E dopo la manifestazione del 26 giugno a Taranto? L'incontro del 29 al Salone degli Stemmi!
Quello di domenica 26 giugno è stato un corteo veramente nuovo. Infatti per la prima volta a Taranto forze culturalmente e ideologicamente diverse hanno costruito un percorso comune ideando un corteo basato sulla creatività e sulla comunicazione teatrale.
Partiamo dalla fine: la Rotonda del Lungomare gremita di bambini e di famiglie. Tutti in cerchio a guardare la storia del pescatore e del sottomarino nucleare. Giovanni Guarino, attore ironico e abile, indossa la maschera del mostro radioattivo. Il pesce pescato non è più quello di prima, strani esseri cominciano a popolare il mare di Taranto. Il buio cala sul Lungomare ma attorno al corteo pacifista un numero crescente di persone si raccoglie. E così un piccolo manipolo di persone, duecento in tutto, che erano partite da piazza Ebalia con striscioni, trampoli e strumenti musicali, è raddoppiato e poi triplicato, trascinandosi dietro una folla di ragazzi e di bambini incuriositi e stupiti.
"Perché manifestate?", chiedevano i passanti. E così è nato il dialogo. E' stata una prova di recitazione generale, si è celebrato il salvataggio simbolico della città, avvertendola che un incidente nucleare è possibile e che nessuna autorità ha informato i cittadini. L'esercitazione Nato Sorbet Royal 2005 nel Golfo di Taranto in questi giorni ha simulato un incidente a ben quattro sottomarini, con relativo affondamento e recupero dell'equipaggio. Ma nessuna autorità ha impostato un piano di salvataggio della popolazione, nel caso l'incidente coinvolgesse un sottomarino a propulsione nucleare. Come spiegarlo alla gente? E qui ha giocato un ruolo cruciale una comunicazione nuova, diversa da quella del classico comizio: è stato attuato un coinvolgimento teatrale. Artisti di strada, musicisti a volte un po' improvvisati ma simpatici. L'intero corteo è stato un'animazione coinvolgente, basata su ritmi e travestimenti.
Il simbolo del corteo era un omino con una strana testolina tonda che richiamava il simbolo della radioattività. E Taras sul delfino era un Taras antinucleare e con la maschera anti-inquinamento, stampigliato sulle bandiere gialle. Greenpeace di Lecce e di Bari ha portato le tute bianche per simulare il disastro nucleare e ha scandito lo slogan: "Niente plutonio nello Jonio". I "veterani" delle lotte di Scanzano Jonico hanno portato il loro striscione e la loro solidarietà.
Molte le bandiere rosse fra cui spiccava però l'assenza della bandiera dei DS, anche se era presente il consigliere comunale Alfredo Cervellera a titolo personale. Rifondazione Comunista ha marcato la sua differenza con una presenza significativa. Ma il nucleo del corteo era costituito da giovani e in particolar modo da ragazze. Il colore dominante, oltre al rosso, è stato quello del giallo: simboli di radioattività ovunque. E poi bandiere arcobaleno, quelle di Wwf e Legambiente, dei comitati di quartiere e della Chiesa Valdese.
Quando il corteo è arrivato nella Rotonda del Lungomare, si è ingrossato con tante nuove presenze, attirando la gente con gli artisti di strada, i burattini, i ritmi musicali e un messaggio continuo: Taranto non deve cadere nel tranello. Il cantastorie Giovanni Guarino ha continuamente richiamato la stupidità del cefalo che abbocca facilmente "come tanti che abboccano alle false promesse". Ma il pescatore che pensava di convivere con il sottomarino nucleare perde la pazienza e alla fine dice basta. Questa scena ha avuto un valore liberatorio e l'applauso che ne è seguito ha sottolineato che i "contestatori" non sono emarginati dalla loro città. Il linguaggio dell'ironia e del teatro di strada ha unito il drappello iniziale ad una città che non è ancora rassegnata ma sa ascoltare, dialogare e marciare con chi non accetta un futuro da "incubo nucleare".
Il finale è stato tutto tecnologico: le foto digitali della manifestazione sono state riversate da PeaceLink su Internet (nell'apposito sito http://www.tarantosociale.org) per farle vedere anche altrove, dato che si è sparsa la notizia che "Taranto ha fatto il suo corteo antinucleare".
Alcune presenze significative al corteo vanno annotate:
- il Comitato Vendola di Taranto;
- l’Arci;
- Pax Christi (il clown Ciccio ha recitato magistralmente la parte del pescatore prima imbrogliato e poi "incavolato nero");
- la Confederazione Cobas, il cui attivismo si è fuso con quello del Comitato di Quartiere Città Vecchia e ha portato all'affissione di tanti manifesti nella città;
- la cooperativa Owen;
- la Comune di Urupia, quest’ultima con una serie di interventi che hanno arricchito i momenti comunicativi finali, dai trampoli al burattino che ha spiegato – terra terra - il significato della guerra alla cantastoriata del coraggio: il coraggio di pensare, di ripensare, di costruire e di distruggere quando necessario, di... volare.
- le ragazze con le giocolerie di fuoco.
Tante sono le persone che non è stato possibile conoscere ma che vanno globalmente annoverate perché, con striscioni o senza, hanno espresso la volontà di partecipare e di creare un evento nuovo quanto inusuale che è stato capace di
"includere" tutti.
Tutti questi soggetti sono stati preziosi e incarnano un impegno e una sensibilità imprescindibile per le prossime iniziative.
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Chi ha partecipato al corteo e volesse scrivere qualcosa, lo può inviare a volontari@peacelink.it ; verrà pubblicato sul http://www.tarantosociale.org
Per le foto della manifestazione del 26 giugno clicca su http://italy.peacelink.org/gallerie/72
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_PROV_01.asp?IDNotizia=139909&IDCategoria=1
Allegati
Tutto ciò che non ti fanno conoscere sul rischio nucleare
1034 Kb - Formato rtfQuesta piccola guida contiene in appendice uno stralcio del piano di emergenza nucleare di Taranto e del decreto legislativo 230/95 per l'informazione della popolazione
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