Interrogazione parlamentare sulla diossina a Taranto
“Troppa tolleranza per la diossina”: il senatore Fernando Rossi presenta una interpellanza urgente. L’Ilva blocca l’impianto di agglomerazione sospettato di produrre il 90% della diossina stimata in Italia per le grandi industrie. Rischiano di saltare i controlli dell’Arpa
Il problema della diossina a Taranto è giunto nelle aule del Parlamento. Il senatore Fernando Rossi del gruppo Misto ha presentato infatti un’interpellanza parlamentare urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente.
Redattore Sociale aveva dato notizia in anteprima nazionale dell’”allarme diossina” a Taranto il 3 maggio 2007 riportando il dato secondo il quale nella città jonica si concentrerebbe il 90,3% della diossina nazionale stimata per la grande industria.
Con l’interpellanza, il senatore Rossi si rivolge al Governo e punta ad un intervento urgente per eliminare gli elevati valori di tolleranza per le diossine PCDD e PCDF previsti dagli allegati al decreto legislativo 152 del 2006 (centomila volte superiori per metro cubo rispetto a quelli consentiti per gli inceneritori).
Il senatore, riferendosi a tali valori di tolleranza, parla di un “vestito su misura per l’ILVA” e chiede al Governo “se intenda ripristinare una corretta funzione sociale tra “esperti” e bene comune, prendendo i necessari provvedimenti verso chi ha operato per inserire nelle leggi italiane valori così alti e così assurdamente contrari ad ogni logica di rispetto della salute dei cittadini”.
Il senatore è delle Marche e con la città jonica non ha legami, mentre i parlamentari locali si sono astenuti dall’occuparsi della questione.
Nel frattempo il monitoraggio sulla diossina dell’Ilva - che era in programma a partire dall’11 giugno e che vede impegnata l’Arpa Puglia - rischia di saltare. Il colosso siderurgico ha infatti comunicato all’ente di controllo che dal prossimo 5 giugno una delle due linee dell’impianto di agglomerazione sarà bloccata per consentire l’adeguamento dell’impianto alle migliori tecniche disponibili. Proprio dall’impianto di agglomerazione l’Arpa suppone che fuoriescano le diossine PCDD e PCDF. La fermata di una delle due linee dell’impianto di agglomerazione dimezzerebbe i valori di inquinamento e potrebbe influire sulla validità dei controlli relativi alla diossina.
Visto lo stato attuale delle cose il direttore generale dell’Arpa Giorgio Assennato sta valutando il da farsi. Maria Spartera, chimico dell’Arpa Puglia, ha dichiarato: “Occorre recuperare un rapporto fiduciale con la popolazione, applicando strumenti di confronto, di condivisione e di verifica del consenso, come forum, conferenze cittadine, ecc. peraltro previsti da molte norme in materia ambientale”. Intanto a Taranto, dopo il dossier diossina diffuso da PeaceLink, le associazioni si sono mobilitate creando un coordinamento locale che comprende anche Wwf, Libera, Amici di Beppe Grillo, TarantoViva, l’Osservatorio della Legalità e il Comitato Vigiliamo per la Discarica.
Intanto in Italia viene messo in atto un depistaggio informativo sulla "cocaina" nell'aria per non parlare di "diossina", come hanno denunciato PeaceLink e il Comitato contro il rigassificatore di Taranto. E come ha rilanciato Beppe Grillo nel suo spettacolo nella città ionica.
Sul Messaggero del 3/6/2007 si legge che il Codacons (un'associazione di consumatori) a Roma chiede al sindaco di "bonificare e migliorare l'aria riducendo le tracce di droghe nell'atmosfera".
In piazza Fermi è infatti stata trovata cocaina nell'aria per 0,007 nanogrammi.
Quanto è un nanogrammo? E' 0,000000001 grammi ossia un miliardesimo di grammo.
E a Cinecittà hanno trovato 0,02 nanogrammi.
"Tocca al sindaco Veltroni tutelare la salute dei cittadini", ha dichiarato il presidente degli eurodeputati di Forza Italia, Antonio Tajani.
"Non fatevi prendere per il culo, parlano di cocaina nell'aria per non parlare di diossina", ha gridato il comico al Palamazzola di Taranto.
Link: http://www.tarantosociale.org
http://www.massimosozzi.it/blog/2007/06/01/cocainao-diossina
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