Analisi del libro del filosofo John Rawls

"Hiroshima, non dovevamo"

Il guaio grave e' che negli Stati Uniti ancora prevale la tesi ufficiale che giustifico' accanitamente le bombe di Hiroshima e Nagasaki. Clinton disse: "Truman ha fatto quel che si doveva fare". La maggioranza degli americani riteneva che gli Usa non dovessero presentare scuse al Giappone.
6 agosto 2021
Peppe Sini

Peace is the answer: la pace è la risposta

Rawls, entro i vecchi limiti dello jus in bello (regole da rispettare nella guerra), proponeva sei principi o postulati che impegnano "una societa' democratica decente".

Li riassumo:

1) lo scopo di una guerra giusta e' una pace giusta e duratura anche coi nemici del momento (osservo che lo stesso chiede Kant, Per la pace perpetua, VI articolo preliminare);

2) una societa' democratica combatte soltanto contro uno stato non democratico, espansionista, minaccioso;

3) nella guerra contro un tale nemico, una societa' democratica distingue attentamente tra governanti, soldati, popolazione civile e considera responsabili della guerra soltanto i primi;

4) una societa' democratica rispetta i diritti umani dei nemici, sia civili che militari, primo perche' sono sempre membri della societa' umana, secondo per insegnare loro con l'esempio, percio' non li attacca mai direttamente salvo che in caso di crisi estrema;

5) i popoli giusti devono prefigurare, durante la guerra, il tipo di pace e di rapporti internazionali a cui mirano (cfr. Kant citato);

6) la valutazione pratica dell'opportunita' di un'azione deve sempre essere severamente limitata dai principi suesposti.

Si puo' dedurre dall'insieme che non furono veri "uomini di stato" ne' quelli che imposero alla Germania nel 1919 la pace punitiva di Versailles, culla del nazismo, ne' quelli che decisero l'uso dell'atomica. Hiroshima - dice Rawls ed e' ormai accertato - non configurava il caso di crisi estrema; Truman e Churchill, che non rispettarono quei limiti alla conduzione della guerra, non furono veri "uomini di stato"; Truman e' "fallito come uomo di stato" (p. 31); sia Hiroshima che i bombardamenti incendiari sulle citta' giapponesi o su Dresda furono "gravi torti" e "gravi errori" (p. 29). I governanti non ebbero tempo per riflettere, la guerra impedisce di pensare.

E' cio' che il pensiero della pace afferma: la guerra non continua la politica, ma la nega. E nega la democrazia.
Dobbiamo infatti dedurre (pur distinguendo fra i loro governanti e la societa' civile, da cui vennero subito alcune condanne dell'uso dell'atomica: v. p. 46), che gli Stati Uniti non furono "una societa' democratica decente" in quella circostanza che ha determinato la storia universale successiva.

Il guaio grave e' che ancora nel 1995 la tesi ufficiale giustifico' accanitamente le bombe di Hiroshima e Nagasaki. Clinton concluse: "Truman ha fatto quel che si doveva fare". Il 76% degli
americani (84% oltre i 65 anni) riteneva che gli Usa non dovessero presentare scuse al Giappone.


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