Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Duecentocinquanta civili della Difesa a Taranto rischiano il posto di lavoro

Tagli alla Difesa e nuovi investimenti militari: a farne le spese sono i lavoratori

Non sembra ora una buona via d’uscita quella prospettata da Fassino: aumentare le spese militari dallo 0,8% all’1,5% del PIL.
12 gennaio 2006

La missione italiana in Iraq sta producendo effetti nefasti che per adesso i media nazionali stanno ignorando o tacendo. A Taranto ad esempio 250 lavoratori rischiano di perdere il lavoro. Duecentodieci sono addetti alle pulizie e al facchinaggio della nuova base navale (tutti civili) e quaranta sono docenti civili delle scuole CEMM della Marina Militare.

Le recenti trattative sembrano recuperare alcuni di questi lavoratori civili.

Ma per la maggior parte la situazione rimane però disperata.

I tagli occupazionali, così evidenti su Taranto e sulla sua stampa locale, sono però “invisibili” sulla stampa nazionale. E c’è da immaginare che anche nelle altre città sedi di basi militari vi siano vertenze in corso per tamponare le falle.

Tutto questo è effetto di una situazione che vede entrare in conflitto tre fattori: le spese di investimento in nuovi sistemi d'arma, le missioni militari all’estero e i tagli al bilancio della difesa. Quest’ultimo è sceso allo 0,8% del PIL, anche se con artifici vari alcune spese militari vengono collocate su altri ministeri.

Ciò nonostante è indubbio che il governo Berlusconi ha segnato un record per il ribasso delle spese militari. Frutto di una politica che tende a conciliare l’inconciliabile: l’alleggerimento fiscale e l’impegni militare in Iraq.

Di sicuro sappiamo ora che se abbandoneremo progressivamente l’Iraq non sarà per ragioni di miglioramento della situazione irachena ma perché il sistema occupazionale della Difesa scricchiola. E i costi di missione di cinquanta soldati in Iraq mettono oggettivamente a rischio oltre duecento lavoratori civili della Difesa a Taranto.

Purtroppo governo e opposizione di centrosinistra hanno benedetto – assieme ai sindacati confederali e al vescovo di Genova - la nuova costosissima portaerei che affiancherà la Garibaldi.

Ora si stanno pagando i prezzi di scelte inutili, controproducenti e rovinose.

Non bisognava essere economisti e neppure ragionieri per capire che si andava verso il precipizio finanziario nel settore Difesa.

E non sembra ora una buona via d’uscita quella prospettata da Fassino: riportare le spese militari all’1,5% del PIL.

Articoli correlati

  • Lettera a CGIL e UIL sulle spese militari
    Disarmo
    PeaceLink partecipa alla mobilitazione dello sciopero generale

    Lettera a CGIL e UIL sulle spese militari

    Il governo attuale continua dirottare risorse verso programmi di armamento estremamente onerosi. In pochi mesi, oltre 21 miliardi di euro sono stati destinati a cacciabombardieri e a nuovi prototipi bellici, mentre 4,6 miliardi di euro dal comparto civile vengono spostati al settore militare.
    28 novembre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Lode ai disertori: il nostro modo di celebrare il 4 Novembre
    Taranto Sociale
    Comunicato del Comitato per la Pace di Taranto sulla ricorrenza del 4 Novembre

    Lode ai disertori: il nostro modo di celebrare il 4 Novembre

    I disertori si opposero alla guerra disobbedendo e anticipando lo spirito della Carta costituzionale. Oggi ci preoccupa l'aumento delle spese per armamenti e la spirale di stragi che si sta abbattendo sulla popolazione palestinese. Sosteniamo lo Stop Genocide Day nelle scuole e nelle università.
    3 novembre 2024 - Comitato per la pace di Taranto
  • Il riarmo all'italiana: a debito, invisibile e carissimo
    Pace
    Albert, il bollettino quotidiano pacifista

    Il riarmo all'italiana: a debito, invisibile e carissimo

    Il governo ha firmato contratti per 69 nuovi aerei militari, per un costo complessivo di 16 miliardi di euro ma ci sono meno di 3 miliardi per finanziarli. Le Frecce Tricolori richiedono 1,6 miliardi di euro, mentre sono disponibili solo 60 milioni. Un debito che ricadrà sulle future generazioni.
    22 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Presidio pacifista davanti alla base NATO di Solbiate Olona
    Disarmo
    Solbiate Olona è un comune della provincia di Varese in Lombardia

    Presidio pacifista davanti alla base NATO di Solbiate Olona

    Tra gli obiettivi c'è l'opposizione ai nuovi euromissili da puntare contro la Russia. Il presidio invita tutti a unirsi per una pace fondata sulla sicurezza comune e sull'uso socialmente utile delle risorse. Appuntamento per il 28 luglio davanti alla Base NATO Solbiate Olona alle ore 15.
    25 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)