A vent'anni dalla morte di Tiziano Terzani
Tiziano Terzani, giornalista e scrittore italiano di fama internazionale, ci lasciava vent'anni fa, il 28 luglio 2004. A distanza di due decenni, le sue riflessioni sulla guerra e la pace risuonano con una forza e una pertinenza sorprendenti, specialmente in un mondo gravemente segnato da conflitti e tensioni internazionali.
Terzani era un osservatore acuto delle dinamiche globali, ma soprattutto un uomo che cercava di andare oltre le apparenze e le narrazioni dominanti. Durante la sua carriera, Terzani ha testimoniato alcune delle più grandi tragedie del XX secolo, dalla guerra in Vietnam alla disgregazione dell'Unione Sovietica, fino alle crisi in Medio Oriente. La sua prospettiva, tuttavia, non era quella di un semplice cronista di eventi drammatici, ma di un pensatore profondo che cercava di comprendere le cause più profonde dei conflitti e delle sofferenze umane.
Dopo l'11 settembre 2001 scrisse: “Che differenza c’è fra l’innocenza di un bambino morto nel World Trade Center e quella di uno morto sotto le nostre bombe a Kabul? La verità è che quelli di New York sono i «nostri» bambini, quelli di Kabul invece, come gli altri 100.000 bambini afghani che, secondo l’UNICEF, moriranno quest’inverno se non arrivano subito dei rifornimenti, sono i bambini «loro». E quei bambini loro non ci interessano più”.
L'insegnamento di Terzani assume una rilevanza straordinaria oggi, in un'epoca caratterizzata da nuove guerre e tensioni geopolitiche. Gli Stati Uniti, dopo l'invasione dell'Afghanistan nel 2001 e dell'Iraq nel 2003, hanno visto sfumare molte delle loro ambizioni. La "guerra infinita", iniziata come risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre, ha portato con sé una scia di destabilizzazione e conflitti che continuano a tormentare la regione e il mondo intero.
Terzani aveva denunciato con forza la tossicità della guerra e del pensiero bellico come soluzione ai drammatici problemi globali. Erano gli anni dell'invasione dell'Iraq, avvenuta in mancanza di prove concrete che giustificassero l'azione militare.
Fu una guerra avrebbe portato solo ulteriore sofferenza e caos. Il tempo ha dato ragione a Tiziano Terzani: l'Iraq è stato devastato da anni di guerra civile e terrorismo, e le conseguenze si fanno sentire ancora oggi.
Nel contesto attuale, dove le tensioni tra grandi potenze come Stati Uniti, Cina e Russia si intensificano e nuovi conflitti emergono in luoghi come l'Ucraina e il Medio Oriente, il messaggio di Terzani risulta incredibilmente attuale. La sua chiamata alla pace, alla comprensione reciproca e al dialogo si contrappone alle logiche di guerra e dominio che ancora prevalgono nelle relazioni internazionali.
Uno degli insegnamenti più importanti di Terzani è la necessità di cambiare il nostro modo di pensare e di agire. Egli sosteneva che la pace non può essere imposta con la forza, ma deve nascere da una trasformazione interiore e collettiva. In un'epoca in cui le soluzioni militari sembrano essere ancora la risposta principale ai problemi globali, la visione di Terzani ci invita a riflettere su alternative basate sulla giustizia, la cooperazione e il rispetto reciproco.
A vent'anni dalla sua scomparsa, il lascito di Tiziano Terzani ci offre una guida preziosa per navigare le sfide del presente. In un'epoca di guerre e tensioni internazionali, il suo messaggio di pace, comprensione e trasformazione interiore rimane una fonte di ispirazione e speranza per tutti coloro che aspirano a un mondo migliore. Ricordare Terzani significa anche impegnarsi a mettere in pratica i suoi insegnamenti, cercando di costruire ponti invece di muri, di promuovere la giustizia invece della vendetta, e di lavorare per una pace duratura che sia frutto di comprensione e rispetto reciproco.
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