Violenza intraspecifica: l'autodistruzione della specie
Nella nostra epoca storica, i temi della violenza, della non-violenza, del conflitto, della pace e della guerra sono stati tra quelli più presenti nella discussione filosofica e nel dibattito politico. (...) Come ci hanno dimostrato l'etologia e gli studi sull'aggressività del comportamento umano, la specie umana è l'unica a praticare su larga scala i due principali livelli di violenza osservati e classificati: la "violenza interspecifica" e la "violenza intraspecifica". L'animale culturale uomo è, pertanto, l'unica tra le specie viventi ad avere comportamenti distruttivi e autodistruttivi su un piano generalizzato; fino a configurare la situazione limite della violenza intraspecifica: l'autodistruzione della specie. Sembrano, perciò, poco convincenti quelle considerazioni che introducono una cesura netta tra violenza e cultura, ritenendo la seconda la critica serrata e l'esatto contrario della prima e quest'ultima un testo e un comportamento subculturali o anticulturali. Al contrario, è soprattutto l'umano che ha ucciso un altro umano colui che massimamente cerca giustificazioni e motivazioni ideali e culturali al suo gesto. Molto spesso, addirittura, la giustificazione-motivazione precede, anziché seguire, l'atto dell'uccidere.
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