Cheikh Sarr, l'extracomunitario morto per salvare un bagnante italiano
DONORATICO (Livorno) – «Quando guarderemo il mare e vedremo la sua bellezza sentiremo la tua voce. Ciao Cheikh». Sono state le commosse parole di commiato degli amici di Cheikh Sarr, il senegalese di 27 anni annegato sabato scorso dopo aver salvato un bagnante in difficoltà, pronunciate ieri pomeriggio nel piccolo cimitero di Donoratico durante il funerale organizzato dal Comune di Castagneto Carducci. Cheikh Sarr – che ieri il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito della medaglia d'oro alla memoria al merito civile – si era tuffato, insieme con altre persone, per aiutare un turista che poi, una volta raggiunta la riva sano e salvo, se ne era andato senza preoccuparsi della sorte dei suoi soccorritori. Francesco Candeliere è uno di loro, s'è lanciato in mare insieme a Cheikh Sarr, e oggi con la voce rotta dal pianto ha detto: «Chissà se anche noi avremmo fatto quello che hai fatto tu. E poi per che cosa? Neppure un grazie ci ha detto quel turista incosciente». C'erano tante persone ieri alla cerimonia di saluto nel cimitero di Donoratico dove è stata composta la salma nel corso di un rito funebre musulmano. Attorno alla bara, avvolta nella bandiera senegalese, si sono raccolti autorità e cittadini, e tra questi tanti giovani, insieme con una trentina di connazionali di Cheikh. Hanno pianto in molti. Anche il sindaco di Castagneto, Fabio Tinti, non ha potuto trattenere le lacrime durante il suo intervento: «Il rapporto tra la nostra comunità e quelle straniere deve varcare i confini locali e regionali e far riflettere molti. Ckeikh era uno di noi, un nostro fratello, un nostro concittadino».
(venerdì 20 agosto 2004)
Francesco Candeliere sabato pomeriggio, come tante altre volte, era al mare con lui. «Inizialmente - racconta l'amico del senegalese scomparso - neppure diceva aiuto quel bagnante, solo dei lamenti. Neanche ci siamo accorti che era in difficoltà. Poi quando abbiamo capito il pericolo, io e Sarr, ci siamo tuffati e con noi anche altre due donne, madre e figlia. Siamo riusciti a riportare l' uomo, un giovane sui 35-40 anni, a riva. Credo fosse italiano, ma non ne sono certo, praticamente non ha mai parlato». Poi la tragedia. Candeliere si volta indietro e vede Sarr risucchiato dalle onde. «Quello che abbiamo salvato - conclude Candeliere - non si è neppure fermato per ringraziarci. È stato qualche minuto steso a terra a pancia sotto, forse per riprendersi dallo choc. Poi se ne è andato. Mi fa rabbia pensare che non abbia neppure voluto aspettare di sapere che fine aveva fatto Sarr. A me non ha neppure guardato in faccia. Se ne è andato e basta»
Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/08_Agosto/16/senegalese.shtml
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