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L'Arpa risponde alla lettera di Lea intitolata “Grande industria: nessuno dialoga a schiena dritta”

Il prof. Assennato (Arpa) risponde alla lettera di Lea Cifarelli

10 giugno 2007
Fonte: corgiorno

Gent.mo Direttore,
invio in allegato, con preghiera di pubblicazione, il testo della replica alla lettera aperta pubblicata in data 3 giugno u.s. sul quotidiano da Lei diretto, a firma della sig.ra Cifarelli. Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.
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Gent.ma sig.ra Cifarelli,
31052007(001) La ringrazio di aver voluto rivolgere le sue riflessioni e le sue richieste a me, che sento di condividere le sue preoccupazioni personalmente e in qualità di Direttore Generale dell’ARPA Puglia. Dal 1999 sono responsabile scientifico del Registro Tumori Jonico-Salentino, nato proprio con i finanziamenti del Ministero dell’Ambiente per i piani di disinquinamento delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Brindisi e Taranto e che, purtroppo, non ha ancora trovato una sua collocazione istituzionale all’interno del Servizio Sanitario Regionale: le stime di incidenza delle malattie tumorali del triennio 1999-2001 confermano una situazione epidemiologica critica, con eccessi, rispetto al dato dell’intera regione, per tutti i tipi di tumore, tumori del polmone, tumore della vescica, mesotelioma pleurico, soprattutto a carico del sesso maschile. Dati che inducono a ritenere verosimile un ruolo importante di fattori di rischio occupazionali ed ambientali nel disegnare questo profilo dello stato di salute della popolazione residente nel comune di Taranto e negli altri quattro comuni dell’area considerata a rischio (Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola). Tale situazione, che si è determinata nel corso di anni in cui non si è operato alcun controllo sulle emissioni cancerogene degli insediamenti industriali localizzati a ridosso dell’area urbana, necessita oggi di una speciale attenzione da parte di tutte le Istituzioni e di coloro che operano a vario titolo nei settori dell’ambiente e della sanità. In particolare, è indispensabile sviluppare e garantire attività di monitoraggio ambientale e sanitario particolarmente tempestive ed efficienti perché si possa concretamente registrare un’inversione di tendenza.

Per fare ciò occorre in questa fase puntare su iniziative che consentano di potenziare le infrastrutture tarantine (laboratori, tecnologie), di formare operatori della prevenzione altamente qualificati in modo da riuscire ad incidere realmente su un’area così colpita dalla contaminazione ambientale. In questo senso vanno l’implementazione della dotazione di attrezzature e di personale che sarà resa possibile nel prossimo futuro grazie all’intervento delle istituzioni regionali e locali, attraverso il Piano straordinario di assunzioni di ARPA Puglia e i finanziamenti del Programma Regionale per la Tutela dell’Ambiente.

Questa Agenzia si è resa anche promotrice di una proposta di istituzione di un Centro di Eccellenza sulle problematiche della medicina del lavoro e dell’igiene ambientale, che veda la condivisione di spazi, attività e progettualità del Dipartimento Provinciale dell’ARPA di Taranto, del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto e del Corso di Laurea Universitario in Tecniche della Prevenzione negli Ambienti di vita e nei Luoghi di Lavoro. Questa struttura, dotata di laboratori e risorse all’avanguardia, potrebbe ospitare attività di formazione superiore, come il Master in Sanità Pubblica che sarà attivato dall’Università di Bari e lo stesso Registro Tumori Jonico-Salentino, costituendo il punto di alta integrazione delle complesse problematiche che collegano l’ambiente alla salute e dando nuovo slancio, con un profilo culturalmente elevato, alle attività di tutela ambientale e sanitaria.

31052007(002) Siamo infatti convinti che ad una situazione così complessa come quella di Taranto, dove le legittime istanze di garanzia dell’occupazione e dello sviluppo produttivo si intrecciano con quelle della protezione della salute e dell’ambiente, occorre fornire risposte all’altezza, che non si possa pensare di subire l’emergenza e neanche di reagire con provvedimenti contingenti. In questa prospettiva di crescita riteniamo che un ruolo importante lo possano e lo debbano svolgere anche le grandi aziende dell’area industriale di Taranto, sostenendo le iniziative di ricerca e di riqualificazione, accettando responsabilmente di condividere il percorso verso uno sviluppo realmente sostenibile e socialmente condiviso. Noi crediamo che lo spazio per un rinnovato dialogo ci sia: com’è noto, a partire dal prossimo 11 giugno sarà avviata la prima campagna di monitoraggio delle emissioni di diossine dell’impianto di agglomerazione dell’ILVA.

ARPA Puglia sta realizzando uno sforzo notevolissimo, anche sul piano finanziario, per garantire contestualmente la produzione di dati propri e indipendenti rispetto a quelli che saranno forniti dai consulenti dell’azienda. Questo proprio per rassicurare la cittadinanza rispetto ai dati che saranno resi noti, per esercitare compiutamente le funzioni di prevenzione e protezione ambientale. Deve, infatti, essere chiaro ciò che in altre parti di Italia è un fatto acquisito: che il controllo non è eseguito per puntiglio o per ostacolare i processi produttivi ma è a supporto delle aziende perché queste possano perseguire legittimamente i propri fini industriali nel rispetto del territorio e della collettività che le ospita. La produzione di misure sulle emissioni inquinanti consente di orientare le decisioni anche delle aziende stesse. Questa è la direzione strategica del protocollo d’intesa Regione- Enti Locali - Ilva e dell’attività del Ministero dell’Ambiente che, nell’ambito dell’Autorizzazione Ambientale Integrata, mira alla rapida acquisizione da parte dell’azienda Ilva delle migliori tecniche disponibili, atte a minimizzare le multiple pressioni ambientali. Il supporto del CNR-IIA ad Ilva rappresenta un ulteriore contributo degli enti pubblici di ricerca ai fini della conoscenza dell’impatto ambientale delle emissioni industriali.

Essa rappresenta comunque una garanzia a tutela della sanità pubblica tarantina, molto più di quanto avrebbe potuto offrire un laboratorio privato. Cionondimeno, il nostro compito istituzionale è, in ogni circostanza, quello di assicurare, come Lei dice, che tutto avvenga in modo irreprensibile. Tante professionalità, operatori qualificati di ARPA, ricercatori e docenti universitari si stanno spendendo affinché questa attività produca dati accurati che consentano di conoscere la reale entità del fenomeno che stiamo studiando, per definire strategie mirate di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Vivere in un’area ad alto rischio di crisi ambientale non è facile, ma non deve venir meno la speranza di un rapporto positivo tra industria e città, fondato sulla trasparenza dei comportamenti e sullo sforzo di tutti i responsabili per minimizzare le esposizioni ad agenti industriali nocivi, sia all’interno che all’esterno delle aziende.

Distinti saluti
prof. Giorgio Assennato
Direttore generale Arpa Puglia

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