Storia dell'obiezione di coscienza in Italia
E' inoltre utile consultare la storia movimento per la pace italiano nel secondo dopoguerra cliccando su http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_1635.html
I primi obiettori inquisiti furono due giovani, Rodrigo castiello (pentecostale) ed Enrico Ceroni (testimone di Geova).
Il primo obiettore condannato alla reclusione fu Pietro Pinna (1949), il quale rifiutò di prestare il servizio militare. Nello stesso anno fu presentata la prima proposta di legge per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza.
Negli anni successivi (1950-1960) molti altri giovani si dichiararono obiettori di coscienza soprattutto per motivi religiosi. Nel 1962 Padre Ernesto Balducci si schierò apertamente a favore dell'obiezione di coscienza, venne processato e condannato. Pochi anni dopo la stessa sorte toccò a Don Lorenzo Milani, che fu condannato per apologia di reato.
Intanto, sempre negli anni '60, il Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, autorizzò la proiezione del film "Non uccidere" - incentrato sul tema dell'obiezione di coscienza - nonostante il divieto imposto dalla censura.
Verso la fine degli anni '60 molti altri obiettori finirono in carcere, mentre al Parlamento vennero presentati diversi progetti di legge, dei quali però nessuno venne approvato.
Il 1972 fu l'anno dell'approvazione della prima legge in Italia in materia di obiezione di coscienza. Il 15 dicembre, infatti, venne approvata la legge n.772. Nel corso degli anni, comunque, la "772" venne modificata in modo sostanziale da diverse sentenze della corte Costituzionale.
Gli anni '70 furono contraddistinti da numerosi problemi relativi alla gestione del Servizio Sostitutivo Civile affidato al Ministero della Difesa - Direzione Generale Levadife.
Solo nel 1977 furono emanate, con Decreto del presidente della Repubblica (n.1139 del 28/11/77) le norme di attuazione della Legge 772.
Nel 1985 la Corte Costituzionale emise una sentenza storica (n.164/85) che legittimò l'obiezione di coscienza rispetto al diritto/dovere di difesa della patria sancito dalla Costituzione italiana.
Nel corso dello stesso anno, ci fu un successivo intervento della Corte Costituzionale, la quale dichiarò che l'obiettore di coscienza non poteva essere "giudicato" da una giurisdizione militare, ma da quella ordinaria.
Nel 1988 continuarono le richieste di Enti ed obiettori per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza come diritto soggettivo.
Nel 1989 la Corte Costituzionale emanò un'altra importante sentenza (n.470/89) che dichiarò incostituzionale il principio secondo il quale gli obiettori di coscienza devono prestare un servizio sostitutivo civile più lungo di otto mesi rispetto al periodo del servizio militare.
Nel 1991 i rapporti tra Ministero della Difesa - Dir.ne Gen. Levadife ed Enti diventarono sempre più difficili.
Il 1992 fu un anno altrettanto importante poichè dopo nuerose vicissitudini venne approvata dal parlamento la riforma della Legge 772/72, ma l'allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, la rinviò alle Camere con messaggio motivato.
Nel 1995 la riforma della Legge 772 venne approvata dal Senato, ma non dalla Camera dei Deputati.
La riforma, quindi, rimase bloccata e la gestione del Servizio Civile e degli obiettori di coscienza continuò in modo appossimativo.
Il 1998 fu finalmente l'anno nel quale venne approvata la nuova legge in materia di obiezione di coscienza. Era l'8 luglio del 1998 e la Legge è la n.230.
http://www.olografix.org/sp1der/obiezione/storia.htm
PER L'ITALIA
http://www.olografix.org/sp1der/obiezione/sto_it.htm
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Importante questo libro: SERGIO ALBESANO, STORIA DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA. TREVISO, SANTI QUARANTA, 1993
http://www.santiquaranta.com/sergioalbesano.html
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Questi sono altri cenni storici tratti da home.nexus.org/CV/obiet/storiaod.htm
APPROFONDIMENTI
Nel dopoguerra il primo caso di obiezione si ebbe in Italia nel 1948 con P. Pinna, nonviolento, finito in carcere per 10 mesi; liberato fu condannato di nuovo e ritornò in carcere finché fu prosciolto dal dovere del servizio militare.
Il numero degli obiettori rimase basso per un totale di circa 250 persone fino al '69, quasi tutti testimoni di Geova con poche eccezioni, anarchici, nonviolenti, socialisti e pochissimi cattolici. Infatti il primo cattolico che basò il suo rifiuto su motivi di fede fu Gozzini nel 1962, seguito da padre Balducci che fu attaccato dalla chiesa ufficiale e difeso da don Milani che in questa occasione scrisse l'opuscolo "L'obbedienza non è più una virtù". Questo portò il problema dell'obiezione di coscienza a livello di opinione pubblica.
Il primo disegno di legge per il riconoscimento dell'obiezione fu presentato al Parlamento nel '49 dal socialista Calossi; nel '57 e nel '62 fu il socialista Basso ad assumere ancora questa iniziativa; negli anni successivi furono ancora socialisti e democristiani di sinistra a presentare altri disegni di legge tutti caduti dinanzi all'indifferenza della maggioranza parlamentare e all'ostilità del governo e delle gerarchie militari.
Per un momento sembrò che la legge Pedini (1966) offrisse una soluzione permettendo una specie di servizio civile nel terzo mondo; ma la legge si rivelò ambigua e insufficiente e la sua applicazione ancora peggiore; una legge fatta per pochi privilegiati i quali potevano mettersi al servizio di ditte private, enti statali e religiosi interessati a impiegare personale poco pagato nei paesi sottosviluppati.
A partire dal 1968 con la ripresa dell'antimilitarismo e l'incremento delle obiezioni, il problema trovò un eco crescente nel paese come dimostra la costituzione nel 1969 della Lega per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza (cui aderirono numerosi gruppi e movimenti nonviolenti, organismi religiosi, le ACLI ed esponenti qualificati di partiti di sinistra e di centro) e nel parlamento, come dimostra la presentazione del disegno di legge Fracanzani, che accoglieva la maggior parte delle richieste degli obiettori.
Nel 1970/71 gruppi di 6-7 persone fecero obiezioni collettive con motivazioni soprattutto politiche; l'esercito è rifiutato non solo per motivi morali e pacifisti: i giovani che lavorano in gruppi di sinistra e di base arrivano a rifiutare l'esercito come continuità del loro lavoro anticapitalistico. Sotto la spinta di questi gruppi e di tutti i movimenti pacifisti, radicali e nonviolenti il governo italiano approvò sotto il condizionamento delle gerarchie militari e delle forze di destra il disegno di legge Marcora invece di quello Fracanzani.
Passò così la legge n. 772 il 15/12/72 che dava il diritto all'obiezione e al servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici.
La legge restrittiva e punitiva (8 mesi in più, commissione giudicante, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari) fece nascere subito un movimento di lotta degli obiettori che si unirono nella Lega Obiettori di Coscienza (LOC).
--- LIBRI ---
Diego Cipriani
IN DIFESA DELLA PATRIA
Quasi una storia dell'obiezione di coscienza in Italia
Ed. La Meridiana
http://lists.peacelink.it/obiezione/msg00011.html
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