò la richiesta evidenziando che non c’era alcuna diffamazione.
2 febbraio 2020

Nadia non è sola perché Nadia è tutti noi

Pensiamo che sia inutile dire chi sia Nadia Furnari, cofondatrice dell’Associazione Antimafie Rita Atria, ma se non la conosceste ve la raccontiamo noi un po’ della sua storia, noi tutti che abbiamo avuto la fortuna di averla come amica e il privilegio di averla come compagna in tutto il nostro percorso associativo.
Per raccontare Nadia si può partire dalle sue stesse parole “Tante volte ho pensato di non aver più fiato per andare avanti di pensare: “per chi corro?”, “per cosa corro?” solo per farmi colpire da un avversario scorretto, infido, vigliacco che usa il suo potere per annullarti, per “vincere”. La risposta è sempre la stessa: I Care… e ripartire, ogni volta, diviene un obbligo morale verso se stessi e verso tutti quegli Amici che “lasciandoci” ci hanno consegnato fiumi di amore e di strumenti per non arrenderci e per trovare nella forza della Verità e della Giustizia quell’energia che qualcuno potrà tentare, invano, di assorbire… invano perché si rigenera attraverso le idee, attraverso quei valori sconosciuti ai mafiosi e al potere.”
E lei è proprio questo, una combattente, una persona che da più di trent’anni lotta avendo come unico scopo quello di perseguire Verità e Giustizia e di dare voce a chi non ce l’ha.
Per lei parlano i fatti e solo per ricordarne alcuni: la sua battaglia per fare emergere la verità sull’omicidio di Graziella Campagna, il suo impegno per i diritti dei testimoni di Giustizia (è stata la prima persona a scrivere un dossier sui testimoni di giustizia e a “condizionare” ben due leggi), il supporto a chi all’interno dell’associazione si era esposto per bloccare il parco commerciale di Barcellona Pozzo di Gotto e ancora la sua irriducibile ricerca di giustizia per le morti “collaterali” della strage di Ustica, la sua lotta contro il MUOS, e poi tutto il suo impegno antimafia, antisessita e tanto altro ancora…
Il suo girovagare per l’Italia ad ascoltare le grida di chi mai è stato ascoltato. Tutto a spese sue con il contributo dei soci dell’associazione.
Un impegno silenzioso senza proclami e senza ricompense se non l’affetto e la stima di chi l’ha conosciuta, la certezza di avere fatto il proprio dovere, di essere stata dalla parte giusta, senza se e senza ma.
Ma ora ….
Anni fa il sito della Rita Atria (www.ritaatria.it) pubblicò delle lettere aperte dell’avvocato Fabio Repici, lettere indirizzate alle massime cariche istituzionali, lettere di critica all’allora Prefetto di Messina, Stefano Scammacca.
Lettere che già erano state pubblicate da altri siti del messinese e nazionali, che sono state citate da Marco Travaglio nei suoi articoli e quindi riportate in un libro scritto dallo stesso Travaglio per l’editore Garzanti, lettere anche citate dall’Onorevole Sonia Alfano durante un comizio.
Nadia è stata citata in un giudizio civile dall’ ex Prefetto per rispondere di diffamazione mezzo stampa perché il dominio internet era stato registrato da lei (che notoriamente è una informatica e tra le tante altre cose si occupa anche di questo, senza oneri per l’Associazione).
La corte di Appello di Messina ha ribaltato oggi questo risultato.
Nadia è stata condannata a risarcire in solido insieme alla Garzanti, all’avvocato Fabio Repici e all’onorevole Sonia Alfano la somma di 40.mila euro e le spese di giudizio che nel civile sono molto alte. Nessuna differenza tra i quattro. Le ingiustizie si sommano.
L’avvocato della controparte ha già chiesto la restituzione delle spese legali del primo grado e la Garzanti, che in prima istanza deve provvedere al risarcimento del danno, ha già inoltrato richiesta, tramite difensori, di conoscere le intenzioni di Nadia, facendo capire che faranno azione di rivalsa anche nei suoi confronti.
Faremo ricorso in Cassazione dove siamo convinti che dimostreremo che non c’è stata alcuna diffamazione e che Noi (perché l’Associazione e non Nadia Furnari ha pubblicato le lettere) abbiamo semplicemente pubblicato lettere di dominio pubblico, lettere con le quali altri hanno scritto libri guadagnandoci e che molti altri siti hanno pubblicato già prima di noi anche se sono stati “graziati” per ragioni a noi sconosciute.
Nadia non si fermerà per questo, non getterà la spugna, così come non lo faremo noi, suoi compagni, fratelli e sorelle di viaggio.
Però ora abbiamo bisogno di tutti quelli che condividono il nostro cammino, anche solo idealmente, e considerato che l’associazione è totalmente autofinanziata, tranne che per un piccolo introito proveniente dal 5permille, vi chiediamo di aiutarci e di sostenerci contribuendo, anche con una cifra simbolica, alla raccolta fondi.
Unire i nostri sforzi ai vostri ci consentirà di ammortizzare la cifra richiesta, e anche di dimostrare che lottare per un mondo più giusto non è vano.
Bonifico:
Causale: contributo straordinario spese sentenza n. 944/19 Corte d’Appello di Messina
Su:
IBAN: IT57C0306982292100000002659
Associazione Antimafie “Rita Atria”
C.F. 92020250830
Intesa Sanpaolo filiale di Milazzo

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