«Quanto subisco rispecchia il concetto di femminicidio in vita»
Venerdì 11 giugno, mentre l’interesse e le attenzioni di quasi tutta Italia erano concentrati sul debutto della nazionale di calcio ai campionati europei, Ilaria stava compiendo un banalissimo, normale, pacifico gesto: uscire di casa per andare a gettare la spazzatura. È stato invece l’inferno, l’inizio di ore e ore di angoscia, terrore, dramma. Temendo per la propria incolumità e sconvolta per quanto accaduto, appena ha potuto lo ha denunciato e testimoniato sui social network.
Nella serata di sabato 12 giugno, provata e sconvolta, ha denunciato in una videointervista (pubblicata qui https://www.wordnews.it/non-siamo-un-sesso-debole-siamo-sopravvissute ) cosa le è accaduto, quanto subisce da almeno due anni e il muro di indifferenza, incredulità e abbandono che vive. Vorrebbe lasciare Cori, il comune in cui vive, perché questa situazione è ormai diventata insopportabile per lei e la sua famiglia – a sua volta vittima di atti gravi e violenti nei mesi – ma per ragioni soprattutto economiche non le è ancora possibile. Avrebbe bisogno di un aiuto, un sostegno, qualcuno che le permetta di superare le difficoltà e trasferirsi altrove.
La denuncia di Ilaria Di Roberto viene da un territorio, la provincia di Latina, in cui spaccio, degrado sociale, sistemi criminali sono ampiamente presenti e devastano il tessuto sociale, politico, economico. Sono i sistemi criminali che cerchiamo di raccontare e denunciare anche noi, gli stessi di territori come Puglia, Campania, Ostia, Roma e l’Abruzzo, da cui i ras e i dominus prevalenti provengono. Vale per la provincia di Latina dove sono egemoni clan come i Di Silvio e i loro sodali e per Ostia e la Capitale dei Casamonica, degli Spada e di altri clan i cui nomi abbiamo ripetutamente riportato e denunciato ( qui una raccolta di comunicati, dossier, articoli anche nostri degli ultimi anni https://www.telejato.it/mafia-2/ripartenza-ma-in-abruzzo-ce-chi-non-si-e-mai-fermato-quando-si-iniziera-a-preoccuparsi-degli-assembramenti-criminali-di-gente-senza-dignita/ ).
In una società sempre contro le donne, in cui se si è donna si vivono pericoli costanti e – nello stesso tempo, come accade a lei – agli occhi di troppe persone, troppa «gente» si è anche considerati colpevoli. Lo ricorda, con il cuore che generosamente guarda verso tante, troppe altre donne, che subiscono veri «femminicidi in vita» e molestie, abusi e violenze ogni giorno, nella videointervista pubblicata qui https://www.wordnews.it/non-siamo-un-sesso-debole-siamo-sopravvissute con l’appello a non lasciarla sola, a non emarginarla ed abbandonarla.
Articoli correlati
- La violenza torna a colpire le organizzazioni agrarie indigene: tre morti
Messico, tre aderenti all'organizzazione sindacale indigenista UCIZONI uccisi in un'imboscata
Si inasprisce la tensione sociale a San Juan Mazatlán, Oaxaca, negli stessi giorni in cui si moltiplicano le iniziative in ricordo dell'attivista agrario ed ecologista Samir Flores Soberanes, ucciso nel 2019. Il movimento agrario indigeno zapatista (MAIZ) chiede attenzione internazionale.14 febbraio 2025 - Pietro Anania - Honduras
Urge un approccio globale alla violenza di genere
Organizzazioni di donne smontano campagna di disinformazione e chiedono l'approvazione di una legge integrale15 aprile 2024 - Giorgio Trucchi Honduras, paradiso femminicida
Ancora un anno con quasi 400 donne assassinate4 dicembre 2023 - Giorgio Trucchi- Carlo Giuliani sempre nel cuore
Genova 2001, io non dimentico
Da sempre vicina da Haidi, Giuliano ed Elena Giuliani
Carlo per sempre nel mio cuore
Scritto nel Giugno 2006
Lo ripropongo ogni anno25 luglio 2023 - Adriana De Mitri
Sociale.network