Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

La Lezione del Friuli Venezia Giulia

Rilevazioni dati diossina: "Un muro di gomma"

Dal Friuli arriva una lezione di civiltà da cui la Regione Puglia dovrebbe prendere esempio.
1 luglio 2007
Luisa Campatelli
Fonte: corgiorno

ILVA di Taranto E’ come andare a sbattere contro un muro di gomma, che respinge tutto, su cui ogni cosa rimbalza lasciando tracce appena percettibili. Più il colpo è duro, ben assestato, maggiore è la capacità respingente di chi lo riceve. La battaglia di Taranto per ottenere (guai a parlare di chiusura!!!) un’industria eco-compatibile si può riassumere così. Del resto, che forza può avere una città che non ha la possibilità difendersi nei processi per inquinamento e ottenere congrui risarcimenti a fronte dei danni che quotidianamente subìsce perchè chi la rappresentava nelle sedi ufficiali (Comune, Provincia, Regione, Sindacati, Associazioni di categoria) ha firmato un atto d’intesa che la priva di questo diritto? Ma non basta. L’ultima delle beffe è quella sulle emissioni di diossina. Come si ricorderà, fu il direttore dell’Arpa Assennato proprio dalle colonne del “Corriere” ad evidenziare la necessità di effettuare un monitoraggio mirato all’interno dell’Ilva così come stabilito nell’accordo siglato a ottobre a Palazzo di Città. Successivamente, Peacelink rese pubblici i dati attinti dal registro Ines da cui emergeva un preoccupante aumento delle emissioni di diossina proprio dallo stabilimento siderurgico di Taranto. Va detto che tale registro inserisce dati sulla base delle comunicazioni fornite dalle stesse aziende (in questo caso l’Ilva) e non attraverso verifica diretta.

A maggio l’Arpa annuncia di voler effettuare il monitoraggio nell’Ilva dall’undici al sedici giugno. Contestualmente circolano indiscrezioni secondo cui l’Ilva avrebbe intenzione di ridurre l’attività nel reparto di agglomerazione, che è poi il reparto responsabile delle emissioni. Una circostanza non confermata che getta comunque ombre su una verifica che deve essere effettuata quando l’attività dell’impianto è a pieno regime. Dopo aver ricevuto le assicurazioni dell’azienda, l’Arpa effettuta il monitoraggio.

Giovedì pomeriggio i dati vengono immessi in rete e chiunque può consultarli collegandosi al sito dell’Arpa. Per ora sono solo numeri, difficili da interpretare. In attesa che sia la stessa Agenzia regionale per la protezione ambientale a svelare il mistero che si cela dietro quelle cifre incomprensibili ai più, è ancora Peacelink a dare una prima lettura dei risultati. Secondo le valutazioni fatte dall’Associazione ecopacifista i livelli di diossina emessi dall’Ilva “sono pochissimi per la legge italiana (legge 152/06 con relativi allegati), sono invece molti per il decreto regionale del Friuli Venezia Giulia (che si basa sulla Decisione CEE/CEEA/CECA n. 259 19/2/2004).

Se a Taranto si applica la legge 152/06 - sottolinea ancora Peacelink- l’impianto di agglomerazione dell’Ilva è assolutamente a norma in quanto sono state rilevate (in giornate in cui era evidente l’effetto "Mulino Bianco") solo 277,1 nanogrammi a metro cubo di concentrazione totale di diossine ripetto ad un limite di legge di 10000 nanogrammi. In pratica l’Ilva supererebbe di poco il 2 % del limite previsto, senza neppure arrivare al 3%. Se invece il camino dell’impianto di agglomerazione dell’Ilva fosse in Friuli Venezia Giulia si applicherebbe una normativa regionale che recepisce i limiti europei (espressi non in "concentrazione totale" ma in "indice di tossicità equivalente"): il limite sarebbe 0,4 nanogrammi a metro cubo. In questo caso vi sarebbe un superamento di oltre 27 volte del limite previsto. "In caso di superamento del suddetto limite, l’impianto di sintetizzazione dell’agglomerato dovrà essere immediatamente fermato", recita il decreto della Regione Friuli Venezia Giulia.”.

Insomma, dalla Regione Friuli Venezia Giulia arriva una lezione di civiltà da cui la Regione Puglia dovrebbe prendere esempio. Ritenendo troppo alto il livello consentito dalla legge italiana e vivendo sulla propria pelle il problema della diossina (Trieste ha uno stabilimento siderurgico di dimensioni molto inferiori a quello di Taranto) questa Regione si è data un proprio regolamente uniformandosi alla normativa europea che abbassando la soglia di emissioni consentite salvaguarda maggiormente la popolazione. Ora che il “caso” è scoppiato anche a Taranto ci pare sia venuto il momento che chi rappresenta la città nelle sedi istituzionali si attivi da subito per intraprendere un’iniziativa analoga a quella adottata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Perchè i tarantini non debbano più essere condannati “per legge” a respirare diossina.

Luisa Campatelli
luisa.campatelli@corgiorno.

Allegati

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
    Taranto Sociale
    L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico

    Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione

    Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."
    11 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)