Ambiente: tavola rotonda a Taranto il 22 aprile 2005
L'esigenza di realizzare un incontro tra le parti interessate alla questione ILVA ed in generale, alla questione ambientale, nasce dalla consapevolezza che gli impegni sottoscritti ultimamente non garantiscono un accettabile equilibrio tra il modo di produrre dell'impianto ed il suo impatto sulla salute, ammesso che un compromesso tra diritti di natura cosi diversa possa essere trovato.
Si tratta di impegni e interventi interni all'azienda che ad oggi continuano ad essere inficiati da una normativa sulle BAT non ancora applicata in Italia, si tratta di interventi non risolutivi ma solo lenitivi una situazione gravissima e dalle tante implicazioni.
Trattasi poi di interventi di ristrutturazione urbana, che sono stati definiti nell'accordo come “risanamento radicale del quartiere Tamburi”;
in realtà sono interventi volti ad allontanare dal quartiere parte della cittadinanza che vive più a ridosso del parco minerali ed interventi di completamento delle colline ecologiche esistenti, per separare l'insediamento urbano dall'insediamento industriale.
SAPETE DI COSA STIAMO PARLANDO VERO?
Vi allego delle foto del quartiere Tamburi, foto fatte qualche giorno fa e proposte ad uso anche di chi, avvicinandosi solo ora al problema, non conosce realmente la situazione di Taranto.
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Le collinette ecologie separano la gente dal mostro d'acciaio
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.....maledettamente vicine
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e solo una strada separa le collinette dallo stabilimento
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E' terribile pensare di continuare a far vivere delle persone in queste condizioni cosi come è terribile pensare che un'azienda di questa portata possa sorgere all'interno di una città.
In realtà il problema non è circoscritto a queste case ma all'europa intera visto che Taranto è inserita in quel rapporto EPER che ci dice come la nostra città viva una vera e propria emergenza ambientale di interesse non solo locale (Taranto contribuisce al 10% delle emissioni inquinanti a livello europeo).
Temiamo seriamente che quello che si sta facendo non risulti essere risolutivo né sufficiente a garantire la tutela del diritto costituzionalmente garantito alla salute.
NON CI SONO COMPROMESSI ACCETTABILI SU QUESTO PUNTO.
NOI LO DIREMO IL 22 APRILE, INSIEME ALLE ALTRE ASSOCIAZIONI, INSIEME AI CITTADINI CHE VORRANNO PARTECIPARE.
Chiederemo in quella sede di prendere degli impegni, di metterci nelle condizioni di verificare, di stabilire già da adesso quali saranno i passi successivi al patto d'intesa.
Il nostro Sindaco ha parlato di un primo passo, bene, dopo 5 anni dal primo decreto di ingiunzione, sarà per noi utile comprendere cosa ci accadrà nei prossimi anni, cosa si vuole realmente fare per questa città.
E' oggi che si pianifica e si decide il futuro della nostra città, oggi ci sono persone portatrici di un consenso popolare straordinario che possono e devono fare qualcosa di straordinario per questa città.
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