Donne che non hanno paura

Liuba, le altre e i figli da buttare via

A volte la discriminazione è più sottile, e non è meno grave. Ma ascoltare quello che Liuba è costretta a subire, con altre donne dipendenti della multinazionale dell'abbigliamento Yoox, fa accaponare la pelle
10 dicembre 2020

Alcune volte la discriminazione è meno sfacciata, e non è meno grave. Ma quello che Liuba, come altre donne e madri dipendenti della multinazionale dell'abbigliamento Yoox (sede dell'Interporto di Bologna) è costretta a subire, sotto gli occhi impotenti dello Stato, fa accaponare la pelle. Grazie anche al programma di La7 "L'Aria che tira" sappiamo qualcosa in più della loro protesta.

Liuba ha ragione, una domanda alle Istituzioni va fatta: com'è possibile che oggi, nel 2020, si sia costretti a scendere in strada e protestare perché ci si sente imporre di scegliere tra il lavoro e i figli? 

Certo, la parola "scegliere", con bambini in carne ed ossa sul piatto della bilancia, fa sorridere. Non si può non pensare alle tante acrobazie, alle porte chiuse, alle amarezze, all'aiuto di una tenacia infinita (e, si spera, anche a quello di qualcuno di tanto in tanto solidale).  

Per saperne di più su Yoox
Yoox Net-A-Porter Group S.p.A., con sede centrale a Milano, vende online beni di lusso e design. E' frutto della fusione, realizzata nel 2015, tra due grandi gruppi: Yoox, fondato nel 2000 in provincia di Bologna (Casalecchio di Reno) e Net-a-Porter, fondato nello stesso anno a Londra; nel 2018 è stato acquistato dal gruppo svizzero Richemont. Ha società consociate in più continenti.
Sono dodici anni che Liuba lavora per la Yoox, un'azienda che si è mostrata spesso poco generosa. Il punto è che ora ha cambiato anche i turni, li fa iniziare alle 5.30 e terminare la sera alle 22.30. In queste condizioni, se si è responsabili, non si può pensare di avere buona cura di un bambino. C'è stato un tempo - dice - che si sono fatti sacrifici per quest'azienda e non si diceva mai di no ad una richiesta. Ora, da madri, di loro resta solo lo stereotipo di persone sempre scomode e colpevoli. Per di più Liuba è separata, e forse, come molte, non è cittadina italiana. Quelle come lei, se non si adattano e "fanno rumore", sono le prime (se non vanno via da sole) ad essere licenziate. Le dipendenti di Yoox, Bologna Interporto, in sciopero da giorni.

Tanto - le è stato detto da quello che indica, amaramente, come un Capo "bravissimo" - lei non viene neppure vista! In queste fabbriche certamente piene di idee, davanti alle madri più fastidiose con bambini molto piccoli, c'è chi non trova di meglio che convincerle che "sono invisibili".  Non è così. Colpisce a fondo la dolcezza, colpisce la determinazione di queste giovani donne, che sanno di essere in pericolo, ma sono convinte di non poter essere maltrattate per "colpa" dei loro figli. Non possono rassegnarsi all'idea di non essere viste. Chiedono aiuto.

Non mi basta ascoltare una volta sola Liuba. Sentite anche voi come le sue parole suonino ogni volta più chiare e più giuste. 

Note: L'APPELLO
https://www.coordinamentomigranti.org/2020/12/09/donne-che-non-hanno-paura-sostieni-lo-sciopero-delle-operaie-yoox/
Le operaie chiedono di essere al loro fianco il 12 dicembre (manifestazione h. 15.30 in Piazza Nettuno, Bologna).
Tutti possono dare una mano, firmando un appello e facendolo circolare (con una mail di sostegno a "womenstrikeyoox@gmail.com").
Io ho scritto cominciando così: "Care amiche, vedo benissimo voi e il vostro coraggio. Meritate ascolto. Appoggio le vostre proteste e vi auguro ogni bene".

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