Una cronologia

Isis, come è nato il terrorismo che insanguina anche l'Europa

Dalla disintegrazione di Iraq, Siria e Libia alla formazione del Califfato

29/7/2011

Si forma l'Esercito Siriano Libero per abbattere il regime di Assad. In Libia è in corso la guerra che porta all'uccisione dei Gheddafi e al rovesciamento del suo regime (20 ottobre 2011) con l'appoggio militare degli Usa e varie nazioni dell'Unione Europea.

 

27/2/2013

L'Arabia Saudita arma i guerriglieri siriani con cannoni. Gli arsenali delle guerre balcaniche vengono trasferiti in Siria attraverso la Giordania. Lo rivela in New York Times. Si legge su La Stampa: "Dipartimento di Stato, Cia e Pentagono si dissero favorevoli ad armare i ribelli mentre la Casa Bianca si oppose, per espressa volontà del presidente Barack Obama.  La scelta della monarchia wahabita fu dunque di subentrare alle esitazioni americane, scegliendo di diventare la nazione guida dell’invio di armamenti ai ribelli che, nel corso degli ultimi mesi, hanno consentito di mettere sulla difensiva le forze del regime. A essere particolarmente efficaci sono infatti i missili tipo-stinger, che minacciano elicotteri e aerei, così come i pezzi di artiglieria leggera perché consentono di dare l’assalto alle basi".

 

14/3/2013 

Siria. Cameron e Hollande fanno sapere di essere intenzionati a fornire armi ai ribelli siriani anche in assenza di condivisione con le altre nazioni europee. "Il problema più grande resta la scelta dei destinatari in uno scenario sempre più frammentato", si leggeva sul Fatto Quotidiano in quella data. Tutto questo avviene nonostante il divieto Ue e Onu di inviare armi in Siria. La cosa è confermata anche dalla cronologia dell'escalation in Siria, redatta dall'Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).

Una questione che non è estranea alla destabilizzazione della Siria è il suo rifiuto a far passare corridoi energetici che possano fare competizione alla geopolitica della Russia.

Un rapporto di Amnesty Internationale denuncia violazioni dei diritti umani anche da parte dei ribelli armati, oltre che delle forze governative.

Chi prende le armi contro il regime di Assad viene definito "ribelle" dai media occidentali e "terrorista" dal governo siriano.

 

 9/4/2013 

Viene adottata per la prima volta la dicitura ISIS per indicare lo Stato Islamico di Iraq e Siria.

 

28/5/2013

I ministri delle nazioni UE decidono che dal primo agosto si possano inviare armi in Siria per aiutare i guerriglieri. Perplessità di alcune nazioni europee. 

 

Agosto 2013

Siria. Stati Uniti e Regno Unito premono sull'Onu per una azione militare contro il governo siriano di Assad. Russia, Cina e Iran si oppongono.

 

29/6/2014 

Viene proclamato il Califfato dell'Isis su un territorio conquistato militarmente in Siria nel corso della guerra civile, territorio che si estende anche all'Iraq facendo leva sui conflitti fra ribelli sunniti e governo iracheno sciita. Califfato dell'ISIS, giugno 2014

 

8/8/2014

Obama autorizza i primi bombardamenti contro le postazioni dell'Isis e il lancio di aiuti umanitari alle popolazioni in fuga.

 

7/10/2014

Joe Biden, vice-presidente degli Stati Uniti, in un discorso tenuto  all’Università di Harvard, in Massachusetts, ha accusato i paesi alleati Usa nel Golfo – Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar – di non fare abbastanza per combattere Isis e, peggio, di essere loro i finanziatori del gruppo che ha preso il posto di Al-Qaeda (surclassando in un anno i seguaci di Osama bin Laden per brutalità, strategia,  soldi e marketing mediatico). Basta rileggersi il trascript di un programma andato in onda su Cnn il 7 ottobre 2014 per averne conferma – Joe Biden: “Hanno fatto piovere centinaia di  milioni di dollari e decine di migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere contro Assad, peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti erano… al Nusra, al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da altre parti del mondo”.

 

Gennaio 2015

Isis avanza anche in Libia, sempre più instabile dopo la caduta di Geddafi.

 

7/1/2015

Attacco terroristico a Parigi al giornale satirico Charlie Hebdo.

 

29/1/2015

Finanziamenti Usa finirebbero all'ISIS. A dirlo è Yousaf al Salafi, comandante pakistano dell’Isis. 

 

Primavera 2015

L'ISIS avanza in Iraq e si procura le armi che gli Usa avevano fornito all'esercito iracheno. "Lo ha ammesso pubblicamente lo stesso presidente Barack Obama. Gli Usa hanno sottostimato il Califfato e sopravvalutato l'esercito iracheno, che si è liquefatto nella primavera scorsa di fronte all'avanzata dell'Isis che ha catturato mezzi e armamenti forniti dagli Usa alle forze di Baghdad", scrive Alberto Negri sul Sole 24 Ore.

 

22/6/2015

Siria, il premier del Qatar dichiara: "Armare i ribelli in Siria è l'unico modo di ottenere la pace. Il sostegno morale non è sufficiente".

 

Agosto 2015

L'amministrazione Obama tenta di reclutare e armare volontari siriani per combattere l'ISIS. Ma è un flop.

 

7/9/2015

Isis cambia nome nella terminologia mediatica e si trasforma in Daesh, seguendo un acronimo complicatissimo e irripetibile. Il ministro della Difesa francese dichiara che il suo nemico è Daesh e annuncia azioni militari. E Assad? "È il nemico del suo popolo", spiega il ministro Le Drian.

 

28/9/2015

Mosca definisce "illegali" i raid francesi in Siria "senza l'autorizzazione dell'Onu e del governo legittimo". Cominciano i raid russi autorizzati da Assad.

 

30/9/2015

Critiche Usa ai raid russi in Siria: "Mosca fermi sua aggressione". La Russia è alleata della Siria per avere un avamposto militare nel Mediterraneo.

 

13/10/2015

Il New York Times rivela che dal 2013 gli Stati Uniti hanno consegnato armi ai militanti antiregime per il tramite dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati, oltre che della Cia (che avrebbe anche addestrato i gruppi anti-Assad all'uso dei missili anticarro), con la tacita approvazione degli Usa.

Al Qaeda offre una consistente somma di denaro a chi uccide Assad.

 

7/11/2015

Putin accusa: "All'ISIS soldi da Paesi del G20"
«Una delle ragioni per cui i Paesi del Golfo consentono tali donazioni private - dichiara Mahmud Othman, ex deputato curdo a Baghdad - è per tenere questi terroristi lontani il più possibile da loro». David Phillips, ex alto funzionario del Dipartimento di Stato Usa ora alla Columbia University di New York, assicura: «Sono molti i ricchi arabi che giocano sporco, i loro governi affermano di combattere Isis mentre loro lo finanziano». Emerge una scomoda verità in un'inchiesta di Newsweek e in un un rapporto della Brooking Institution di Washington. Kuwait e Qatar sotto accusa.

 

13/11/2015

Attacco terroristico a Parigi, riconducibile all'ISIS. 

 

16/11/2015

L'ISIS è l'organizzazione terroristica più ricca del mondo. Il settimanale Panorama rivela come si finanzia l'ISIS. Finanziamenti che giungono da Qatar e dal Kuwait tramite le fondazioni di carità islamiche del Golfo persico. Il 18 novembre 2015 appare un duro articolo di accusa anche verso l'Italia che vende armi anche a nazioni sosteppate di appoggiare l'ISIS. Scrive Luca Marcassoli: "David Cohen, sottosegretario americano per il terrorismo, definisce il Kuwait come "l'epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria" e il Qatar come "un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi". Proprio dall'Arabia Saudita e da questi due paesi, secondo il Washington Institute for Near Policy, l'Isis ha ricevuto finanziamenti per 40 milioni di dollari negli ultimi due anni. E proprio a questi paesi si è rivolto, negli ultimi dieci anni, il mercato di esportazione di armi Made in Italy. Dal 2012 al 2014 l'Italia ha esportato al Kuwait armi per un valore 17 milioni di euro. Al Qatar, negli stessi anni, per 146 milioni di euro. Dal 2005 al 2012 è invece di 375 milioni di euro il guadagno italiano per la vendita di armi all'Arabia Saudita".  Non meno benevole le critiche di Daniele Chicca: "Non è un segreto che il Qatar finanzi il terrorismo, ma in Italia e Francia la monarchia arricchita a suon di petrodollari è uno squalo in cerca di affari immobiliari".

29/11/2015

La Casa Bianca - ora che Barack Obama ha ottenuto il suo secondo mandato da presidente - sta valutando di intraprendere un'azione più decisa in Siria, per accelerare la caduta del regime di Assad. Lo scrive il New York Times, secondo cui per l'amministrazione statunitense la situazione nel Paese mediorientale sarebbe arrivata a un punto di svolta.
Secondo alcune fonti governative - scrive il Nyt - allo studio ci sarebbero diverse opzioni: da quella che prevede un rifornimento diretto di armi per alcuni gruppi dell'opposizione siriana a quella di inviare sul terreno agenti della Cia per lavorare a fianco dei ribelli nelle aree che oramai sono fuori dal controllo delle forze di Assad. (ANSAmed).

Ma in Siria l'Esercito Siriano Libero, su cui aveva puntato gli Usa e varie nazioni europee, ha un crollo, a tutto vantaggio dell'ISIS. 

 

17/12/2015

L'ONU approva una risoluzione con misure di controllo sui finanizmenti all'ISIS.  Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon dichiara: “I terroristi continuano a diversificare le loro fonti di sostentamento, al punto che il gruppo oggi ha costruito un impero multimilionario“.

 

5/2/2016

Nato: "Raid russi minano soluzione Siria". Intanto l'ISIS conquista un enorme arsenale di armi in Siria
Più di cento missili controcarro sofisticati. E sette micidiali missili terra-aria a medio raggio con il semovente per lanciarli: gli stessi ordigni di fabbricazione russa che si ritiene abbiano abbattuto il Boeing malese in volo sull'Ucraina.

 

27/2/2016

L'inviato speciale dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, riesce a far firmare un cessate il fuoco fra il governo siriano e i 36 gruppi armati di opposizione al regime di Damasco. La tregua consente di liberare il sito archeologico di Palmira, devastato dai miliziani dell'Isis, e di puntare alla liberazione della "capitale" del Califfato, Raqqa. Putin annuncia un parziale ritiro delle truppe di terra.

 

2/3/2016

Il ministro degli esteri del Belgio Didier Reynders annuncia di estendere alla Siria i raid degli F16 già impiegati in Iraq dal 2014 "se i terroristi operano anche oltre questo confine".

 

22/3/2016

Venti giorni dopo, Bruxelles viene sconvolta da due attentati.

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