"Sussistono problemi per l'Area Industriale di Brindisi e per l'ENI di Taranto"
BARI - A sottolinearlo è il presidente di Confindustria Puglia Nicola De Bartolomeo ricordando che " Brindisi le decisioni assunte in seno alla Conferenza di servizi svoltasi al Ministero dell’Ambiente - che fra l’altro imporrebbero alle aziende insediate per la difesa della falda opere di confinamento imponenti e oltremodo costose -rischiano di bloccare investimenti già programmati da tempo come quello della multinazionale Basell dell’importo di 34 milioni di euro che ora potrebbero trasferirsi all’estero in altri siti produttivi di quella società".
Secondo De Bartolomeo "l’intero polo chimico di Brindisi rischia così un declino che sul medio periodo potrebbe prefigurane anche il tracollo, con esiti drammatici sia sull’occupazione diretta di quel comparto e sia su quella indotta in diverse piccole e medie imprese di manutenzioni impiantistiche, guidate da operatori che si sono specializzati da tempo in subforniture di qualità al servizio dei gruppi Polimeri, Basell, Exxon Mobil, Chemgas, Aventis Sanofi, Enipower, Enel ed Edipower".
"La Confindustria Puglia - da sempre interessata peraltro insieme alla Confindustria di Brindisi ad una difesa equilibrata degli ecosistemi caratterizzati da insediamenti di grandi impianti di processo - alla luce anche delle recenti manifestazioni unitarie delle maestranze del settore chimico volte ad ottenere una revisione dei prescritti interventi di bonifica che appaiono - nella specifica zona industriale di Brindisi - bisognosi di una rimodulazione funzionale - rileva ancora De Bartolomeo - nell’esprimere la propria solidarietà a tutti i soggetti impegnati nel raggiungimento di quest’obiettivo, dichiara la sua disponibilità a compiere le azioni necessarie e rientranti nelle proprie competenze, finalizzate alla modifica delle prescrizioni riguardanti la bonifica e la salvaguardia ambientale del sito industriale della città".
Taranto invece - ove nei mesi scorsi l’Eni ha presentato alle autorità competenti per le relative autorizzazioniun massiccio piano di investimenti di 1 miliardo di euro per il raddoppio delle capacità di lavorazione della locale raffineria, il potenziamento e la riconversione della sua centrale elettrica e la costruzione di due oleodotti verso Brindisi e Nola, lavori che prevedono l’impiego di oltre 1.000 unità di cantiere nella fase di realizzazione degli impianti e un’occupazione aggiuntiva di 130 unità a regime - sottolinea ancora il presidente di Confindustria Puglia - alcune prese di posizione di associazioni ambientaliste, se male interpretate dagli organi istituzionali, rischiano di rallentare gli iter autorizzativi di quell’investimento sino ad auspicarne addirittura l’annullamento". "Anche in questo caso la Confindustria Puglia, in piena sintonia con la Confindustria di Taranto, ritiene che i massicci investimenti dell’Eni - da autorizzarsi nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela ambientale e contenimento dell’impatto sull’ecosistema di insediamento - precisa ancora De Bartolomeo - debbano essere realizzati anche per potenziare le capacità di raffinazione di un impianto come quello ionico ove giunge il petrolio estratto in Basilicata e da dove partirebbe in condotte sotterranee la virgin nafta per lo stabilimento della Polimeri di Brindisi, azzerando così l’impatto ecologico derivante dal suo trasporto su gomma e via nave".
"La Confindustria Puglia, pertanto - conclude de Bartolomeo - ritiene opportuno richiamare ancora una volta l’attenzione delle autorità preposte e di tutti i soggetti del partenariato sociale sulla necessità che la pur doverosa tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini si coniughi con la promozione dello sviluppo economico e della crescita occupazionale, consentendo così ai territori interessati di cogliere tutte le opportunità derivanti dalla presenza degli impianti chimici e petrolchimici e dagli investimenti che vi sono previsti e che assumono particolare valenza anche per l’intera economia nazionale".
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