L'obiettivo: "Impedire ogni prospettiva di accesso della sinistra al potere in Italia"

La strage di Bologna del 2 agosto 1980, una strage fascista e piduista

La sentenza: "Prove eclatanti che Gelli contribuì alla strage con copertura di servizi segreti in ambito atlantico. L’idea di colpire Bologna fu coordinata da un livello superiore, avvalendosi anche dell’opera dei servizi deviati“.
2 agosto 2024
Redazione PeaceLink
Strage di Bologna 2 agosto 1980 Una strage fascista con il marchio di potere della P2. A differenza di troppe altre bombe nere, lo spaventoso eccidio del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna non è rimasto impunito. Dopo 43 anni di indagini e processi difficilissimi, ostacolati da continui depistaggi di eccezionale gravità, la strage di Bologna non va più classificata tra i tanti dolorosi misteri d'Italia. Grazie all'intelligenza e alla tenacia di alcuni magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria, avvocati di parte civile e familiari delle vittime, ora si conoscono i nomi di molti colpevoli.
 
Il più grave attentato terroristico nella storia della democrazia italiana (85 morti, oltre 200 feriti) è stato eseguito da una banda armata di terroristi neofascisti, con la copertura dei vertici piduisti dei servizi segreti militari e del loro criminale burattinaio Licio Gelli. Una verità accertata, documentata e comprovata da tutte le sentenze di questi anni, decise da decine di giudici diversi con giurie popolari allargate ai cittadini, che purtroppo vengono rifiutate e screditate ancora oggi da rumorose schiere di negazionisti, con appoggi anche nella destra istituzionale.
 
«I condannati per aver organizzato ed eseguito la strage sono tutti fascisti italiani», osserva il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi: «Rilanciare oggi le false piste estere, smentite in tutte le sedi giudiziarie, serve a creare confusione, per nascondere ai cittadini quanto è emerso con prove chiare dagli ultimi processi: il ruolo del capo della P2 come mente organizzativa e finanziaria della strage, il pesante coinvolgimento di personaggi del Msi che hanno aiutato i terroristi di destra, la complicità degli ufficiali dei servizi segreti italiani che sapevano da prima dell'attentato, quando era ancora in preparazione, ma hanno continuato a proteggere i neofascisti, invece di fermarli».
 
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https://espresso.repubblica.it/attualita/2023/08/01/news/2_agosto_strage_di_bologna_fascista_e_piduista-409693430/ 

Secondo la Procura Generale di Bologna Licio Gelli avrebbe pagato un milione di dollari ai Nar poco prima della strage alla stazione

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https://www.rai.it/programmi/sanremo/amp/news/2020/07/Secondo-la-Procura-Generale-di-Bologna-Licio-Gelli-avrebbe-pagato-un-milione-di-dollari-ai-Nar-poco-prima-della-strage-alla-stazione-a6b712b4-9c43-4fbe-a2ee-1cd5fb592109.html

Le motivazioni della sentenza che ha condannato Paolo Bellini per la bomba alla stazione di Bologna del 1980

Le motivazioni della sentenza
"Possiamo ritenere fondata l'idea, e la figura di Bellini ne è al contempo conferma ed elemento costitutivo, che all'attuazione della strage contribuirono in modi non definiti, ma di cui vi è precisa ed eclatante prova nel documento Bologna, Licio Gelli e il vertice di una sorta di servizio segreto occulto che vede in D'Amato la figura di riferimento in ambito atlantico ed europeo". E' una delle conclusioni a cui arriva la Corte di assise di Bologna nella sentenza del processo di primo grado a Paolo Bellini per l'attentato del 2agosto 1980, dove si parla anche di mandanti e finanziatori e del ruolo della P2.

AMP | "Prove eclatanti che Gelli contribuì alla strage"

https://www.rainews.it/tgr/emiliaromagna/articoli/2023/04/prove-eclatanti-che-gelli-contribu-alla-strage-a4988ada-df33-4e44-806f-2c5870ab5ec1.html

La Pg Musti: “confermata la validità delle indagini”
"La sentenza conferma la validità delle indagini svolte e la ricostruzione dei gravissimi fatti reato come riportati nella requisitoria e depositati nella memoria del procuratore generale il nostro lavoro prosegue incessantemente nel processo d'appello Cavallini di prossimo inizio". Lo dice Lucia Musti, procuratore generale reggente di Bologna, commentando le motivazioni della sentenza sulla Strage del 2 agosto 1980: nel processo l'accusa era infatti rappresentata, in primo grado, dalla Procura generale, con i pg Alberto Candi, Nicola Proto e Umberto Palma, a seguito di avocazione delle indagini.  "La lettura del solo indice della sentenza - dice ancora Musti - consente di apprezzare come la Corte d'Assise di Bologna abbia attribuito decisiva importanza al 'documento Bologna' il cui rinvenimento ha costituito la svolta nella difficile ricostruzione probatoria del profilo dei mandanti/finanziatori ed organizzatori di secondo livello dell'eccidio del 2 agosto1980". Il riferimento è al documento sequestrato a Licio Gelli e che avrebbe ricostruito i flussi di finanziamento dell'attentato.

Alla terribile strage di Bologna del 2 agosto del 1980, in cui rimasero uccise 85 persone, contribuirono i servizi segreti di Federico Umberto D’Amato e la P2 di Licio Gelli. È questa la convinzione dei giudici della Corte d’Assise di Bologna, messa nero su bianco nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Paolo Bellini, ex terrorista di Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore materiale del massacro assieme agli estremisti neri Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini.
La Corte si sofferma sulle ragioni sottese all’organizzazione dell’attentato, che sono da ricondurre a un chiaro disegno politico. Riprendendo la tesi dell’Avvocatura dello Stato, che ha individuato nella strage di Bologna la realizzazione della strategia della tensione ufficialmente aperta con la strage di Portella della Ginestra, i giudici sostengono che tale analogia sia “importante perché consente di cogliere, come e ormai pacifico per quel lontano evento del 1947, un filo nero, che giunge a Bologna, di azioni coordinate e connesse per interferire sui libero e autonomo sviluppo della politica nazionale da parte di forze esterne, generalmente legate agli esiti del secondo conflitto mondiale”.
 
La Corte d'Assise scrive nella sentenza: "L’idea di colpire Bologna (...) fu coordinata da un livello superiore, avvalendosi anche dell’opera dei servizi deviati“.
 

In questa cornice agirono, dunque, “Gelli, la P2, i servizi segreti e quel centro occulto di potere coagulatosi intorno all’ex capo dell’Ufficio affari riservati”. La strage di Bologna, secondo la Corte, ha infatti visto il ruolo di mandanti “nei confronti dei quali il quadro indiziario è talmente corposo da giustificare l’assunzione di uno scenario politico, caratterizzato dalle attività e dai ruoli svolti nella politica internazionale da quelle figure, quale contesto operativo della strage di Bologna”.

Per i giudici, “anche coloro che si resero verosimilmente mandanti e/o finanziatori della strage, pur senza appartenere in modo diretto a gruppi neofascisti, condividevano i predetti obiettivi antidemocratici di fondo ed ambivano all’instaurazione di uno Stato autoritario, nell’ambito del quale fosse sostanzialmente impedito l’accesso alla politica delle masse”. Tra gli obiettivi, vi erano infatti la “necessità di impedire ogni prospettiva di accesso della sinistra al potere in Italia” e “l’attuazione del Piano di Rinascita democratica” di Licio Gelli “attraverso l’impiego misurato della strategia delle bombe”, in un quadro “di guerra psicologica, di provocazione e di preparazione dell’opinione pubblica al taglio delle ali estreme del sistema politico”.

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https://www.lindipendente.online/2023/04/08/strage-di-bologna-i-giudici-sono-certi-coinvolti-la-p2-e-i-servizi-segreti/ 

Archivio

Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=350664

Approfondimento 

Strage di Bologna, le motivazioni della sentenza: «Prove eclatanti che Gelli contribuì, insieme a una sorta di servizio segreto occulto» - Progetto Innocenti

https://www.progettoinnocenti.it/new/news/strage-di-bologna-le-motivazioni-della-sentenza-prove-eclatanti-che-gelli-contribui-insieme-a-una-sorta-di-servizio-segreto-occulto/

La sentenza della Corte d'Assise sulla strage di Bologna 

Il 5 aprile 2023 sono state depositate le motivazioni della sentenza pronunciata il 6 aprile 2022.

 

NELLE MIGLIAIA DI CARTE processuali Mario Tedeschi (MSI) è indicato, insieme al suo potente amico Federico Umberto D’Amato capo dell’Ufficio Affari Riservati del ministero dell’Interno, come uno dei responsabili (dietro pagamento) del depistaggio finalizzato a coprire i mandanti, Licio Gelli ed il vertice della P2, e gli esecutori materiali della strage alla stazione di Bologna ovvero i terroristi neofascisti dei Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini (condannati in via definitiva) nonché Gilberto Cavallini e Paolo Bellini (condannati in primo grado).

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La strage di Bologna e un fondatore del Msi | il manifesto

https://ilmanifesto.it/la-strage-di-bologna-e-un-fondatore-del-msi

Informazioni su Mario Tedeschi (MSI) tratte da Wikipedia 

Nel 1966 partecipò all'Operazione manifesti cinesi, una campagna di disinformazione contro il Partito Comunista Italiano per conto di Federico Umberto D'Amato, facendo stampare dei manifesti inneggianti alla Unione Sovietica stalinista. I manifesti erano a firma di fantomatici gruppi comunisti italiani stalinisti. Furono scritti dal giornalista Giuseppe Bonanni, de Il Borghese. Tedeschi diede l'incarico della loro diffusione a Stefano Delle Chiaie.

Nel 1972, aderì al Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN), venendo così eletto Senatore della Repubblica nel 1972 e nel 1976. L'anno successivo fu tra i fondatori di Democrazia Nazionale, partito nato dalla scissione dell'ala più moderata dell'MSI.

Il suo nome figura nella lista degli appartenenti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli[2].

Morì l'8 novembre 1993, mentre era ancora direttore de Il Borghese.

L'11 febbraio 2020 la procura generale di Bologna lo ha indicato come uno dei quattro mandanti, organizzatori o finanziatori della strage alla stazione di Bologna[3] insieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani, e Federico Umberto D’Amato.

Vedere inoltre

Rete degli archivi Per non dimenticare

Strage di Bologna. documenti processuali

Associazione familiari vittime della strage di Bologna

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