Inceneritore a Taranto. Non bruciamoci il futuro, non bruciamoci la salute
A Taranto, nel Febbraio 2006, Il sindaco Rossana Di Bello si dimise dopo essere stata condannata ad un anno e quattro mesi di reclusione per abuso d'ufficio e falso ideologico.
La condanna fu emessa dal giudice per l'udienza preliminare nell'ambito dell'inchiesta per l'affidamento da parte del Comune di Taranto della gestione dell'inceneritore cittadino alla società Termomeccanica.
Poco più di un anno dopo, il presidente della Provincia dichiara: "L’inceneritore servirà a garantire la chiusura del ciclo dei rifiuti in terra ionica, consideriamo dunque il suo utilizzo un aspetto di primaria importanza” incontrando una rappresentanza dei lavoratori coinvolti nella vertenza occupazionale legata proprio al mancato funzionamento dell’impianto utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
I giornali locali raccontano una presunta linea programmatica che troverà la sua definitiva collocazione nel Piano Provinciale dei rifiuti la cui bozza è attualmente allo studio della Commissione Ambiente della Provincia. Per tecnici ed operai, quindi, un sospiro di sollievo, un nuovo "atto di clemenza”, in quanto la Provincia è interessata a rimettere in funzione l’inceneritore. Sembra che per tentare di trovare una soluzione soddisfacente all’emergenza occupazionale sia stato fatto un altro “miracolo” ai danni della salute dei Tarantini, con il bene placito dei sindacati e dagli stessi lavoratori i quali hanno espresso apprezzamento per la “sensibilità” dimostrata dalla Provincia di Taranto.
Lo stato di salute dell'aria e con esso quello dei cittadini è già compromesso dall’immissione di inquinanti atmosferici di vario tipo e provenienza, con un superamento delle medie mensili e delle percentuali di sforamento ammesse per il parametro più indicativo e più pericoloso per la salute umana e dell'ambiente: le cosiddette polveri sottili. Va detto che per questo tipo di inquinamento, così come per i prodotti cancerogeni non esiste un limite di soglia, cioè fanno male sempre, a qualunque concentrazione si respirino: e va dunque chiarito che i limiti di legge vigenti, posti per cercare di tutelare la nostra salute, non rappresentano in alcun modo una garanzia, ma solo il tentativo di costringere le amministrazioni ad attivarsi per ridurre il pesantissimo impatto di certe attività sullo stato di salute dell'aria.
Ma la combustione dei rifiuti non produce solo un grave inquinamento, ma impedisce e vanifica lo sforzo verso la loro riduzione ed il recupero di materia tramite la raccolta differenziata, i veri obbiettivi primari per una gestione sostenibile tramite un ciclo integrato del trattamento dei rifiuti. L'incenerimento dunque produce un inaccettabile aumento di inquinamento ambientale da un lato, e contrasta inesorabilmente con le uniche, vere alternative eco-sostenibili: la riduzione dei rifiuti ed il recupero di materia.
Gli inceneritori di ultima generazione con le loro alte temperature nei forni contribuiscono grandemente alla immissione nell'ambiente di polveri finissime che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note polveri PM10. L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana.
Queste "nanopolveri", sfuggendo ai filtri dell'inceneritore, non vengono nemmeno rilevate dagli attuali sistemi di monitoraggio delle emissioni degli inceneritori e non sono previste dai limiti di legge cui gli impianti devono sottostare. Inoltre a fronte di emissioni cancerogene identificate da tempo dai ricercatori (diossine, furani, metalli pesanti) gli inceneritori emettono centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l'impatto sulla salute umana, così come risultano non ancora indagati gli effetti della combinazione di vari inquinanti. Le forme patologiche più comuni sono le neoplasie, ma ci sono anche malformazioni fetali, malattie infiammatorie allergiche e perfino neurologiche. L'incenerimento dei rifiuti è inoltre il sistema più costoso per lo smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano generosi incentivi a suo sostegno.
Insomma, la gestione dei rifiuti continua a far discutere i nostri “eletti”. Da quando Vendola ha diplomaticamente "passato la pratica" al presidente della Provincia, in quanto la competenza per la gestione dei rifiuti ricade tra quelle della amministrazione provinciale, ed in particolare nel Piano Provinciale di gestione dei rifiuti, il primo passo fatto dall’amministrazione Provinciale ci sembra alquanto incredibile.
Con il presente comunicato, le nostre ragioni sul NO all’inceneritore, sono molto chiare e semplici; non siamo armati da una presunta "pregiudizialità" nei confronti dell'incenerimento. Di fatto, davanti alle giuste preoccupazioni occupazionali che hanno sempre caratterizzato le scelte dei nostri politici locali rendendo i lavoratori vittime di un ricatto occupazionale, abbiamo sperato ancora una volta che il fattore “reversibilità” fosse stato preso in considerazione, e che gli operatori dell’inceneritore fossero stati impiegati in altri settori di competenza della Provincia: Questo sarebbe stato il “miracolo” di Gianni Florido.
Il “miracolo” sarebbe stato un discorso, che coerentemente con gli impegni che ci vengono dalla normativa europea, nazionale e regionale, puntasse ad un piano che contenga una prospettiva di aumento di recupero di materia e ricerca di soluzione alternative eco-compatibili, che portino al superamento, sia pur nel tempo dovuto, dell’incenerimento. Invece, ad una precisa scelta dei lavoratori si è opposto un gioco di basso profilo, che ricorda molto la storia Tarantina. Se la Provincia volesse davvero fare delle scelte di qualità, ricordiamo che esse si basano sulla trasparenza, sul bilancio ambientale globale e sulle migliori tecnologie disponibili: e siatene certi, l'incenerimento dei rifiuti non è la miglior tecnologia disponibile per risolvere il problema.
La nostra esperienza, come quella di molti altri, dimostra che una condizione essenziale per affermare la salute, dentro e fuori la fabbrica, è quella di sconfiggere la falsa alternativa (un vero e proprio ricatto!): "O lavoro o salute!".
Stefano De Pace
Francesco Maresca
Alessandro Marescotti
Lea Cifarelli
Espedito Alfarano
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Peppe Cicala
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