AZIONE NONVIOLENTA, Rivista illustre, fondata nel 1964 da ALDO CAPITINI e diretta da MAO VALPIANA, propone una recensione di LAURA TUSSI
Azione Nonviolenta-150° Unità (militare)d'Italia
Recensione di Laura Tussi del numero di Marzo 2011, dedicato al centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.
La Rivista rievoca la figura di Aldo Capitini, come testimone della storia, che ha posto le basi della Nonviolenza come “punto della tensione più profonda tesa al sovvertimento di una società inadeguata”. Infatti la Nonviolenza a livello planetario è la via d'uscita da posizioni insufficienti, per lanciare ponti di relazioni, reti di dialogo che sviluppino strategie di liberazione, per tessere la memoria e ricomporre l'infranto, come prova suprema di amore, per riprogettare il futuro e aprire varchi di speranza in società migliori fondate sulla libertà, la giustizia, l'uguaglianza e il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani.
La Rivista rievoca la figura di Aldo Capitini, come testimone della storia, che ha posto le basi della Nonviolenza come “punto della tensione più profonda tesa al sovvertimento di una società inadeguata”. Infatti la Nonviolenza a livello planetario è la via d'uscita da posizioni insufficienti, per lanciare ponti di relazioni, reti di dialogo che sviluppino strategie di liberazione, per tessere la memoria e ricomporre l'infranto, come prova suprema di amore, per riprogettare il futuro e aprire varchi di speranza in società migliori fondate sulla libertà, la giustizia, l'uguaglianza e il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani.
1861-2011
Unità (militare) d’Italia
Recensione del numero di Azione nonviolenta, marzo 2011
di Laura Tussi
Il numero di marzo 2011 di Azione nonviolenta è dedicato al centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.
Potrebbe apparire una riflessione azzardata tentare di ricomporre la storia della nascita dello Stato italiano alla luce del concetto della pratica della Nonviolenza, in un contesto storico in cui l'efferatezza degli eserciti europei assunse dimensioni devastanti. All'interno di questo contesto esteso di violenze e di guerra, con fatti sanguinosi ed efferati, si distinguono, invece, episodi e personaggi che determinarono, proprio in quello specifico contesto, una nuova modalità di pensiero, un innovativo atteggiamento critico, nel concepire la collettività, la popolazione e i rapporti tra cittadini, come fecero i primi disertori, i renitenti e gli obiettori alla leva obbligatoria.
Dal travaglio rivoluzionario risorgimentale, purtroppo, non si sviluppò l'idea cosmopolitica di una società planetaria e internazionale, ma si impose la condizione di un'umanità ordinata in Stati Nazione, sovrani e indipendenti, dalla cui singola volontà di potere si produssero una serie interminabile di conflitti armati, tra cui due guerre mondiali e un mondo sull'orlo del suicidio atomico e della catastrofe ambientale.
Fin dal ‘700, eruditi ed intellettuali della penisola avevano manifestato di condividere il pensiero del sogno cosmopolitico di una Repubblica universale, come Mazzini, che auspicava un'umanità futura, in cui le divisioni nazionali sarebbero state cancellate, ma con l'epopea risorgimentale l’ideale cosmopolitico svanisce e subentra il nazionalismo più aggressivo ed esasperato.
La nazione è il prodotto di una coazione ideologica del potere, perché gli Stati moderni hanno creato il sentimento soggettivo della personalità e del legame nazionale, ma in modalità artificiali e coatte, imposte dal potere politico.
La pace, la tolleranza, la spiritualità sono dunque messaggi di speranza in un progresso sociale, volto alla costruzione di società libere fondate sulla Nonviolenza e sul non interventismo, per far evolvere l'umanità in un futuro caratterizzato dall'alto sentire di unità universale cosmopolita, oltre il culto eroico del potere nazionalistico, per andare oltre la retorica patriottica, che svuota il Risorgimento, come anche la Resistenza , delle effettive valenze storiche e sociali, per cui un intero popolo ha combattuto contro il sopruso, contro la dominazione e l’imposizione: ma tutto questo portato di ideali alti e nobili è stato fermato e limitato. Ancora una volta il potere ha frenato lo slancio libertario delle moltitudini, ma è utile, doveroso e importante ricordare il momento in cui un popolo si emancipa dall'imposizione, dalla personificazione autoritaria del potere e dall'assolutismo di politicanti di mestiere e riesce a conquistare un barlume di vera e autentica libertà.
Il popolo italiano sembra senza memoria, privo di attenzione per la propria storia e per il passato che gli appartiene, manifestando un qualunquismo generalizzato, che ormai ha completamente attecchito nelle nuove e, addirittura, nelle vecchie generazioni, perse nell'idea perversa del successo e della plastificazione esistenziale. Invece, è necessario fare memoria e ricordare la nascita dello Stato italiano e degli Italiani come popolo, per il sacrificio di moltitudini di persone che hanno versato il proprio sangue e dato la propria vita, nel segno dell'eguaglianza sociale ed economica, della libertà di espressione, del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e della fratellanza, ideali alti che il pensiero culturale e politico egemone attualmente sta scardinando in nome di fittizie libertà e di egoismi velleitari, che consistono nel favoreggiamento della corruzione ad alti livelli del potere politico.
Laura Tussi
Istituto Comprensivo via Prati - Desio
(Monza e Brianza)
http://www.youtube.com/lauratussi
Azione nonviolenta
Rivista mensile del Movimento Nonviolento
Fondata da Aldo Capitini nel 1964
Anno 48 n. 567
Marzo 2011
www.nonviolenti.org
an@nonviolenti.org
Note: http://nonviolenti.org/cms/index.php?mact=News,cntnt01,detail,0&cntnt01articleid=25&cntnt01origid=15&cntnt01returnid=238
Articoli correlati
- L'ultimo testo scritto da Gianmarco Pisa
I musei per la pace
Recensione del libro "Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace". I musei per la pace promuovono attivamente la risoluzione dei conflitti, educando alla nonviolenza e ai diritti umani.25 novembre 2024 - Alessandro Marescotti - Era il "raccomandato" del mio capitano
Quel soldato che non si presentava mai all'alzabandiera
Dormiva, sapendo di essere intoccabile. Era una situazione che da sottotenente non potevo tollerare: un esempio diseducativo per tutto il plotone che comandavo. Gli detti la consegna di rigore. Il capitano per tutta risposta lo mandò a casa in licenza premio.23 agosto 2024 - Alessandro Marescotti - Mi hanno congedato con note caratteristiche negative per "scarsa attitudine al comando"
Ufficiale pacifista
Forse alcuni pensano che io sia stato un obiettore di coscienza al servizio militare. E invece no. Ho imbracciato le armi, ho sparato qualche colpo su un bersaglio, ho lanciato la mia bomba a mano nel poligono di tiro, ho avuto alcuni soldati ai miei ordini. Questa è la mia storia.22 agosto 2024 - Alessandro Marescotti - Pedagogia della resistenza
Scrivere
Quando tutto sembra perduto, quello è il momento in cui nasce potente dentro di me la volontà di resistere. E scrivo. Come estremo atto di volontà. La scrittura è un atto di autodifesa ragionato, di sopravvivenza a tutto ciò che mi toglie forza e motivazione.30 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network