Osservazioni del Comitato contro il rigassificatore di Taranto
Con questo documento si vogliono far emergere alcune delle criticità che siamo riusciti a individuare nell'ambito dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) elaborato dalla società Medea per conto della gasNatural.
La mole della documentazione ha richiesto un lavoro lungo e approfondito.
Senza la pretesa di considerare il presente studio già concluso, sono tuttavia emerse gravi e significative carenze dello SIA che ci preme evidenziare e che consigliano di sottoporre l'intero progetto ad una seria verifica complessiva circa l'opportunità e l'idoneità dello stesso nell'ambito di una realtà come quella di Taranto già gravata da nove impianti a rischio di incidente rilevante sottoposti alla Direttiva Seveso e da un porto militare ufficialmente riconosciuto come "porto a rischio nucleare" sottoposto al Decreto Legislativo 230/1995.
Vogliamo specificare che a nostro parere la Valutazione di Impatto Ambientale ha uno stretto rapporto con l'attuazione del Principio di Precauzione e che pertanto non riterremmo corretto un eventuale non accoglimento delle osservazioni da noi fatte in merito ai problemi della sicurezza in quanto una mera valutazione del fattore "inquinamento" slegato dal fattore "sicurezza" priverebbe i cittadini di un diritto di osservazione ed intervento democratico in merito ad aspetti - quali quelli della sicurezza - che non possono prescindere dalla procedura del "consenso informato" e della possibilità di revoca dello stesso.
Le osservazioni che vengono di seguito esposte possono essere riassunte nei seguenti punti relativi a questioni omesse o non del tutto valutate con la dovuta attenzione nello Studio di Impatto Ambientale:
1. Omissione dell'analisi del porto di Taranto quale "porto a rischio nucleare" e mancata valutazione dei rischi e della compatibilità del traffico di navi metaniere con il transito di sottomarini a propulsione nucleare, in considerazione del fatto che una collisione fra una nave metaniera e un sottomarino a propulsione nucleare (e/o dotato di testate atomiche) potrebbe comportare una gravissima contaminazione radioattiva dell'ambiente e uno scenario né analizzato né quantificato.
2. Omissione del fenomeno di "fumigazione" e sua interazione con la candela di scarico con correlata omissione dell'ipotesi di una ricaduta dei vapori di boil-off sulla torcia dell'Agip e conseguente esplosione catastrofica.
3. Sottovalutazione dei rischi connessi all'effetto domino nell'ambito di un contesto già a forte rischio come quello di Taranto, città già gravata da nove impianti a rischio di incidente rilevante sottoposti alla Direttiva Seveso e da un porto militare ufficialmente riconosciuto come "porto a rischio nucleare" sottoposto al Decreto Legislativo 230/1995.
4. Carenza di un'analisi imparziale circa la concreta probabilità di un evento catastrofico, tanto da non ricorrere alle valutazioni economiche di rischio che solo un "ente terzo" come un'assicurazione potrebbe fornire in vista di un possibile risarcimento di un incidente rilevante; a ciò si associa l'assenza di ogni misura di risarcibilità completa in sede civile dei danni che potrebbero essere provocati dal rigassificatore.
5. Dragaggi e impatto sull'ecostistema marino non adeguatamente valutati nelle loro ripercussioni.
6. Ricadute negative sul traffico portuale in relazione all'allungamento dei tempi di attesa delle navi in entrata e in uscita dal porto.
7. Impatto paesaggistico non adeguatamente considerato.
8. Assenza dei requisiti di carattere istituzionale che evidenziano inadeguatezze sui sistemi di controllo ambientale e inadempienze circa l’applicazione della Direttiva Seveso sul territorio di Taranto.
9. Mancanza della Valutazione Ambientale Strategica: la Valutazione di Impatto Ambientale avviene in assenza di una necessaria e preliminare valutazione ambientale strategica come previsto dalla decisione n. 1229/2003/CE del Consiglio e del Parlamento Europeo.
E’ bene ricordare che Taranto è stata dichiarata area ad elevato rischio ambientale nel Novembre 2000. Ma è ancora in attesa di risanamento. Il piano approvato nel Novembre 1998 si è rivelato del tutto inadeguato avendo recepito, più che le necessità del territorio, le indicazioni provenienti dalle stesse industrie inquinatrici e da un’amministrazione comunale retta in successione da due sindaci, andati sotto processo ed incarcerati con pesanti accuse (presunte tangenti, collegamenti malavitosi, etc).
Negli ultimi anni la situazione ambientale del territorio è anche peggiorata. L’Ilva ha elevato la sua produzione annuale di acciaio prodotta dallo stabilimento da circa 6 milioni a 9 milioni di tonnellate, con ulteriore aggravio della situazione ambientale del territorio. La raffineria, a sua volta, è in procinto di elevare le sue capacità produttive in seguito al trasferimento, tramite oleodotto, del greggio dalla Val d’Agri al suo terminale.
Taranto, quindi, tuttora con un territorio compromesso e con altissimi livelli di inquinamento oltretutto in via di accentuazione, è innanzitutto improponibile in quanto ancora in attesa di un piano di risanamento ambientale e non può sopportare ulteriori carichi in termini di inquinamento e/o rischio tecnologico.
Infine non è superfluo osservare che non esiste una "emergenza nazionale" relativa all'approvvigionamento energetico in nome della quale poter mettere in sordina le preoccupazioni qui espresse e dare un "via libero" acritico ai rigassificatori. Siamo infatti in presenza di un surplus di offerta di gas metano tale da aver indotto nel 2003 l'ENI a non incrementare la portata dei gasdotti e a ostacolare addirittura la concorrenza nell'offerta tanto da provocare un intervento sanzionatorio in ambito europeo. Di tali aspetti tratteremo nell'appendice al presente documento.
Scaricate l'allegato in PDF. Le nostre osservazioni critiche sono state inviate agli enti competenti coinvolti nella VIA (Valutazione di Impatto Ambientale:
Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale, Divisione III, VIA
via Cristoforo Colombo 44
00147 Roma
Al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Dip. Beni Architettonici e Paesaggistici, Servizio II, Paesaggio
via San Michele 22
00153 Roma
Al Ministero delle Attività Produttive
Via Veneto 33
00187 Roma
Al Presidente della Regione Puglia
Nichi Vendola
Lungomare Nazario Sauro 33
70121 Bari
All'Assessore all'Ambiente della Regione Puglia
Michele Losappio
Via Magnolie - Zona Industriale - ex Enaip
70026 Modugno (BA)
Comitato Tecnico Regionale
c/o Direzione Generale Regionale dei Vigili del Fuoco
via Japigia 240
70126 Bari
Al Presidente della Provincia di Taranto
Gianni Florido
Via Anfiteatro 4
74100 Taranto
Al Commissario Prefettizio del Comune di Taranto
Tommaso Blonda
Piazza del Municipio
74100 Taranto
Al Prefetto di Taranto
Dr. Alecci
Via Anfiteatro
74100 Taranto
All'Autorità Portuale di Taranto
Via Porto Mercantile 1
74100 Taranto
Allegati
Rigassificatore di Taranto: osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale (versione 1)
255 Kb - Formato pdfLo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla gasNatural è consultabile su www.tarantosociale.orgSito rigassificatore di Taranto, veduta aerea
49 Kb - Formato jpgSi può notare l'estrema vicinanza dell'Ilva e dell'Agip, con conseguente "effetto domino"Il fenomeno della "fumigazione" visualizzato in una foto
5 Kb - Formato jpgFonte: THE KWINANA COASTAL FUMIGATION STUDY: I – PROGRAM OVERVIEW, EXPERIMENTAL DESIGN AND SELECTED RESULTS Autori: B. L. SAWFORD, A. K. LUHAR, J.M. HACKER, S. A. YOUNG, I.-H. YOON, J. A. NOONAN, J. N. CARRAS, D. J. WILLIAMS and K. N. RAYNER (5 Agosto 1998)
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