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Rischio nucleare: le associazioni tarantine pongono le loro domande

Esercitazione Nato "Royal Sorbet 2005", sette domande al Prefetto

Lettera aperta al Prefetto di Taranto dott. Giancarlo Ingrao
e per conoscenza
al Sindaco di Taranto Rossana Di Bello
al Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido
al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
all'Assessore al Mediterraneo e alla Pace della Regione Puglia Silvia Godelli
15 giugno 2005

Il simbolo della Repubblica Italiana


Oggetto: esercitazione Sorbet Royal 2005 e quesiti sul piano emergenza nucleare

Gentile signor Prefetto,
Taranto è ufficialmente un porto a rischio nucleare.

Nei prossimi giorni sarà simulato l'affondamento di un sottomarino della Nato. Tale esercitazione militare della Nato è denominata "Sorbet Royal 2005" ed è pianificata nel Golfo di Taranto dal 17 al 29 giugno 2005. L'esercitazione ha come obiettivo il salvataggio dell'equipaggio e non le procedure di emergenza connesse ad un eventuale pericolo nucleare. Ciò nonostante è evidente che un incidente ad un sottomarino implicherebbe l'attivazione di particolari misure di emergenza nel caso in cui fosse coinvolta un'unità a propulsione nucleare. L'Italia non possiede sottomarini a propulsione nucleare. Ma nella Nato sono in attività sottomarini a propulsione nucleare nelle flotte degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia. Tali unità incrociano nel Golfo di Taranto e sono anche entrati nelle acque territoriali nazionali. Sappiamo che tutti i sottomarini Usa sono a propulsione nucleare e che Taranto si candida a diventare un riferimento Nato nevralgico per la VI Flotta Usa.

In considerazione del fatto che l'esercitazione "Sorbet Royal 2005" non può escludere ma anzi deve includere a livello di ipotesi l'eventualità dell'affondamento di un sottomarino a propulsione nucleare, consideriamo utile conoscere cosa farebbe la Prefettura da Lei diretta nell'eventualità si profili, oltre all'affondamento, anche un rilascio di radioattività.

Riteniamo che l'esercitazione "Sorbet Royal 2005" sia un'ulteriore sottolineatura del ruolo che la nuova base di Taranto assume per la componente sommergibilistica della Nato. La nuova base di Taranto, diventata quartier generale HRF Nato dall'ottobre 2002 e recentemente "certificata", dovrà essere pronta a fronteggiare anche l'eventualità che un sottomarino affondi. L'esercitazione Sorbet Royal 2005 conferma che un incidente di questo tipo - per quanto si diano rassicurazioni verbali circa la "massima affidabilità" dei sottomarini Nato - è possibile.

Se fosse coinvolto un sottomarino Usa o francese o inglese che abbiano la propulsione nucleare si profilerebbe il rischio di un disastro per il Golfo di Taranto che ci condannerebbe ad una interminabile agonia atomica: il tempo di dimezzamento radioattivo del plutonio prodotto dai reattori nucleari è di 24 mila anni.

Ci preoccupa il fatto che in passato il piano di emergenza nucleare per Taranto non abbia considerato l'ipotesi dell'affondamento del sottomarino e Le chiediamo la ragione di tale grave lacuna della pianificazione.

L'on. Massimo Ostillio nell'anno 2000, in qualità di sottosegretario del Ministero della Difesa, rispose ad un'interrogazione dell'on. Vittorio Angelici (la n. 5-07619) a proposito di un eventuale incidente nucleare e parlò di "azioni da intraprendere in caso di emergenza per assicurare il più rapido allontanamento dell'unità sinistrata". Ma non considerò l'ipotesi di un affondamento del sottomarino. E infatti il piano di emergenza nucleare della Prefettura di Taranto - nella versione consegnata a PeaceLink nel settembre del 2000 - non considera l'ipotesi dell'affondamento. Eppure è proprio su un affondamento che verterà l'esercitazione Royal Sorbet 2005: come mai questa incongruenza?

L'on. Ostillio in quell'occasione ammise che all'esercitazione NATO nello Jonio, denominata «Dog Fish» (di cui PeaceLink aveva dato notizia) vi avevano partecipato due sottomarini a propulsione nucleare (lo statunitense «Jacksonville» e il francese «Casa Bianca») ma aveva dato una assicurazione generale sui sottomarini NATO: "Non risulta che si siano mai registrati incidenti". A parte il fatto che gli incidenti sono purtroppo avvenuti (ad esempio nel maggio 2000 una grave avaria colpì il sottomarino a propulsione nucleare britannico Tireless al largo della Sicilia) va detto che le rassicurazioni date dai governi in passato si scontrano proprio con le simulazioni del tipo "Sorbet Royal" in cui si prevede appunto l'inabissamento di un sottomarino. Di fronte ad un tale scenario c'è da dubitare anche sulle rassicurazioni date dal sottosegretario alla Difesa Gianni Rivera nel 2000 circa "la disponibilità di un rimorchiatore in elevata prontezza per il rimorchio immediato fuori dal porto dell'unità interessata" (interrogazione Bertinotti e Nardini n. 5-07370): ci spieghi, signor Prefetto, che cosa ci sarebbe da rimorchiare se il sottomarino affonda? Eppure tutte le misure di sicurezza previste dalla Prefettura di Taranto nella versione in vigore nel settembre del 2000 sono centrate sull'allontanamento del sottomarini nucleare dalla costa. Le chiediamo allora: è stata fatta una revisione al piano di emergenza nucleare o il piano ipotizza ancora solo il traino al largo di un sottomarino incidentato quando la Nato stessa invece inserisce l'affondamento nella casistica?

Senza voler terrorizzare nessuno, va detto che con l'esercitazione "Sorbet Royal 2005" si sta mettendo nel conto che nel Golfo di Taranto si possa verificare una catastrofe come quella del sottomarino nucleare russo Kursk, che si inabissò nei fondali del mare di Barents il 12 agosto del 2000, portando con sé i 118 membri dell’equipaggio.

L'obiettivo dell'esercitazione "Sorbet Royal 2005" è quello di salvare l'equipaggio. Non è però prevista alcuna esercitazione per salvare i tarantini e gli abitanti dei comuni che si affacciano sul Golfo di Taranto nel caso in cui dal propulsore nucleare dovesse fuoriuscire ad esempio una nube radiottiva con Iodio 131, un radionuclide che colpisce la tiroide in particolare dei bambini e delle donne incinte provocando la morte per cancro.

Se un sottomarino a propulsione nucleare di dovesse inabissare - con il reattore in avaria che disperdesse radiazioni - fino ad ora nessuna autorità a Taranto ha ufficialmente spiegato alla cittadinanza cosa dovrebbe fare. Dovremmo scappare o tapparci in casa? La popolazione prenderebbe d'assalto le farmacie per procurarsi il "Lugol Forte", che non sarebbe disponibile in decine di migliaia di dosi; eppure è un preparato galenico che - se assunto con tempestività prima entrare in contatto con lo Iodio 131 contenuto in un rilascio radioattivo dal sottomarino - può proteggere parzialmente la tiroide contro il rischio di cancro, eventualità prevista nel piano di emergenza nucleare di Taranto. Asl, medici e farmacie non hanno direttive in proposito. Siamo disinformati e impreparati. E l'esercitazione Nato "Sorbet Royal 2005" non si occuperà di dare una risposta a una simile elementare domanda in quanto tutto ciò compete non alla struttura militare ma alle autorità civili.

Le scriviamo perché abbiamo a cuore il futuro della città di Taranto e riteniamo che la vita delle persone si debba difendere applicando la normativa esistente per l'informazione e la protezione civile.
Le nostre richieste sono le seguenti:

1. La invitiamo ad ottemperare a quanto prescritto nel decreto legislativo 230/95, che prevede un obbligo di informazione verso la popolazione interessata al rischio nucleare, dando ampia diffusione pubblica circa il piano di protezione civile contestualmente all'esercitazione Nato Sorbet Royal 2005.
2. Le chiediamo se esista una nuova versione del piano di emergenza nucleare che spieghi come verrebbe affrontata la catastrofe se il sottomarino a propulsione nucleare affondando non potesse essere rimorchiato al largo; ci interessa sapere se il piano di emergenza sia stato aggiornato rispetto a quello parzialmente comunicato dalla Sua Prefettura a PeaceLink nel settembre del 2000 (quella versione non prendeva in considerazione l'eventualità dell'affondamento del sottomarino incidentato).
3. Le chiediamo di pianificare o richiedere la pianificazione di un'esercitazione civile di attuazione del piano di emergenza nucleare a tutela della popolazione; ci auguriamo che non si voglia considerare la sicurezza dei civili (per i quali non è mai stata prevista alcuna esercitazione) meno importante della sicurezza dei militari (per i quali è stata invece prevista l'esercitazione Royal Sorbet).
4. In particolare Le chiediamo perché non vengano distribuite nell'area interessata dal rischio nucleare, a partire dalla scuole, confezioni di "Lugol Forte".
5. Le chiediamo se, in caso di incidente nucleare, il governo abbia previsto un risarcimento (e di che tipo) per i danni a ogni singolo cittadino danneggiato.
6. Le chiediamo se il piano di emergenza nucleare - con l'inevitabile impatto che avrebbe su un sistema sanitario regionale e di protezione civile inadeguato rispetto ad una simile evenienza - è in possesso al Sindaco di Taranto, al Presidente della Provincia di Taranto e al Presidente della Regione Puglia o se costoro, non disponendo del Nulla Osta di Segretezza, non possano prendere conoscenza preventivamente di quella pianificazione che dovrebbero attuare in caso di emergenza nucleare, ciascuno secondo le proprie competenze.
7. Le rinnoviamo infine la richiesta di inviare (presso PeaceLink, casella postale 2009, 74100 Taranto) una copia della parte del piano di emergenza non coperta da segreto militare, in ottemperanza a quanto previsto dal decreto legislativo 230/95; tale richiesta Lei l'ha già ricevuta con lettera raccomandata A.R. datata 10/6/05.

Non ci deluda, signor Prefetto, con un silenzio che sarebbe allarmante.
Né ci risponda con un'informativa generica: la qualità dell'informazione è indice della qualità della democrazia.
Ci attendiamo da Lei un'operazione di trasparenza così come prevede la lettera e lo spirito del decreto legislativo 230/95.
Distinti saluti

Lorenzo Cazzato (Arci Taranto), Teresa D'Assisi (Wwf Taranto), Salvatore De Rosa (Attac Taranto), Lucio Giummo (Comitato Vendola Taranto), Alessandro Marescotti (PeaceLink), Giovanni Matichecchia (Taranto Sociale), Giancarlo Petruzzi (Confederazione Cobas Taranto)

Per comunicare la risposta scrivere a:
Associazione PeaceLink
casella postale 2009
74100 Taranto

Note: Per altre informazioni http://www.tarantosociale.org

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