Parlando... con Beppe Grillo
La rete.. LA RETE dice Beppe Grillo.
Quanto è importante la rete!
10.000 lettere al Presidente della repubblica! 10.000?
No centinaia di migliaia in ogni suo spettacolo e con un solo clic.
La rete per far sentire la propria voce, per raggiungere tutti e per non sentirsi soli di fronte a problemi grandi.
Con questo insegnamento come fare a non cadere nella tentazione di raggiungere centinaia di migliaia di persone (i lettori del sito di Grillo) proponendo sulle pagine del sito un problema che è di portata europea?
Di cosa stiamo parlando?
Della questione ambientale a Taranto, dell’inquinamento industriale, del diritto alla salute violato, di una situazione ambientale fortemente compromessa a dire della OMS, dei dati epidemiologici locali e dei dati epidemiologici aggregati a livello europeo che vedono Taranto come capace di incidere in Europa del 10% nelle emissioni di monossido di carbonio, del 9% di Piombo, del 9% di Diossina dell’8% di IPA., situazione imputabile in prevalenza assoluta al mostro di acciaio.
E’ giusto che si sappia questo o no?
A Taranto si cerca di coniare una nuova definizione di inquinamento: “L’INQUINAMENTO EQUO” e cioè tale da garantire un certo livello di occupazione ed un numero accettabile di morti. QUESTO E’ INACCETTABILE.
A Taranto l’industria entra nella città, le polveri nei nostri polmoni.
A Taranto ci dicono che tutto va bene e che il processo di adeguamento è iniziato ma intanto non coprono i parchi minerali che sono a pochi metri dalle case e che producono morte.... costa troppo.
Eppure le perizie effettuate nel corso dei processi penali dicono che li non possono starci.
A Taranto per fermare le polveri sottili si pianta qualche albero, si deportano 400 famiglie che abitano a 50 metri dall’azienda per lasciarne lì qualche migliaio che hanno la “fortuna” di abitare a 100 metri, il pressappochismo nella soluzione dei problemi regna sovrano a Taranto
A Taranto basta che l’industria dichiari dopo decenni di voler fare qualcosa per far cadere ogni dubbio e per trasformare il primo presunto responsabile di un decennio di inquinamento ad interlocutore affidabile; le Amministrazioni rinunciano alla costituzione in parte civile nel processo penale.
A Taranto succede che si legga sui principali giornali locali che l’azienda abbia dato un contributo al Comune affinché lo girasse alla squadra di calcio.
A Taranto si fa finta di nulla perché c’è paura, paura di perdere il lavoro, paura di non avere alternative, a Taranto ci si è abituati..... “l’abitudine, la più infame delle malattie, ti fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte..... si impara a portar le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine a tutto...l’abitudine entrata in noi lentamente, silenziosamente; è cresciuta a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza”
A Taranto serve l’intervento del governo centrale che dovrebbe, li dove le Istituzioni locali hanno dimostrato di non farcela, ripristinare e garantire la godibilità di un diritto naturale quale quello alla vita ed alla salute.
A TARANTO NON E’ POSSIBILE CONTINUARE COSI, NON E’ POSSIBILE FARE FINTA DI NIENTE, NON SI RAGIONA SOLO SU INTERESSI ECONOMICI MA SU INTERESSI MOLTO PIU’ GRANDI, QUELLO ALLA SALUTE, ALLA VITA.
Taranto è una città magica, bellissima, Venite a visitarla, rimarrete affascinati dalla sua storia e dal suo mare; Orazio disse di Taranto:
“Quell’angolo di mondo a me più di ogni altro sorride”
Questa città merita di più......
Aiutateci a tenere viva l’attenzione
Gianluca Scafa
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Si, Beppe...
Siamo stufi di continuare a fare la conta dei morti. Le cifre sono
impressionanti. Vai a dare un'occhiata...
So che per te non sarà difficile,grazie alla libera informazione
telematica, entrare in possesso di dati che fanno rizzare i capelli.
Quei dati sanitari sono dei semplici numeri, in neretto...ogni numero
un uomo...ogni uomo tanti sogni, un sogno tante speranze. Un uomo
nato e vissuto in un posto dove il sacrosanto diritto alla salute è calpestato e oltraggiato.
Taranto, la culla della Magna Grecia, un luogo d'arte, patrimonio
dell'umanità. I suoi due mari la incorniciano rendendola preziosa. Un
ponte girevole che apre le sue braccia vecchie e cigolanti alle navi
italiane e straniere, ai mercanti e agli imprenditori che qui hanno
costruito la loro fortuna.
Sulla nostra pelle.
Non chiediamo la chiusura dell'azienda che inquina, desideriamo che
vengano rispettate le più elementari norme in materia ambientale.
Chiediamo rispetto...per i nostri concittadini e per quei numeri in
neretto che meritano un nome, una medaglia al valor civile...vittime di
un bombardamento continuo di gas, polveri ed agenti inquinanti.
Conny
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