L'autorevole Rivista "Scuola e Didattica", edita da "La Scuola", valido punto di riferimento per il mondo della Pubblica Istruzione Italiana, propone:

Oltre la Memoria. Le Leggi Razziali nella Scuola

Riflessioni tra passato, presente e futuro…



Laura Tussi12 gennaio 2011

 Oltre la Memoria.

LE LEGGI RAZZIALI NELLA SCUOLA.

Riflessioni tra passato, presente e futuro…

 di Laura Tussi

 L'articolo 1, del regio decreto legge del novembre 1938, riguardante l'integrazione ed il coordinamento delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana, riporta che non potevano essere ammesse persone di “razza ebraica” a qualsiasi ufficio e impiego nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, frequentate da alunni italiani.

Il divieto era esteso anche agli studenti, bambini e ragazzi.

Nelle scuole di istruzione media, frequentate da alunni italiani, era vietata l'adozione di libri di testo di autori di “razza ebraica” e il divieto era esteso anche ai libri frutto della collaborazione di più autori, di cui uno di questi fosse di origine ebraica.

Per i bambini ebrei erano istituite, a spese dello Stato, speciali sezioni discriminatorie di scuola elementare, in cui il personale doveva essere rigorosamente appartenente alla “razza ebraica” e dove potevano essere adottati esclusivamente libri di testo di autori ebrei.

L'incontro con i testimoni di queste ingiustizie e di questi tragici eventi lascia sempre un profondo senso di amarezza di fronte alla crudeltà di quanto avvenuto; incoraggia a mantenere viva la memoria di quello che è stato e obbliga alla ribellione contro tutte le forme di ingiustizia che nel mondo attuale ancora si perseguono. Un gruppo di studenti del liceo Manzoni di Milano hanno scoperto, tra le vecchie carte dell'archivio del loro antico liceo, il provvedimento di eliminazione dalla scuola degli studenti di cultura, tradizione e religione ebraica, nel settembre del 1938, anno della promulgazione delle leggi sulla razza in Italia.

Attraverso documenti e testimonianze, gli studenti con i loro insegnanti ripercorrono l'intera vicenda della discriminazione, della diaspora e della repressione degli ebrei in Italia, sino alla deportazione.

Studenti e insegnanti incontreranno nomi e storie, scopriranno che gli studenti epurati erano un numero notevole e che il liceo Manzoni di Milano era scuola di riferimento della comunità ebraica. Incontreranno, nella loro ricerca, parti della società milanese, piccola e media borghesia, commercianti e liberi professionisti.

Incontreranno una società normale, produttiva, operosa, condannata alla discriminazione, all'umiliazione, alla persecuzione…alla morte.

Studenti e insegnanti del liceo Manzoni incontreranno nei documenti omertà e silenzio, intorno alla vicenda dei cittadini discriminati.

Discriminazione, omertà, silenzio, eventi di repressione, densi di infamie, che terminano sui binari dei treni che conducono nei Lager della morte.

Studenti e insegnanti del liceo Manzoni di Milano, con la ricerca dal titolo Oltre la memoria, hanno meditato e si sono impegnati a partire da se stessi.

Hanno individuato e analizzato il passato, partendo da se stessi.

Le aule liceali che loro frequentano e animano sono esattamente le stesse del 1938.

Dai documenti del liceo sono arrivati a trattare della storia crudele di quegli anni che si consumava anche nelle scuole. Hanno incontrato i testimoni, cercando di tessere analogie tra quegli eventi e i vari episodi di intolleranza e discriminazione, sempre attuali nella scuola.

Episodi di intolleranza e discriminazione contro i disabili, contro le persone di colore, contro gli islamici…contro i nuovi diversi.

Da tempo la scuola italiana occupa l'attualità con cronache sempre più disarmanti.

Tutti conoscono e deprecano le condizioni e i livelli di studio.

Tutti biasimano le condizioni di insegnamento e la remunerazione professionale degli insegnanti e di tutto il personale impiegato nella scuola.

Il precariato dilaga.

Tutti subiscono i tagli imposti dalla recessione economica.

La scuola è percepita come un immodificabile santuario dell'inutile e dell'effimero.

Un necessario purgatorio temporale che contiene i giovani e li risparmia ad un mercato del lavoro che ormai implode su se stesso, fagocitato da un sistema capitalistico spietato che riduce in schiavitù i più deboli.

La scuola è un rito sociale che si ripete.

Istituzionale, inesorabile, con cadenze secolari, con la stessa luce nei corridoi, le stagioni che si susseguono sempre identiche, le ansie e i dolori, gli analoghi turbamenti di generazioni.

La stessa scuola che ha vissuto ingiustizie e discriminazioni in un passato da non dimenticare e da non archiviare nel dimenticatoio dell'oblio.

La scuola che ormai riattualizza le ingiustizie anche se con diversa entità ed intensità.

La scuola che dovrebbe invece sempre e costantemente aprirsi alle differenze, agli altri, insegnanti e studenti, alle loro esigenze, ai caratteri di cui ognuno è portatore e alle difficoltà che ciascuno presenta. Una scuola senza discriminazioni dove l'altro sia considerato come depositario di un'autentica ricchezza individuale, da condividere nella comunità sociale per una civiltà a misura di persona.

 Laura Tussi, Istituto Comprensivo via Prati - Desio (Monza e Brianza)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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    Episodi di intolleranza e discriminazione contro i disabili, contro le persone di colore, contro gli islamici…contro i nuovi diversi. Da tempo la scuola italiana occupa l'attualità con cronache sempre più disarmanti. Tutti conoscono e deprecano le condizioni e i livelli di studio. Tutti biasimano le condizioni di insegnamento e la remunerazione professionale degli insegnanti e di tutto il personale impiegato nella scuola. Il precariato dilaga. Tutti subiscono i tagli imposti dalla recessione economica. La scuola è percepita come un immodificabile santuario dell'inutile e dell'effimero. Un necessario purgatorio temporale che contiene i giovani e li risparmia ad un mercato del lavoro che ormai implode su se stesso, fagocitato da un sistema capitalistico spietato che riduce in schiavitù i più deboli. La scuola è un rito sociale che si ripete. Istituzionale, inesorabile, con cadenze secolari, con la stessa luce nei corridoi, le stagioni che si susseguono sempre identiche, le ansie e i dolori, gli analoghi turbamenti di generazioni. La stessa scuola che ha vissuto ingiustizie e discriminazioni in un passato da non dimenticare e da non archiviare nel dimenticatoio dell'oblio. La scuola che ormai riattualizza le ingiustizie anche se con diversa entità ed intensità. La scuola che dovrebbe invece sempre e costantemente aprirsi alle differenze, agli altri, insegnanti e studenti, alle loro esigenze, ai caratteri di cui ognuno è portatore e alle difficoltà che ciascuno presenta. Una scuola senza discriminazioni dove l'altro sia considerato come depositario di un'autentica ricchezza individuale, da condividere nella comunità sociale per una civiltà a misura di persona.

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