Sulla beatificazione di Franz Jägerstätter
Sulla beatificazione di Franz Jägerstätter
di Enrico Peyretti
(pubblicato nel libro a cura di Giampiero Girardi, Il contadino contro Hitler. Franz Jägerstätter. Una testimonianza per l’oggi, con scritti di Diego Cipriani, Francesco Comina, Anselmo Palini, Filippo Perrini, Enrico Peyretti, Mauro Stabellini, Sergio Tanzarella, Alberto Trevisan, Mao Valpiana, Ed. Berti, Piacenza 2007, pp. 110, € 7,00)
Il 26 ottobre 2007, a Linz, in un giorno significativo per l’Austria (festa nazionale per la fine dell’occupazione, la ritrovata indipendenza e la dichiarazione di neutralità, nel 1955), è stato dichiarato beato dalla chiesa cattolica Franz Jägerstätter, il contadino austriaco che obiettò alla guerra di Hitler e fu decapitato il 9 agosto 1943.
Informazioni: franzitalia@gmail.com ; tel. +39 347 4185 755 .
Il significato della testimonianza di Franz Jägerstätter oggi è finalmente riconosciuto dalla chiesa. Questo ci rende lieti e critici. Lieti della sua bella e ammirevole persona, della sua vita e morte da martire, critici della nostra chiesa che ora si fa bella, a distanza di sicurezza, di questo suo figlio che allora lasciò solo contro il ferocissimo impero nazista. Oggi quell’impero è morto - speriamo! - ma i suoi germi infettano le democrazie in cui riscontriamo vere e proprie “tendenze naziste” più profonde delle rozze violenze dei naziskin: vedi il libro di Giuliano Pontara, L’Antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Edizioni Gruppo Abele. È adeguata la nostra vigilanza morale e resistenza religiosa nel mondo d’oggi verso la presenza mascherata di quello stesso male contro cui gettò la vita Franz?
La chiesa fu più tenera e reticente verso il nazismo che verso il comunismo, arrivando a preferire il primo contro il secondo. E oggi? Le violenze di quei due sistemi non possono essere semplicemente eguagliate: il primo voleva un fine ingiusto con mezzi ingiusti, il secondo un fine in sé giusto con mezzi ingiusti che distruggevano il fine.
Nessun dubbio sulla grande vita interiore di Franz Jägerstätter, sulla sua coscienza nutrita alla meditazione personale diretta della Scrittura, quasi da protestante, e sulla sua fede coraggiosa e chiara contro l'idolo del momento: "Non avrai altro Dio...". Se oggi viene riconosciuto beato (accanto, per lo più, a personalità dell’apparato ecclesiastico, come il discutibilissimo Pio IX) è anche perché allora disobbedì ai consigli di preti e vescovi. Pochissimi tra loro lo capirono. Più del clero della sua chiesa lo capì - con quale dolore! - la moglie Franziska. Se oggi la sua chiesa giustamente lo onora, deve anche confessare la propria cecità di allora, abbacinata dall’idolo potente, e onorare il primato della coscienza sulle direttive ecclesiastiche.
Ma perché la chiesa cattolica continua a non riconoscere la virtù eroica del vescovo Romero, che il "sensus fidei" del popolo ha già riconosciuta, e che sfidò fino all'effusione consapevole del sangue, proprio come Franz Jägerstätter , l'idolo contemporaneo del capitalismo antiumano e dei suoi accoliti violenti?
E' più facile alla chiesa stare coi testimoni della condanna dell’impero pagano nazista di ieri, o coi testimoni della condanna dell’impero cristianoide capitalistico di oggi, che sacrifica uomini vivi al denaro morto?
Perché la chiesa ha santificato in tutta fretta il fondatore dell'Opus Dei, che non nega certamente l'avallo religioso all'impero attuale, e la partecipazione ai suoi affari di ogni genere?
Perché la chiesa ha santificato in gran fretta uno strano frate come padre Pio, solo perché stuzzica una religiosità facile, emotiva, miracolistica, che però procura vaste folle mosse da ingenua superstizione più che da fede sostanziosa in Cristo? L'immagine di padre Pio sostituisce Gesù Cristo e la sua croce, cioè la speranza cristiana davanti alla morte, sui comodini di ospedale e sugli annunci mortuari: si tratta di un'altra religione, il padrepiismo, rispettabile come ogni religione sincera, ma non paragonabile col messaggio di Gesù, l’unico affidato alla chiesa nei secoli. Chiesa di Cristo o chiesa dei santi?
Insieme a questo, davvero ben fondato, riconoscimento in Franz Jägerstätter della santità di un martire della pace e della nonviolenza, motivate da una profonda fede cristiana, la chiesa cattolica accolga il suo insegnamento e ci aiuti tutti a testimoniare la stessa santa ribellione di Franz Jägerstätter all'idolo imperiale di oggi, che opprime e minaccia col dominio economico, culturale, mediatico, e militare, persino con le armi nucleari pronte all’uso, la vita di tutti popoli, sottomessi o ribelli.
Ripeta oggi la chiesa, sull'insegnamento di Franz Jägerstätter, la sua lotta originaria all'impero romano (non le contese medievali per il potere e l'influenza sociale e patrimoniale!), si opponga con forza all’assorbimento della religione delle coscienze nella religione civile di conferma al potere e all’etica correnti, e non cada mai più nella sottomissione millenaria all'adescamento e cattura costantiniana.
Oltre all'onorare oggi la coscienza di Franz Jägerstätter che rispondeva alla voce di Dio, in coraggiosa solitudine, compreso quasi solo dalla moglie Franziska - che rappresentava da sola tutto il sostegno fraterno che la chiesa aveva l'obbligo di dare a Franz - la chiesa oggi non si limiti a condannare le violenze - le violenze strutturali dell'impero, le violenze ribelli all'impero, le vendette dell'impero, la violenta disinformazione delle menzogne e degli occultamenti - ma scorga, ascolti, affianchi e difenda le coscienze che Dio illumina e guida oggi a rifiutare ogni collaborazione a tutte queste diverse violenze.
Non basta che le autorità della chiesa condannino le guerre rivolgendosi ai capi e responsabili politici. Se la guerra, anche la sua sola preparazione in luogo della politica giusta e pacifica, è crimine e peccato, la voce della chiesa non può trattare, da pari a pari, coi capi politici, quasi che fosse una di loro, come in effetti appare al popolo.
Essa deve parlare alle coscienze, perché la chiesa è una fraternità di coscienze aperte alla luce di Cristo. Nel condannare la guerra, la chiesa deve esortare e sostenere le coscienze personali, di ogni cittadino, e anche dei militari già coinvolti nella guerra, che la guerra rifiutano a caro prezzo di sofferenze e punizioni anche estreme.
Invece la chiesa, le chiese, sono state e sono spesso ancora esitanti, incerte, a volte anche vili, in questo servizio alle coscienze coraggiose, non riconoscendo come segno dello Spirito di Dio nei cuori di credenti o non credenti, l'obiezione e il rifiuto della coscienza a collaborare all'omicidio di guerra. Le chiese sembrano avere più rispetto e delicatezza verso i potenti violenti che verso i singoli nonviolenti, i quali non hanno altro potere che la forza della verità e dell'amore per la pace.
Non che la chiesa debba imporre alle coscienze nuovi obblighi dall'esterno. Si tratta che essa riconosca, sostenga, onori le coscienze personali che obiettano alla guerra in vari modi; che tenga vivo e circolante l'appello evangelico concreto alla pace attiva; che inviti ogni coscienza, anche dei combattenti, a riflettere nell'intimo davanti al peccato di guerra, come dice Gesù: "Non sapete giudicare da voi stessi?" (Luca 12,57). Così, non solo i cittadini, ma anche i molti soldati che sentono ripugnanza interiore per ciò che stanno facendo, potranno avere la forza di disobbedire, disertare, smontare la macchina di guerra con le loro mani, onorati e difesi dalla chiesa.
Questo soprattutto ci insegna il giusto riconoscimento che la chiesa cattolica rende finalmente a Franz Jägerstätter, soldato ribelle, obiettore di coscienza fino alla morte, in nome dell'amore ispirato dal vero Dio contro gli idoli, amore che si dimostra e si realizza nella difesa e costruzione strenua della pace.
È bella la preghiera che per l’occasione è stata proposta:
Preghiera per la beatificazione di Franz Jägerstätter
Signore Gesù Cristo, hai colmato il tuo servitore Franz Jägerstätter
di un profondo amore per Te, per la sua famiglia e per tutta l’umanità.
In un tempo di barbarie e di disprezzo per Dio e per l’uomo
gli hai donato una capacità di giudizio chiara e incorruttibile.
Con la forza della fede e nella fedeltà alla sua coscienza
ha pronunciato un no deciso al nazismo e a una guerra ingiusta,
sacrificando così la sua vita.
Ti preghiamo: mostralo alla Chiesa come Beato,
affinché molti siano incoraggiati e prendano esempio da lui
per crescere nell’amore per te e per l’umanità.
Fa' che la sua figura illumini il nostro tempo
e dona a tutti la forza di impegnarsi
per la giustizia, la pace e la dignità dell’uomo.
A Te sia onore e gloria con il Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen
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