Il trattato Kadesh potrebbe essere il modello a cui si ispirano oggi Usa e Russia

Dall'accordo di pace fra Ittiti e Egizi alle trattative fra Trump e Putin

La guerra fra il re ittita Hattusili III e il faraone Ramesse II fa pensare alla fine del guerra in Ucraina. Il sanguinoso conflitto si concluse nel 1269 a.C. non solo con il primo accordo di pace della storia ma con un patto di cooperazione. Fu un ribaltone clamoroso, ma pose fine alla guerra.
23 febbraio 2025

Carro da guerra degli Ittiti

La pace è il valore supremo, quello che si pone al di sopra di qualsiasi giudizio morale sulle figure che ne hanno permesso il raggiungimento. La storia lo dimostra con esempi emblematici, in cui uomini discutibili sono stati protagonisti di accordi fondamentali per porre fine a catastrofi ancora peggiori. La realpolitik ha spesso imposto di chiudere un occhio sulla moralità dei leader coinvolti. Analizziamo cinque casi in cui la pace è stata ottenuta grazie a figure controverse. Parliamo della seconda guerra mondiale, della fine della guerra in Vietnam, della fine della Guerra fredda e dell'attuale guerra in Ucraina. E concluderemo con un caso storico eccezionale: la fine della guerra fra Ittiti ed Egizi.
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Nel 1269 a.C., il faraone Ramesse II e il re ittita Hattusili III siglarono un trattato che rappresenta il primo accordo di pace documentato della storia: il trattato di Kadesh. Questo patto sanciva la fine di decenni di scontri tra le due superpotenze del Vicino Oriente, che si contendevano il controllo della Siria. Oggi, il testo del trattato è conservato sia sui templi egizi sia su tavolette cuneiformi rinvenute a Boğazköy, la capitale ittita.

Ittiti ed Egizi: le superpotenze dell'antichità

Gli Ittiti erano una delle potenze militari e politiche più temute del loro tempo. Emersi intorno al 2000 a.C. nella regione dell'Anatolia, rivaleggiarono con Babilonesi, Assiri ed Egizi per il controllo del Vicino Oriente. La loro capitale, Hattusha, ospitava grandiosi templi e palazzi, simbolo del loro avanzato livello culturale e amministrativo. Allo stesso tempo, l'Egitto, sotto la guida dei faraoni della XIX dinastia, cercava di mantenere il dominio sulla regione siro-palestinese, una zona strategica per le rotte commerciali e per l'espansione imperiale.

La battaglia di Kadesh e il compromesso diplomatico

Lo scontro culminante tra le due potenze avvenne nella battaglia di Kadesh, combattuta intorno al 1274 a.C. sulle rive dell'Oronte, nella moderna Siria. Sebbene Ramesse II abbia proclamato una vittoria trionfale, la realtà storica suggerisce che lo scontro si concluse con un nulla di fatto, lasciando il territorio conteso in una situazione di stallo.

Questa impasse portò, cinque anni dopo, alla stipula del trattato di Kadesh. L'accordo prevedeva il riconoscimento dei reciproci domini, l'impegno alla non aggressione e un’alleanza militare difensiva. Inoltre, fu sancito un matrimonio diplomatico tra una principessa ittita e il faraone, a suggello della pace tra i due imperi.

Chi ne fece le spese?

Come spesso accade nelle grandi trattative tra superpotenze, gli attori minori pagarono il prezzo dell'accordo. Le città-stato della Siria, che per decenni avevano oscillato tra l’influenza egizia e quella ittita, si trovarono definitivamente inglobate in una sfera di influenza senza possibilità di autonomia. Il trattato, se da un lato garantiva stabilità alle due grandi potenze, dall’altro sanciva la subordinazione di regni e popolazioni locali, privandoli di ogni possibilità di autodeterminazione.

Un precedente storico per la diplomazia moderna

Il trattato di Kadesh è spesso paragonato ai moderni accordi tra superpotenze. Anche allora, la logica degli equilibri di potere prevalse sulla distruzione reciproca, e le nazioni più deboli si trovarono costrette a sottostare ai giochi geopolitici delle grandi potenze.

Oggi, la versione ittita del trattato è conservata presso il Museo Archeologico di Istanbul, mentre la versione egizia è scolpita sulle pareti del tempio di Karnak. Questi documenti millenari ci ricordano che la diplomazia, pur nelle sue contraddizioni, è uno strumento cruciale per garantire la pace, anche a costo di compromessi non sempre equi.

Un conflitto sanguinoso conclusosi non solo con il primo accordo di pace della storia ma con un patto di cooperazione militare fra i rivali di allora: il faraone e il sovrano ittita.

1. Stalin e la fine della Seconda guerra mondiale

Iosif Stalin è stato uno dei leader più spietati della storia, responsabile di purghe, deportazioni e un sistema repressivo che ha causato milioni di vittime. Eppure, durante la Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica da lui guidata fu l'alleato decisivo per sconfiggere Hitler. Senza l'apporto dell'Armata Rossa e il sacrificio di milioni di sovietici, il nazismo avrebbe potuto vincere. Nel 1943, a Teheran, e poi a Yalta nel 1945, Stalin fu accolto come un interlocutore necessario da Roosevelt e Churchill. Il mondo occidentale dovette accettare di trattare con un dittatore sanguinario. La fine della guerra in Europa passò inevitabilmente attraverso la sua firma, e l'ordine mondiale successivo nacque con il suo coinvolgimento, nel bene e nel male.

2. Kissinger e la fine della guerra in Vietnam

Henry Kissinger, segretario di Stato degli Stati Uniti negli anni '70, è stato spesso accusato di cinismo politico e di aver sostenuto regimi autoritari in nome degli interessi americani. Eppure, fu anche l'artefice degli accordi di pace di Parigi del 1973, che portarono al ritiro delle truppe statunitensi dal Vietnam. Kissinger negoziò direttamente con il governo nordvietnamita di Lê Đức Thọ, in un contesto di grande tensione e diffidenza reciproca. Il trattato pose fine a un conflitto sanguinoso che aveva lacerato l'Indocina e sconvolto l'America. Kissinger fu insignito del Premio Nobel per la Pace, nonostante le critiche sul suo operato in altre aree del mondo. La lezione storica rimane: la pace si fa anche con gli avversari più temuti e disprezzati.

3. Reagan e la fine della Guerra fredda

Ronald Reagan è stato un presidente statunitense noto per la sua retorica anticomunista e per l'intensificazione della corsa agli armamenti negli anni '80. Eppure, proprio lui firmò uno degli accordi più significativi della Guerra Fredda: il Trattato INF del 1987, che eliminava i missili nucleari a medio raggio dall'Europa. La firma dell'accordo con Mikhail Gorbaciov segnò l'inizio della fine della Guerra Fredda. Reagan, che era stato un fervente sostenitore del riarmo, comprese che un'intesa con l'Unione Sovietica era necessaria per evitare una spirale di distruzione reciproca. Questo atto di realismo politico dimostrò che anche i leader più rigidi possono essere protagonisti di svolte pacifiche.

4. Trump e Putin e la guerra in Ucraina

Donald Trump e Vladimir Putin sono due leader controversi, spesso criticati per le loro politiche autoritarie e le loro posizioni nazionaliste. Tuttavia, proprio loro potrebbero essere gli artefici di un accordo che pone fine a una guerra che rischiava di diventare un conflitto armato infinito, con il pericolo concreto di varcare quelle "linee rosse" oltre le quali c'era la guerra nucleare. Attraverso negoziati e incontri bilaterali, Trump e Putin hanno cercato di ridurre la tensione tra le potenze globali, cercando soluzioni diplomatiche anziché militari. Anche se le loro scelte politiche rimangono discutibili, il loro contributo alla stabilità mondiale non può essere ignorato.

La storia insegna che per arrivare alla pace si deve accettare il compromesso, talvolta con figure che sarebbero difficili da riabilitare sotto altri punti di vista. La diplomazia non sceglie sempre i migliori uomini, ma cerca i risultati migliori. La memoria collettiva può essere critica nei confronti di Stalin, Kissinger, Reagan, Trump o Putin, ma non può negare il loro ruolo nel porre fine a conflitti devastanti. La pace viene prima di tutto, anche quando a firmarla sono persone da cui vogliamo stare politicamente e idealmente distanti.

5. Il primo trattato di pace della storia: Ittiti ed Egizi come Usa e Russia

Questa lezione risale a tempi antichissimi. Il Trattato di Kadesh, firmato nel 1269 a.C. tra il faraone Ramesse II e il re ittita Hattusili III, è il primo trattato di pace internazionale registrato nella storia. Il trattato di pace di Kadesh

Entrambi i contendenti, pur proclamandosi vincitori, compresero la necessità di porre fine stabilmente al conflitto, sancendo un equilibrio che evitò la prosecuzione della guerra. Trasformarono la guerra addirittura in un accordo militare di cooperazione, in un patto suggellato addirittura dal matrimonio del faraone con la figlia del sovrano ittita. Fu un ribaltone incredibile, ancor peggio di quello a cui stiamo assistendo oggi fra Putin e Trump. Ciò nonostante quell'accordo non viene consegnato alla storia sdegnosamente con una cosa sconcia e immorale. Anzi. Oggi, una copia di quel trattato di pace è esposta nella sede dell'ONU a New York, a testimonianza che la pace, ieri come oggi, è un valore universale che si costruisce anche con compromessi difficili ed estremamente discutibili.

Occorre sottolineare che coloro che - tremilatrecento anni fa - firmarono l'accordo di pace non erano "brave persone". Hattušili III era un usurpatore, era arrivato al potere con la forza, con un colpo di mano. Ramses II era anch'egli un personaggio controverso. L'egittologo francese Pierre Montet ha definito Ramses II un sovrano con un "egoismo mostruoso" e benché nelle rappresentazioni artistiche, Ramses II presenti spesso un lieve sorriso, quello era tuttavia un "sogghigno di fredda autorità" secondo Percy Bysshe Shelley, poeta lirico inglese al tempo del Romanticismo. E quindi il "faraone della pace" probabilmente aveva lo stesso "sogghigno di fredda autorità" di Putin e di Trump.

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