Diossina Ilva, emissioni preoccupanti
Taranto Sono estremamente preoccupanti i dati che emergono dal monitoraggio dell’Arpa Puglia (l’Agenzia regionale per l’ambiente) sulle diossine rilevate nell’Ilva di Taranto. Dal camino dell’impianto di agglomerazione sono infatti uscite diossine in quantità di gran lunga superiori rispetto ai limiti europei. Per la precisione, in data 12 giugno 2007 l’Arpa ha rilevato 6,8 nanogrammi a metro cubo. In data 14 giugno sono fuoriusciti 14,3 nanogrammi a metro cubo. Infine, nella terza e ultima rilevazione del 16 giugno, l’Arpa ha rilevato 12 nanogrammi a metro cubo. Sommando 6,8 + 14,2 + 12 e dividendo per tre si ottiene la media di 11,1 nanogrammi a metro cubo. Tale valore supera il limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo previsto dalla normativa europea. Per la precisione, si può dire che l’Ilva ha superato di 27 volte il limite europeo sulla diossina e in qualunque altra nazione europea l’impianto sarebbe già stato fermato per tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini. Se il camino dell’impianto di agglomerazione fosse situato in Friuli Venezia Giulia, l’impianto di agglomerazione sarebbe già stato fermato. Lì infatti la Regione ha adottato il limite europeo di 0,4 nanogrammi a metro cubo per evitare che la diossina possa provocare cancro e malformazioni fra i nascituri. La legislazione italiana (precisamente il decreto legislativo 152/06) “stranamente” non ha recepito il limite europeo ed è estremamente permissiva per le diossine, tanto che se dal camino dell’impianto di agglomerazione dell’Ilva dovesse fuoriuscire l’intera diossina di tutti gli impianti industriali dell’Europa, l’impianto paradossalmente continuerebbe a rimanere nei limiti previsti dalla legislazione italiana.
«É chiaro che tali limiti sono palesemente in contrasto con la salute dei lavoratori e dei cittadini e vanno subito aboliti. Pertanto chiediamo alla Regione Puglia di adeguarsi, così come ha fatto la Regione Friuli Venezia Giulia, al limite europeo di 0,4 nanogrammi», sostiene Aldo Pugliese, segretario generale Uil-Puglia. «Inoltre - aggiunge Pugliese - è urgente prescrivere subito, nell’ambito dell’Aurorizzazione Integrata Ambientale, le migliori tecnologie disponibili per abbattere le diossine. Già oggi sono disponibili tecnologie per abbassare le emissioni di diossine a 0,1 nanogrammi a metro cubo. Pertanto, chiediamo di aprire una vertenza sulla questione diossina per l’adozione di tecnologie ecocompatibili che tutelino sia l’occupazione sia la salute, avendo presente che la situazione è ancora più grave se si considera che anche altri impianti producono diossina». Dal segretario generale della Uil regionale parte un appello al Comune e alla Provincia di Taranto e alla Regione Puglia affinchè si attivino immediatamente in tal senso. «Chiediamo al Ministero dell’Ambiente che all’Autorizzazione Integrata Ambientale possano partecipare sindacati e cittadini con le loro proposte. E chiediamo che, nell’ambito dell’AIA, l’autorizzazione alle emissioni sia subordinata all’abbassamento di tali emissioni sotto il limite di 0,4 nanogrammi», afferma Pugliese. «La situazione è grave. Taranto è diventata la Seveso del Sud. Al sottosegretario all’Ambiente Laura Marchetti chiediamo un intervento a tutela dei cittadini di Taranto e della Puglia intera», conclude il sindacalista.
Allegati
Diossina, superati 27 volte i limiti europei
202 Kb - Formato pdfDiossina: L'articolo del corgiorno in merito ai limiti europei superati ben 27 volte
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network