I bombardamenti inglesi sui civili tedeschi
Nell’estate del 1943 la Royal Air Force, con il supporto dell’VIII flotta aerea statunitense, cominciò una serie di incursioni su Amburgo. L’operazione era denominata in codice “Gomorra”. Aveva lo scopo di distruggere completamente la città tedesca, ritenuta dagli Alleati un obiettivo di alto valore strategico. Nella notte del 28 luglio, furono sganciate su Amburgo 10.000 tonnellate di bombe dirompenti e incendiarie. La metodologia era già collaudata: prima bombe dirompenti per scardinare finestre e ingressi degli edifici, poi contemporaneamente spezzoni e bombe incendiarie al fosforo per bruciare i tetti e appiccare il fuoco penetrando fin negli scantinati.
“Si scatenò una tempesta di fuoco così intensa che nessuno mai fino a quel giorno l’avrebbe creduta possibile. Il fuoco, levandosi in cielo in vampe alte fino a duemila metri, attirava a sé l’ossigeno con una violenza tale che le correnti d’aria raggiunsero la forza di uragani… simili ad una mareggiata, lingue di fuoco alte come palazzi si riversavano nelle strade ad una velocità di oltre 150 chilometri all’ora…in alcuni canali ardeva anche l’acqua…ovunque corpi orribilmente dilaniati. (Il giorno dopo) su alcuni corpi orrendamente dilaniati guizzavano ancora le fiammelle azzurre del fosforo.” (W.G. Sebald, Storia Naturale della distruzione, Adelphi editore). Il numero dei morti non fu quantificabile.
Il piano di bombardamenti su larga scala della Germania (area bombing) fu ideato nel 1940 e cominciò a diventare operativo nel 1942. L’affinamento della tecniche di incursione aerea, anche con l’impiego di agenti chimici come il fosforo bianco, dispiegò i suoi devastanti effetti sulla Germania nazista fino a culminare nell’attacco a Dresda del febbraio 1945, il cui drammatico risultato in termini di vite umane fu paragonabile a Hiroshima e Nagasaki.
Va sottolineato che l’uso del fosforo bianco come arma letale di distruzione di massa risaliva a diversi anni prima. Senza andare troppo indietro nel tempo, deve essere ricordato il triste precedente degli italiani, che lo
Militari italiani in Etiopia - 1935
Truppe italiane in Abissinia - 1935
adoperarono nel 1934 in Etiopia (battaglia di Ual-Ual, centinaia di vittime). Nel 1937 l’aviazione nazista sganciò bombe incendiarie al fosforo bianco su Guernica, piccola cittadina dei paesi baschi spagnoli, riducendone in pochi minuti il centro a un ammasso di macerie fumanti.
Certamente non sono in discussione le responsabilità della Germania nazista nello scatenamento del conflitto e nella conduzione nel 1940 di un'offensiva aerea sull'Inghilterra che aveva fra gli scopi quello di terrorizzare i civili con questo tipo di armi di distruzione di massa (cosa che i tedeschi avevano già fatto appunto a Guernica, ma anche a Varsavia, a Rotterdam, e poi attaccando a tappeto le città inglesi,a cominciare da Londra, e come dimenticare Coventry?).
Nel settembre del 1940 Hitler preannunciò che le bombe naziste “ sarebbero cadute in Inghilterra indiscriminatamente a casaccio sui quartieri residenziali civili, su stazioni e paesi”.
Il contesto del conflitto totale prevedeva che “il bombardamento dei quartieri civili doveva accelerare la fine della guerra; la strategia fu chiamata moral bombing; lo scopo era abbattere il morale del nemico e la sua volontà di resistenza… l’idea di annientare dal cielo sia gli strumenti materiali che quelli morali che consentivano la prosecuzione della guerra” (Jorg Friedrich, La Germania bombardata, Mondadori editore). (...)
Nel Regno Unito anche la Chiesa fece sentire la sua voce.
Per citare solo qualche esempio, Lord Salisbury alla Camera Alta affermò l’insostenibilità dei massacri indiscriminati della popolazione civile, contrari alla morale e al diritto bellico. Altrettanto fece George Bell, autorevole vescovo di Chichester.
Lo scontrò attraversò anche le gerarchie militari. Lo stesso Winston Churchill tentò (non si sa ad onor del vero con quanta convinzione) di mettere in discussione la strategia del suo feroce e determinato Signore dei bombardamenti, Sir Arthur Harris. Ne esistono prove documentali.
"Il seme del caos"
di Marie Louise Berneri e Vera Brittain
Editore: Edizioni Spartaco (Collana Il risveglio)
Isbn: 88-87583-21-8
Anno: 2004
http://www.edizionispartaco.it
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