Lo Sterminio Nazista e La Testimonianza
La narrazione testimoniale degli eventi...
La Shoah, intesa come narrazione e ricostruzioni di dati, è rivissuta e ripresentificata sulla parola delle testimonianze.
Questo aspetto è sottoposto a rischi, per la progressiva scomparsa dei testimoni e per il possibile oscuramento degli eventi nelle vicende attuali.
La memoria contemporanea deve considerare la condizione di una inesorabile scomparsa delle voci testimoniali, con la possibilità che le storie non si completino con altre storie.
Nel vuoto lasciato dai testimoni si pone la dimensione di un dopo-memoria, in una riflessione strutturata sulla capacità di elaborare i documenti e i reperti d'archivio.
Quando i testimoni saranno scomparsi e la loro voce non avrà più voce, subentrerà un insieme di storie che racconteranno e ricostruiranno scenari e situazioni dove sarà opportuno elaborare quelle voci e quelle testimonianze come documenti e non più come prove, nel passaggio irreversibile tra passato e attualità.
L'idea dell'annientamento delle diversità e degli oppositori nell'Olocausto si è sviluppata in Europa nel XX secolo, nella civiltà dell'illuminismo, degli ideali di libertà, fratellanza e uguaglianza, dello stato di diritto, dell'autodeterminazione dei popoli, in un continente basato sui valori fondanti della cultura contemporanea.
La Shoah è inscritta nella nostra storia e ha trovato un'attuazione completa in paesi che hanno decisamente contribuito all'arte, alla filosofia, alla scienza, alla musica e alla letteratura.
Attualmente, mentre si assiste alla scomparsa progressiva dei testimoni, lo sterminio solleva ancora molti interrogativi e quesiti sulla convivenza civile tra persone di tradizioni, lingue, religioni e sensibilità diverse, rispetto ai diritti universali della cittadinanza e allo sviluppo della democrazia. L'analisi del fenomeno concentrazionario include che si considerino molti aspetti, come il numero dei morti, i livelli di violenza, il comportamento dei carnefici e la depersonalizzazione e l'annichilimento delle vittime.
Discutere della Shoah significa considerare la società attuale e il nesso con un passato che riguarda tutti.
Risulta necessario uscire da una dimensione etnica della memoria e coglierne gli aspetti e gli elementi universalistici.
La Shoah è assunta come unità di misura della modernità, rispetto al problema dei diritti umani e in relazione alla costruzione delle dinamiche di potere autoritario.
L'Olocausto richiama questioni relative alla violenza, alla memoria di gruppi particolari di fede, di esperienza, di appartenenza, di convinzione e sollecita la riflessione su tematiche riguardanti la memorizzazione e la narrazione.
Intorno alla vicenda dello sterminio nazista si sono sviluppate memorie nazionali, ricostruzioni di identità collettive e riflessioni sull'origine dei gruppi etnici.
La Shoah entra come vicenda di rilievo nella vita interiore e segna il linguaggio collettivo, quando si stabilisce un diverso rapporto con quell'esperienza, nell'esposizione del dolore, della sofferenza privata e della riflessione intorno al vissuto personale dei testimoni.
Il problema non consiste solamente nel riemergere del ricordo individuale, ma nel fatto che le memorie sono risultato della ricostruzione del passato soggettivo ed individuale, collettivo e pubblico, come conseguenza non solo di un retaggio personale, che viene recuperato soggettivamente, ma di una sensibilità collettiva, che costruisce e si evolve nel tempo della narrazione testimoniale, rinviando ad una modalità particolare del ricordo e dell'esperienza vissuta. Il racconto dello sterminio nazista non si configura come deposito di narrazioni trasmesso tra generazioni, ma risulta un resoconto testimoniale in cui assumono rilievo gli atti, le relazioni tra persone, i fatti microstorici, piuttosto che gli eventi macrostorici.
La Shoah è un fenomeno storico che ha prodotto la distruzione fisica e psichica di milioni di individui, basandosi su una macchina sistematica e persecutoria che colpiva ogni persona vicina. Per questo la memoria dello sterminio riguarda tutti noi.
Non è un evento privato o corporativo, ma riguarda la memoria dell'intera comunità.
La riflessione relativa allo sterminio nazista costituisce un retroterra culturale che permette di imparare a confrontarsi con la storia, con la questione del passato, come luogo inquieto dell'identità del presente, richiamando la memoria individuale, la narrazione pubblica e la mobilitazione di risorse emotive ed emozionali, ridefinendo un rapporto fondante tra individuo, comunità, collettività e storia degli eventi e dei singoli soggetti.
L'attività mnemonica di ricostruzione degli eventi del passato storico ha posto l'obbligo di riporre al centro dell'attenzione collettiva gli individui e le loro storie materiali e anche le loro ricostruzioni mnemoniche a posteriori degli accadimenti storici, individuali, comunitari e collettivi in versioni narrative che obbligano molti protagonisti dello sterminio a confrontarsi con le vicende della storia e a ripensarle.
Alla mente dei testimoni riaffiorano moltissimi miti, particolari inventati, scene ricostruite e riproposte, peculiarità esistenziali di memorie personali e ricordi del passato, che obbligano la collettività a continue verifiche e a rielaborare sempre l'analisi del rapporto tra persone e storia e ad aggiornare costantemente il ricordo.
La memoria della Shoah comporta la ricostruzione di una identità che indica i timori e le paure attuali e che con difficoltà riesce a rapportarsi alla violenza degli eventi, all'organizzazione del terrore nel sistema concentrazionario nazista, in rapporto al problema del totalitarismo come pratica sistematica votata all'annichilimento, alla depersonalizzazione e all'annientamento fisico e psichico dell'avversario, dell'opposto, del nemico ontologico.
Nella ricostruzione e riproposizione interiore, intimistica e pubblica della storia dello sterminio nazista, hanno avuto un ruolo rilevante i memoriali di testimonianze e i percorsi museali, nella ricostruzione documentale e fattuale.
Interrogarsi sullo sterminio nazista richiede una riflessione pubblica sulla storia privata e personale dei testimoni, sulla memoria collettiva delle specifiche realtà sociali, culturali, politiche, in cui i sopravvissuti hanno tentato di reinserirsi, dopo l'esperienza concentrazionaria e di deportazione, suscitando una globale questione relativa ai valori culturali propri delle specifiche società complesse, in cui le vicende dei singoli sono state accolte e proposte come tema di riflessione collettiva e pubblica nel tempo e nel corso della storia.
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