“Un nodo d’acciaio”. La vertenza ambientale a Taranto raccontata in un libro curato e presentato dall’associazione TarantoViva
Si chiama “Un nodo d’acciaio” il libro pubblicato dall’associazione TarantoViva, un’associazione di tarantini che vivono fuori Taranto ma che sono impegnati nelle iniziative di difesa ambientale tramite l’utilizzo di Internet e l’invio di lettere ai giornali.
Il libro verrà presentato sabato prossimo, 25 febbraio, presso la biblioteca comunale di Taranto alle ore 9,30. A parlare saranno proprio gli autori.
Girolamo Albano, presidente dell’associazione, ha dichiarato: “Questo libro nasce da un sogno ad occhi aperti in un pomeriggio milanese: trovare il modo di parlare e di far parlare alcuni tarantini sul rapporto fra la città e l’acciaieria, aprire ancora una volta una discussione su un argomento dibattuto e doloroso ma che non perde mai d’attualità”
“Il libro – ha spiegato Albano – è un’antologia strutturata in tre sezioni principali: la cronaca, i racconti, le persone. Vi hanno contribuito numerosi scrittori e giornalisti tarantini, che hanno voluto esprimere il loro sentire sul nodo che unisce Taranto e l’acciaieria e lo hanno fatto gratuitamente e con grande passione”.
Nel libro vi è una sintesi delle varie tappe della vertenza ambientale che cominciò con l’ordinanza del 22 maggio 2001 del Sindaco di Taranto Rossana Di Bello con la quale venne imposto il fermo delle batterie 3-4-5-6 della cokeria Ilva. Quella stagione, cominciata con un braccio di ferro fra Comune e Ilva, si è poi conclusa nel dicembre del 2004 con un accordo fra Comune, Provincia, sindacati, industriali e Ilva che prevedeva, tra l’altro, l’elargizione di 600mila euro per il Comune di Taranto che il sindaco Di Bello ha dirottato sulle casse rossoblu della squadra di calcio del Taranto. E’ stato un epilogo che ha deluso le associazioni ambientaliste e la stessa TarantoViva la quale ha così deciso di tracciare la storia di una stagione tanto entusiasmante all’inizio quanto, alla fine, deludente. Infatti è stato lasciato alla sola magistratura il compito di completare i vari gradi di processo all’Ilva per lo sversamento delle polveri, dato che Comune e Provincia – in un primo tempo costituitisi parte civile - si sono ritirati dal processo.
“Mi sono sempre chiesto, in questi anni, quale sia stata la “molla” che ha innescato la vertenza ambientale, una vertenza senza precedenti sul territorio ionico, che pure ospita opifici da più di cento anni”, ha annotato nel libro il giornalista Michele Tursi, uno degli autori e cronisti ionici che più da vicino ha seguito la vertenza ambientale a Taranto..
In tale vertenza molto importante è stato il contributo della rete Internet e delle e-mail inviate da molti cittadini tarantini che da varie parti dell’Italia hanno partecipato “on line” al dibattito per la difesa ambientale.
“Purtroppo – ha detto il presidente di TarantoViva – alcuni di noi vivono in altre parti d'Italia a causa della necessità di proseguire gli studi e assai di più a causa del bisogno di lavorare o, se si preferisce, di trovare una dignitosa condizione professionale. Tuttavia – ha concluso – vogliamo che la città ritorni pienamente alla sua bellezza, recuperando e proteggendo il millenario e commovente patrimonio di storia e di arte, ricchezza comune di tutti i tarantini. Vogliamo che l'ambiente sia protetto dal degrado e possa essere fonte di benessere e di prosperità”.
Sociale.network