La burokrazia continua la persecuzione contro il Capitano
Pochi giorni fa è arrivata la notizia che il gup di Palermo ha chiesto che nei prossimi 10 giorni vengano formulate le accuse di favoreggiamento della mafia nei confronti di coloro che arrestarono Riina. La notizia, ridotta all'osso, è questa. Contro ogni logica. Secondo il solerte magistrato Ultimo e la sua squadra arrestarono Riina, fermando il suo terrore stragista, per favorirlo. Se la cosa appare paradossale, suona addirittura provocatorio, se non offensivo, un passaggio del provvedimento. Il quotidiano La Sicilia riporta: "Ricordando, infine, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi che ha rivelato di un progetto di morte nei confronti di Ultimo, il giudice ipotizza che: «Sarebbe più che plausibile, nell'economia di un accordo di scambio non lecito, estremamente rischioso per la parte istituzionale, la messa in circolazione fra i sodali, a scopo di tutela della controparte, della falsa notizia di una grave rappresaglia nei confronti proprio dell'autore dell'arresto, per metterlo al riparo da sospetti circa l'ingerenza nella trattativa in ipotesi avvenuta." In pratica per il guidice il fatto che la mafia volesse uccidere Ultimo è un segno della sua colpevolezza. Un meccanismo a dir poco incredibile! Mi verrebbe da consigliare a tutti coloro che negli ultimi mesi sono stati minacciati di morte dalla mafia e dalla camorra di autodenunciarsi. Magari li considerano pentiti e vengono anche agevolati come Brusca!!
Aggiungere parole all'editoriale di Riccardo Orioles è superfluo. Le sue parole che potete leggere su http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_7839.html esprimono l'unico sentimento possibile. L'unico atto di testimonianza che mi è sembrato possibile è stato quello di far parlare Ultimo e i soldati straccioni. C'è un sito che ha raccolto il suo sogno e la sua testimonianza http://www.capitanoultimo.it . Qui chiunque può leggere cosa animò il capitano e quali sono i suoi ideali. I suoi pensieri sulla lotta alla mafia e sul Crimor, l'unità dei soldati straccioni che sconfissero Riina, li trovate qui sotto presi dal sito. Partendo dall'albero di Falcone. L'albero impiantato davanti la casa del magistrato ucciso. Che all'epoca del primo grande maxiprocesso contro la mafia fu insultato e vilipeso. Accusato come oggi Ultimo. Quell'albero che, usando le parole dello stesso Ultimo, ci ricordano che "le persone passano ma le idee restano e camminano su altre gambe". Potranno arrestare, infangare, il Capitano. Ma le sue idee camminano. Nei tanti carabinieri e nelle tante persone che alla mafia non si arrendono. Che, al contrario di "persone delle istituzioni" non vogliono convivere con il terrore e l'oppressione mafiosa.
Davanti a fatti del genere viene da pensare solo una cosa: dove sono oggi gli "uomini dello Stato"? Quelli che a Genova siedevano in questura per "stare vicino ai nostri carabinieri"? Coloro che dopo Genova riempirono l'Italia di manifesti di solidarietà, scrivendo "dalla parte dei carabinieri sempre"? Pronte ad lanciare accuse, campagne contro i violenti? Dove sono oggi? I "tutori della legalità" perché non parlano?
Oggi non parlano, oggi non si schierano con un carabiniere, perché? Ultimo non è un carabiniere per loro? Qualche giorno fa alcuni parlamentari hanno addirittura invocato, per un solo termine usato in un provvedimento, fuoco e fiamme contro il gup di Bari. C'è chi è arrivato a chiedere la verifica delle sue facoltà mentali! Oggi tacciono. Perché?????
Come non hanno fermato il sogno di Ultimo nel 1997 non devono fermarlo oggi!! Aspetteremo questi giorni pronti. I soldati straccioni d'Italia non si arrenderanno. Perché la legalità e la giustizia non sono e non saranno mai vuote parole buone solo per la retorica e la facciata. Ma ideali, ideali veri. Che continueremo a cercare sulle orme del CRIMOR. Dove fermerete Ultimo, altri prenderanno il suo testimone. E questa vicenda resterà come un urlo ad interrogarvi. Non vi lascerà dormire la notte, non vi lascerà tranquillità di giorno.
L'ultimo brano riporta una domanda che è rivolta a tutti, indistintamente:
La storia di Ultimo è incredibile, ed è una delle tante, ma noi vogliamo he su questa storia non vinca il silenzio, che non vinca l' indifferenza; e tu, amico, da che parte stai?
I soldati straccioni hanno già scelto. Chi farà scendere il silenzio su queste ennesima puntata della persecuzione ad Ultimo anche.
Sarà una lunga battaglia e l'indifferenza di chi ha scelto la mafia non potrà prevalere ....
L'ALBERO DI FALCONE
L' albero di Falcone, la sfida impossibile che invece è possibile, la nostra sfida alla mafia ed all' indifferenza che la sostiene. Le tue lettere all' albero!
Il simbolo, il ricamo prezioso, la voce delle nostre coscienze, il monito a quei criminali perchè si rendano conto che hanno perso, che non rappresentano altro che l' abuso, lo sfruttamento, il sopruso e l' oppressione assassina. La lotta di ultimo è la lotta dell' albero, con loro ci sarà sempre la nostra splendente umanità. Dove sono le parole, dove sono gli spettacoli, dove sono le cerimonie quando la violenza ti colpisce nell' intimo, nelle cose che hai di più caro, e prezioso, allora capisci che rimanere soli è la vera, unica, grande sconfitta.
PERCHE' LOTTARE CONTRO LA MAFIA
La sfida impossibile che invece è possibile, la nostra sfida alla mafia ed all' indifferenza che la sostiene.
RECUPERIAMO LA NOSTRA LIBERTA', RIVENDICHIAMO LA NOSTRA LIBERTA' OFFESA. COSTRUIAMO UNA LOTTA DI POPOLO, UNA RESISTENZA POPOLARE ATTORNO AI POCHI SIMBOLI CHE CI RIMANGONO PER COSTRUIRE DOVE MOLTI DISTRUGGONO, PER REAGIRE DOVE MOLTI ACCONSENTONO, PER RESPIRARE DOVE MOLTI SOFFOCANO.
E' UN GRIDO, DI CONSAPEVOLEZZA E DI DOLORE, SPESSO DI MOLTE AMAREZZE, CHE SONO SOLTANTO L' ANNUNCIO DELLE VITTORIE FUTURE.
CONTRO LA MAFIA, CONTRO QUEI "RITUALISTI TRADITORI DEI LORO STESSI RITI - COME HA "GRIDATO" IN AULA UN VALOROSO MAGISTRATO -", CHE UCCIDONO I SOGNI E LE SPERANZE DEI LORO FIGLI, DEL NOSTRO FUTURO.
NON VOGLIAMO EROI, E NON VOGLIAMO COMPLICI, MA SIAMO STRETTI ACCANTO AI NOSTRI EROI CONOSCIUTI E SCONOSCIUTI CHE OGNI GIORNO COMBATTONO, VINCONO E PERDONO BATTAGLIE AMARE CHE SANNO DI QUOTIDIANITA', DI SOPRUSO E DI ABUSO E CHE RIESCONO A CONSERVARE INTATTA OGNI VOLTA LA LORO DIGNITA', LA LORO UMANITA', LA LORO DOLCEZZA, LA NOSTRA LIBERTA'.
LE IDEE DEL CAPITANO ULTIMO
Le idee, i sogni, la tecnica di un pugno di uomini che hanno combattuto la mafia mentre altri, accanto, alle spalle, nelle retrovie, preparavano il loro smantellamento.
La lotta alla mafia
"...si tratta di impiantare un monitoraggio investigativo permanente in cui ogni fase ha in sè i germi per quella successiva...".
"....La cosa più bella è dividere quello che si ha in parti uguali tra soldati, è un mondo che non c'è. A dirlo sembriamo matti, non so tu cosa pensi, ma è così, la gioia di dividere quello che hai in parti uguali, soldati e comandanti, per noi questo è essere soldati e noi lo abbiamo capito in tanti anni.Appuntati che hanno l' orgoglio di essere appuntati, che non si vergognano di essere appuntati, che non sono frustrati dal fatto di essere soldati semplici perchè l' esercito lo fanno i soldati semplici e a me di essere ufficiale non me ne frega niente, il grado è per la lotta, ma io sono orgoglioso di essere soldato, di essere uguale a loro, lo capisci? I burocrati non vogliono che tu esista, loro hanno altre idee, ragionano in termini di schemi, di numeri. Noi no! Sono gli uomini l' importante, le emozioni dentro a quegli uomini, le loro famiglie, la storia dentro ognuno di noi, tutto questo per noi è una cosa sacra, per gli altri siamo solo dei numeri. Va via uno, viene un altro, come delle valige che vanno e vengono e si buttano via quando non servono più...."
I burocrati
"La burokrazia costituisce il fronte interno dello scontro. L' apparato burokratico tende a ridimensionare , usare e neutralizzare il modello operativo, in primo luogo contrastando lo spontaneismo della base e la sua esigenza di espansione determinata dalla successione degli eventi e delle esperienze operative. Tendono a sabotare con i loro tempi e le loro pratiche le necessità logistiche e organiche dell' Unità, in modo da rendere impossibile una fase di espansione e di consolidamento del modello operativo. Loro scopo è la razionalizzazione del controllo sullo strumento operativo e non la razionalizzazione della lotta all' avversario sulla base delle indicazioni fornite dallo strumento operativo. "
Tratto dal libro <http://www.capitanoultimo.it/d/libro.htm> di Maurizio Torrealta sulla storia del capitano ultimo.
Il brano che segue è dedicato a quei Funzionari <http://www.capitanoultimo.it/d/autorita.htm> che con convinta ostinazione hanno continuato ad imporre al capitano ultimo <http://www.capitanoultimo.it/d/verita.htm> una costante e sistematica sostituzione del personale a lui affidato per la cattura del latitante Bernardo Provenzano, affinchè possano un giorno rendersi conto della gravità delle loro azioni
"....Quando il generale è debole e senza autorità, quando i suoi ordini non sono chiari e distinti e non raggiungono con precisione gli ufficiali e i soldati, e quando i ranghi sono formati in maniera negligente e casuale, il risultato è quello di una grande disorganizzazione."
"....L' arte della guerra insegna a fare affidamento non sull' eventualità che il nemico non venga, ma sulla nostra preparazione a riceverlo; non sulla eventualità che esso non attacchi, ma piuttosto sul fatto che abbiamo reso invincibile la nostra posizione."
Sun Tzu
(Antica Cina 500 A.C.)
CARABINIERI CON IL PASSAMONTAGNA PERCHE'?
ULTIMO CI HA SEGNALATO QUESTA RISPOSTA CHE VIENE DALLA SELVA LACANDONA
IL PASSAMONTAGNA
< E di che colore?>
incarniamo tutti coloro che combattono per la GIUSTIZIA.
Non solo: rappresentiamo anche quelli che non hanno il coraggio di guardarsi in faccia.
Non abbiamo identità, per ora;
non siamo nessuno, ma, proprio per questo,
ogni uomo che cerca la LIBERTA'
può identificarsi con noi.
Noi siamo chiunque ...>
< Saremo come le nuvole - disse Ana Maria, indicando il cielo - .
La pioggia viene dalle nubi che si scontrano sopra le cime delle montagne. Combattono per il privilegio di morire,
di diventare la pioggia che nutre i campi..
Senza volto come le nuvole,
come queste ci batteremo
per l' onore di essere il seme della terra>.
MOLTI CI CHIEDONO:
MA ULTIMO ED I SUOI UOMINI SI SONO ARRESI?
SI ARRENDERANNO ALLA BUROCRAZIA ED ALLA MAFIA?
SI ADEGUERANNO ALLA TRANQUILLITA' AL QUIETO VIVERE, ALL' ORARIO DI UFFICIO, AI PRIVILEGI ?
Anche questa volta la voce di Ultimo ha il suono ed il calore del Chiapas Maya.
< se scoppiasse la guerra e subito capissimo che il nostro esercito non fosse in grado di vincerla, dovremmo arrenderci?>
< La risposta sta nelle parole - disse l' INDIO, senza esitare - . Tu prova a chiedere a un TZELTAL, o a un CZOTZIL, a un TOJOLOBAL oppure a un CHOL come si dice nella loro lingua "arrendersi". Non ti capiranno, perchè nella loro lingua non c'è nulla che significhi una cosa del genere. Per questo noi non ci siamo arresi, non ci arrendiamo e non ci arrenderemo mai >.
A proposito di AZIONE
" ..L' azione richiede la partecipazione fisica. Ma quando si desidera che un' azione risulti efficace, si devono riunire le forze di molti, sino a suscitare un poderoso movimento di massa rivolto ad un obiettivo. E però questo significa ridurre al massimo la propria partecipazione diretta all' azione. In tal modo si perde la sensazione fisica di appartenere alla totalità, ci si trasforma in condottieri da tavolino. Chi, partendo dall' idea dell' azione, si assume il compito di guidare, d' impartire ordini ed istruzioni, finisce per perdere ogni possibilità di azione fisica diretta. E? una strana equazione. Quando decidiamo di agire, desideriamo che il nostro corpo accresca la sua energia. Ci tempriamo, potenziamo le nostre forze. Ma il corpo umano ha dei limiti. Suppliamo ad essi con l' intelligenza. Riusciamo gradualmente ad elevare la qualità e l' efficacia delle nostre azioni, a divenire più potenti. Ma più potere acquisiamo, più ci separiamo dalla nostra forza fisica. E infine siamo ridotti a generali da tavolino, che guidano le operazioni belliche da uno schermo televisivo. Anche nelle azioni militari, soprattutto nelle azioni militari è necessaria, come in un termitaio, la presenza di una bianca, gonfia, enorme formica regina, che pigramente continui a procreare in una immobilità assoluta. Un agile sistema nervoso motorio, muscoli possenti, gioventù, forza, passione, purezza... Un giovane, in cui tutto ciò si concentra, viene sepolto dall' autorità, e da fulminea formica operaia si trasforma in una obesa, grottesca formica regina. In ciò si rivelano all' essere umano le contraddizioni tra azione e autorità, tra la parte ed il tutto.
Il soldato che muore senza essere giunto ai più alti gradi del comando, avrà constatato chissà quante volte l' inefficacia di azioni su cui egli non aveva alcuna autorità, e persino l' inutilità della propria esistenza. Molti soldati hanno impetuosamente offerto la loro giovane vita dopo aver sopportato simili mortificazioni ed essere giunti persino a dubitare dell' obiettivo finale della loro lotta.
Diversa è la situazione per i guerriglieri. Ognuno di essi è un combattente completo, perfettamente addestrato, dotato di capacità fisiche, rapidità d' azione, facoltà intellettive, conoscenza delle lingue, dei metodi di comunicazione, di elettronica, di pilotaggio, di esplosivi, e di ogni aspetto delle tecniche militari. Si potrebbe credere che il campo d' azione di un simile uomo sia illimitato, ed invece egli è severamente controllato dalla totalità dell' organizzazione: più un combattente acquisisce la capacità di agire in tutti i campi e più l' organizzazione esige da lui un' ubbidienza disumana.
Questa contraddizione tra la struttura ed il singolo combattente è dunque costante ed inevitabile, ma noi tenteremo di isolare la bellezza delle azioni singole per scoprire il fascino dell' azione umana in generale.
Quanto agli obesi, esausti capi, la loro disumana tecnica serve soltanto a favorire, per contrasto, la sacralizzazione e la venerazione dei giovani eroi morti."
YUKIO MISHIMA
L'ADDIO DEL CAPITANO.
"Oggi, 20 settembre 1997, a conclusione di un progetto portato avanti con costante determinazione, viene sancita dal comando del Ros la soppressione di Crimor, Unità militare combattente.
L'egemonismo burokratico celebra se stesso e il suo potere di sovrastruttura fine a se stessa. E' l'ora di ripiegare soggettivamente su posizioni alternative. Uscendo dai percorsi di lotta alla criminalità mafiosa sento il dovere di ringraziare quegli uomini valorosi con cui ho avuto il privilegio di vivere combattendo.
Solo a loro va il mio rispetto più profondo, solo da loro ho imparato molto di più di quanto abbia potuto insegnare, solo per loro i sacrifici di una vita hanno avuto un senso.
La nostra presenza costituirà per il futuro un'accusa permanente verso quella burokrazia egemone che non ha saputo combattere, ma ha saputo distruggere quelli che combattevano.
Insieme con voi finisce il sogno dei "soldati straccioni".
Era un bel sogno".
PERCHE' RICORDARE IL SOGNO DEI SOLDATI STRACCIONI
Abbiamo visto la fiction e prima della fiction abbiamo visto l' autostrada saltare in aria come in un gioco di coriandoli, senza voce. E senza voce abbiamo visto passare l' indifferenza di quelli che "contano" di quelli cresciuti all' ombra dei palazzi grigi dove si decide il destino di quelli che per loro sono tanti piccoli numeri.
E abbiamo visto la speranza fiorire nelle strade e nell' albero di Falcone e Borsellino dietro al passamontagna senza volto di Ultimo che con i suoi carabinieri prendeva Riina e con lui l' impunità e l' arroganza stragista.
E noi siamo qua per gridare dove c'è silenzio, per ricordare a noi stessi che quei piccoli numeri sognano, ridono e piangono e sono un esercito di coriandoli colorati che odiano l' arroganza e l' indifferenza di quelli che nell' ombra dei palazzi grigi calpestano ogni fantasia, ogni libertà, ogni dignità.
Ultimo ci è sembrato da sempre uno di quei coriandoli colorati che non ha mai voluto sedersi all' ombra dei palazzi grigi.
E questo è il sito che gli amici senza nome del capitano Ultimo hanno voluto creare per non dimenticare i colori di tanti coriandoli che ogni giorno combattono la loro battaglia contro il grigio potere della mafia e della burocrazia, perché non si sentano mai soli, mai soltanto dei numeri.
La storia <http://www.tgcom.it/ArticoloTgCom/articoli/articolo952.shtml> di Ultimo è incredibile, ed è una delle tante, ma noi vogliamo che su questa storia non vinca il silenzio, che non vinca l' indifferenza; e tu, amico, da che parte stai?
Siamo un gruppo di persone che si ritrovano a discutere tramite internet in
un sito dedicato al capitano ultimo (www.capitanoultimo.it). Siamo
accomunati dagli stessi ideali di lotta per la legalità, la libertà e la
solidarietà, contro la mafia, lo sfruttamento e la prevaricazione.
Siamo sconcertati dal probabile rinvio a giudizio che vede imputato il
capitano ultimo per favoreggiamento a Cosa Nostra. Non vogliamo entrare nel
merito specifico della vicenda, ma per un motivo di correttezza vogliamo
ricordare a tutti che stiamo parlando dell'uomo che forse più di ogni altro,
negli ultimi anni, si è posto in un livello di lotta aperta alla mafia. La
sua battaglia ha portato in carcere decine e decine di latitanti, fino ad
arrivare alla clamorosa cattura del boss dei boss Totò Riina. In questa
lotta non ha voluto premi. Anzi, ha dovuto pagare di persona, rischiando la
propria vita e dovendosi nascondere.
Indagare per favoreggiamento questa persona, in epoca di premi per gli
assassini come Brusca, è decisamente scoraggiante per chi, come noi, vuole
credere ancora e nonostante tutto che esista una giustizia in Italia. Cosa
che continueremo a fare, ogni giorno, cercando di affermare i valori di
legalità, libertà e solidarietà che il capitano ultimo, con la sua lotta, ci
ha insegnato.
Per favore, evitiamo un'ulteriore umiliazione a questa nostra Italia, così
martoriata dalla mafia e dall'indifferenza che la sostiene, diamo per una
volta un segnale positivo ai cittadini, non facciamo che da questa triste
vicenda qualcuno capisca che è meglio interessarsi dei propri affari, che
non conviene lottare contro la prevaricazione mafiosa, perché poi "ci si
rimette sempre".
E diamo un segnale positivo agli uomini delle istituzioni che ogni giorno
combattono la mafia sul campo, che mettono a rischio la propria vita.
Facciamo loro capire che c'è uno Stato che vuole lottare contro la mafia e
la criminalità, che il loro lavoro è importante e non viente gettato al
vento.
Gruppo capitano ultimo
www.capitanoultimo.it
Sociale.network