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Gazzetta n. 13 del 16 Gennaio 2002

Taranto, citta' ad alto rischio ambientale

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO - DECRETO 18 settembre 2001, n. 468 Regolamento recante: "Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale".


TARANTO

Comune - Localita'.
Taranto, Statte.

Tipologia dell'intervento.
Bonifica e ripristino ambientale di aree industriali, di specchi
marini (Mar Piccolo) e salmastri (Salina grande)

Perimetrazione.
All'interno del perimetro definito dal decreto dei Ministro
dell'ambiente del 10 gennaio 2000 sono presenti:
un polo industriale di rilevanti dimensioni, con grandi
insediamenti produttivi, e differenti tipologie di aree, quali:
industria siderurgica (ILVA), raffineria (AGIP), industria cementiera
(CEMENTIR);
lo specchio di mare antistante l'area industriale comprensiva
dell'area portuale (Mar Grande);
alcune discariche;
lo specchio marino rappresentato dal Mar Piccolo;
la Salina Grande;
cave dismesse.
Il comparto siderurgico (ILVA) e' il piu' grande polo nazionale.
Nell'area sono inoltre presenti industrie manufatturiere di
dimensioni medio-piccole. Il porto di Taranto, che movimenta da 30 a
40 milioni di tonnellate di merci, ed i cantieri militari e civili
presenti nell'area, costituisce un'attivita' industriale primaria a
rilevante impatto ambientale. La superficie interessata dagli
interventi di bonifica e ripristino ambientale e' pari a circa 22,0
km2 (aree private), 10,0 km2 (aree pubbliche), 22,0 km2 (Mar
Piccolo), 51,1 km2 (Mar Grande), 9,8 km2 (Salina Grande). Lo sviluppo
costiero e' di circa 17 km.
Il territorio perimetrato e' compreso nell'area dichiarata "Area
ad elevato rischio di crisi ambientale" nel novembre 1990. La
dichiarazione e' stata reiterata nel luglio 1997.
Con decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 1998 e'
stato approvato il "Piano di disinquinamento per il risanamento del
territorio della provincia di Taranto".
Le interferenze con l'ambiente prodotte dalle attivita'
industriali sono di cospicua entita' ed interessano tutti i comparti
ambientali; le principali fonti di inquinamento sono rappresentate
dalle industrie siderurgiche, petrolifere e cementiere.

Principali caratteristiche ambientali.
Il sito interessato si estende su una vasta area pianeggiante,
prospiciente il golfo di Taranto. Gli insediamenti industriali
presenti influenzano pesantemente il quadro socioeconomico,
ambientale e paesaggistico.
L'elevata antropizzazione rappresenta inoltre un ulteriore
aspetto di pericolo per gli ecosistemi.
L'area perimetrata racchiude aree che possiedono elevato
interesse ai fini della conservazione del patrimonio naturale.
I biotopi presenti comprendono zone umide, tratti di corsi
d'acqua e di costa sia di natura sabbiosa che rocciosa; di
particolare interesse sono le aree del mar Piccolo e le saline. Per
quanto attiene lo stato dei suoli, pur mancando un quadro organico di
informazioni, sono state gia' evidenziate zone interessate da cave
che presentano fenomeni di degrado e dissesto localizzato e
necessitano di interventi di bonifica. Sono inoltre presenti siti di
discarica di rifiuti urbani non adeguatamente conterminati e numerosi
siti di smaltimento abusivo di rifiuti di varia provenienza.
I corsi d'acqua superficiali a carattere esclusivamente
torrentizio sono recapito di reflui diversi scarsamente o per nulla
depurati. Particolarmente compromessa appare la situazione del
Paternisco e del canale di Aiedda, che recapita nel bacino ad elevata
vulnerabilita' del Mar Piccolo con evidenti risvolti sulla qualita'
dei sedimenti.
Il Mar Piccolo risulta quindi gravemente compromesso dalla
pessima qualita' degli affluenti in esso recapitanti, che determinano
un grave stato eutrofico, accentuato dalla particolare morfologia del
bacino stesso.
La situazione del mare presenta, dal punto di vista della
qualita' delle acque notevoli criticita' dovute prevalentemente al
carico dei bacini portuali. Il Mar Grande nel quale e' localizzato il
porto commerciale ed industriale riceve le acque depurate
dei maggiori insediamenti industriali dell'area e diversi carichi non
depurati provenienti dalla rete fognaria cittadina oltre ai gia'
citato problema dell'inquinamento da sedimenti. Sono stati
evidenziati un graduale depauperamento della flora acquatica tipica
ed un peggioramento della qualita' delle acque.
Per quanto attiene le acque sotterranee, manca la conoscenza
dello stato della falda sottostante le aree industriali; sono stati
gia' evidenziati fenomeni di inquinamento diffuso di origine agricola
e concentrato dovuto a rilasci di percolato da discariche
incontrollate e da pozzi neri non adeguatamente impermeabilizzati.

Costi di messa in sicurezza e/o bonifica.
Le prime stime, effettuate sulla base dei dati preliminari di
estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno di
larga massima pari a circa 100 miliardi.

Piano di caratterizzazione.
Il Ministero dell'ambiente ha predisposto e consegnato ai
soggetti titolari un documento di linee guida per la
caratterizzazione dei suoli e delle acque nonche' per la
caratterizzazione delle aree marine.

Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica.
Da elaborare.

Note: Sono considerati primi interventi di bonifica di
interesse nazionale quelli compresi nelle seguenti aree
industriali e siti ad alto rischio ambientale i cui ambiti
sono perimetrati, sentiti i comuni interessati, dal
Ministro dell'ambiente sulla base dei criteri di cui
all'art. 18, comma 1, lettera n), del decreto legislativo
5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni:
a) Venezia (Porto Marghera);
b) Napoli orientale;
c) Gela e Priolo;
d) Manfredonia;
e) Brindisi;
f) Taranto;
g) Cengio e Saliceto;
h) Piombino;
i) Massa e Carrara;
l) Casal Monferrato;
m) Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano
(Caserta-Napoli);
n) Pitelli (La Spezia);
o) Balangero;
p) Pieve Vergonte;
p-bis) Sesto San Giovanni (aree industriali e
relative discariche);
p-ter) Napoli Bagnoli-Coroglio (aree industriali);
p-quater) Pioltello e Rodano.
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