I poeti e la guerra

War Poets

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale sono stati molti i giovani inglesi ad arruolarsi volontariamente per combattere una guerra che si credeva rapida e vittoriosa ma la sconcertante realtà vissuta nelle trincee fu alla base per la nascita di una nuova poesia.
29 novembre 2020
Redazione PeaceLink

Poeti e guerra

"Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale sono stati molti i giovani inglesi ad arruolarsi volontariamente per combattere una guerra che si credeva rapida e vittoriosa e che oggi è ricordata come una delle più grandi tragedie dell’umanità.
La sconcertante realtà di quegli anni vissuti nelle trincee, inimmaginabile per noi che non l’abbiamo vissuta, riecheggia nell’opera di un gruppo di giovanissimi soldati-poeti britannici, i War Poets, testimoni di orrori e speranze raccontati attraverso una poesia cruda e vivida".

Questo scrive Irene Belfiore in una sua analisi dei War Poets nella quale sottolinea anche che "Siegfried Sassoon che, sopravvissuto alla Guerra, si fece portavoce del dissenso".

La figura di Sassoon è strettamente legata a quella di Wilfred Owen. 

Scrive Luca Fumagalli: "Siegfried Sassoon (1886-1967) è il più importante dei cosiddetti “War Poets”. Forse i suoi versi non sono all’altezza di quelli di Wilfred Owen – solitamente considerato il migliore tra quegli inglesi che scrissero poesie sulla dura condizione dei soldati nelle trincee della Prima Guerra Mondiale – ma è innegabile che se non ci fosse stato lui, la produzione di Owen, di cui tra l’altro fu maestro, non avrebbero mai raggiunto il grande pubblico. Owen, infatti, venne ucciso nel 1918 sul Fronte Occidentale, una delle ultime vittime di quel terribile conflitto che aveva cambiato irrimediabilmente il volto dell’Europa. Sassoon, al contrario, visse a lungo, avvicinandosi progressivamente a Cristo e al cattolicesimo. La sua vita, al pari della sua poesia, fu dunque un pellegrinaggio verso la Verità".

Scrive Raf Scorsone: "La poesia si fa testimone del trauma storico ed è in questo che risiede gran parte della sua potenza. La Prima Guerra porta uomini, donne e scrittori a portare il linguaggio ai suoi limiti, perché vi era un livello di violenza senza precedenti, dove per la prima volta, a causa delle bombe, le persone saltavano in aria a pezzi. Ma ciò che distingue eccellenti poeti come Wilfred Owen e Siegfried Sassoon, è che loro ci trasportano con le loro poesie in quelle zone di guerra, possiamo quasi sentire il linguaggio mentre cerca di comprendere e raccontare quelle esperienze cruente. Possiamo anche avvertire lo sforzo da parte del poeta di descrivere una realtà indescrivibile".

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