Wars on demand, guerre nel terzo millennio e lotte per la libertà
Wars on demand, guerre nel terzo millennio e lotte per la libertà, a cura di “Vicenza libera dalle servitù militari”, edito da AgenziaX all’interno della collana “Global Books” appare non solo come un saggio di geopolitica, ma soprattutto come un vero e proprio “manuale” che possa permettere a tutti di essere consapevoli degli equilibri mondiali.
Esso, infatti, partendo dall’esperienza vicentina (uscita indubbiamente vittoriosa da uno scontro impari) del movimento No Dal Molin e dalla lotta in corso a Niscemi contro il Muos, si inoltra in dettagliate spiegazioni degli eventi che avvengono nelle aree più “calde” del pianeta.
Come scritto nell’introduzione, l’idea di questo libro è scaturita dalla Global Conference del settembre 2013 nel corso del Festival No Dal Molin, “il primo meeting internazionale online che ha visto collegate dodici realtà diverse fra Italia, Asia, Oceania, isole dell’Oceano Pacifico e Stati Uniti d’America” .
Tutto questo appare molto interessante se pensiamo all’attuale situazione geopolitica.
Gli Stati Uniti, a causa della crisi mondiale, ma anche di una strategia molto poco prudente in Afghanistan e in Iraq, perdono terreno nei confronti dei paesi BRICS.
In particolare, in Asia, la partita che si sta giocando assume sempre più i segni di uno scontro multipolare con diversi paesi a giocare il ruolo dell’outsider, al contrario del periodo dominante degli Stati Uniti nel secondo dopoguerra e di quello basato sui blocchi contrapposti della guerra fredda.
All’interno dello scontro tra titani, tra USA e Cina, diversi paesi, infatti come il Giappone o la Corea del Nord danno sempre più l’impressione di voler giocare un proprio ruolo da protagonisti nella definizione degli equilibri in estremo oriente e, se l’ascesa della Cina è un fenomeno che indubbiamente ha cambiato lo scenario mondiale, questa voglia di indipendenza potrebbe portare ad ulteriori variazioni, dagli esiti imprevedibili.
Servendosi del parere e delle conoscenze di esperti, come Angela Pascucci, ma anche di gente del luogo come il professor Michael Lujan Bevacqua della University of Guam, Wars on demand riesce a vedere lontano e a vedere in maniera anche molto dettagliata quanto sta accadendo.
Inoltre, al di là della situazione attuale dei conflitti in atto, appaiono anche ben dettagliati i capitoli sulle nuove tecnologie che gli stati potrebbero usare in guerra, tecnologie che oltre ai droni, comprendono anche le colonie spaziali e il cyberspace, ovvero i movimenti come Anonymous, e sulla rinnovata esperienza del mercenariato ad opera di agenzie di cui ormai si servono anche tutte le grandi potenze mondiali.
In un momento come questo in cui c’è una sovrapproduzione di notizie e in cui, grazie ad internet, tutti possono avere accesso ad esse senza però comprendere fino in fondo se siano vere o false, Wars on demand appare come un esempio ben riuscito di controinformazione.
Non inventa complotti, ma scava attentamente cercando di vedere al di là del titolo del tg, citando le fonti e avvalendosi del parere di esperti del settore.
Infine, un’altra caratteristica del libro è il rispetto del principio riassunto nel celebre slogan “Pensare globale, agire locale”.
Se nei capitoli successivi, infatti, vengono esplicate le situazioni e le dinamiche geopolitiche che le grandi potenze seguono, i primi due (sul movimento No Dal Molin e No Muos) sono dei veri e propri manuali per chi, di quelle stesse dinamiche, subisce le più dirette conseguenze.
Wars on demand fa comprendere come dall’esperienza non violenta dei No Dal Molin e dei No Muos e dai popoli asiatici, statunitensi e dell’Oceania in lotta, non nasca solo opposizione ai progetti, ma anche emancipazione (emblematico il caso delle mamme No Muos) e più che “democrazia diretta”, concetto molto in voga al momento, qualcosa di ancora più importante, l’autodeterminazione.
Vicenza libera dalle servitù militari è un soggetto plurale al centro delle battaglie contro le basi Usa presenti in città e promotore di una riconquista sostenibile del territorio da parte delle comunità che lo abitano. In questi anni di manifestazioni e cortei, Vicenza ha scoperto non solo quanto è invadente la presenza dell’esercito a stelle e strisce ma anche quanto sono importanti i percorsi collettivi, capaci di cambiare dal basso una città (www.nodalmolin.it).
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