Kropotkin, l'anarchico che sostenne la guerra nel 1914
In questo manifesto, Kropotkin e altri 15 intellettuali anarchici si espressero a favore della guerra contro la Germania, sostenendo che la Germania rappresentava una minaccia per la libertà e la democrazia, e che l'intervento alleato sarebbe stato giustificato per difendere questi valori.
Questa posizione provocò una forte reazione all'interno del movimento anarchico, con molti anarchici che la criticarono come contraria ai principi dell'anarchismo e della lotta contro il militarismo e la guerra. Tuttavia, Kropotkin mantenne la sua posizione e continuò a sostenere la necessità dell'intervento alleato fino alla fine della guerra.
È importante sottolineare che questa posizione di Kropotkin fu una deviazione dalla sua posizione anti-guerra precedente e che molti anarchici dell'epoca, sia in Europa che altrove, rimasero fermamente anti-guerra. La posizione di Kropotkin sul conflitto non fu condivisa unanimemente nel movimento anarchico, né può essere considerata rappresentativa del pensiero anarchico in generale sulla guerra.
Errico Malatesta, uno dei principali esponenti dell'anarchismo in Italia e in Europa, polemizzò con Kropotkin sulla questione della guerra. Malatesta era contrario alla partecipazione degli anarchici alla guerra e riteneva che l'unico modo per prevenirla fosse la lotta contro lo stato e il militarismo, che erano alla base dei conflitti bellici.
Kropotkin, d'altra parte, aveva una posizione più complessa sulla questione della guerra, come abbiamo discusso in precedenza. Nonostante fosse un anarchico convinto e un oppositore della guerra, Kropotkin sosteneva che la partecipazione degli alleati alla prima guerra mondiale poteva essere giustificata come un mezzo per difendere la democrazia e la libertà contro l'aggressione tedesca.
Malatesta e Kropotkin erano quindi in disaccordo sulla questione della guerra, ma questo non impedì loro di mantenere un rispetto reciproco e di collaborare su altre questioni dell'anarchismo. In definitiva, la loro polemica rifletteva le complessità e le contraddizioni della questione della guerra e del ruolo dell'anarchismo nella lotta contro la guerra e per la pace.
Anche se Kropotkin non ritrattò completamente la sua posizione sull'intervento alleato nella Prima Guerra Mondiale, successivamente ammise che aveva commesso un errore nell'appoggiare la guerra.
Dopo la fine della guerra, Kropotkin si rese conto che il conflitto non aveva portato alla pace e alla democrazia, ma aveva invece rafforzato lo stato e i governi centrali, contribuendo ad aumentare la militarizzazione della società e a sopprimere le libertà civili.
In una lettera scritta nel 1919, Kropotkin espresse il suo rammarico per aver appoggiato la guerra, sostenendo che non avrebbe dovuto schierarsi con nessuna delle parti belligeranti, ma invece avrebbe dovuto mantenere la sua posizione di pacifista anarchico.
Kropotkin continuò a sostenere la necessità di lottare contro il militarismo e la guerra, ma cercò di farlo attraverso la propaganda e la diffusione delle idee anarchiche, piuttosto che tramite l'appoggio a uno dei blocchi in conflitto.
In generale, la posizione di Kropotkin sulla guerra rifletteva la sua convinzione che la violenza e la guerra non potessero mai portare alla pace e alla giustizia sociale, ma solo alla sofferenza e alla repressione
Kropotkin ha sviluppato una visione anarchica della società, basata sull'idea che l'autorità statale e il potere gerarchico siano fonti di ingiustizia, oppressione e conflitto. Egli ha promosso l'idea di una società organizzata in modo orizzontale, basata sulla cooperazione, l'autogestione e la solidarietà.
Secondo Kropotkin, la cooperazione tra gli individui è una caratteristica innata dell'umanità, e l'organizzazione sociale dovrebbe essere basata sulla cooperazione spontanea e volontaria. Ha sostenuto che le istituzioni sociali e politiche, come lo stato, la gerarchia e il capitalismo, hanno sostituito la cooperazione spontanea con la competizione e l'egoismo, creando così una società basata sull'oppressione e lo sfruttamento.
Kropotkin ha anche sviluppato una critica radicale del capitalismo, sostenendo che il sistema economico basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sull'accumulo di profitto ha creato disuguaglianza, povertà e alienazione. Egli ha invece proposto un sistema economico basato sulla condivisione e la gestione comunitaria dei mezzi di produzione, al fine di garantire una distribuzione più equa delle risorse e di soddisfare i bisogni di tutti i membri della società.
In sintesi, il pensiero di Kropotkin si può riassumere nella sua visione di una società anarchica, basata sulla cooperazione, l'autogestione e la solidarietà, in cui le istituzioni sociali e politiche gerarchiche sono sostituite da una forma di organizzazione sociale orizzontale e democratica.
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