Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Intervento di Fulvio Colucci sulla Gazzetta del Mezzogiorno

Fabbrica e città: Dialogo da riaprire

“Quell’arcobaleno – hanno spiegato i ragazzi dell’Ilva lasciandoci e citando la poesia di un loro compagno - è l’alito, la brezza, il respiro, di chi non c’è più”
22 agosto 2007
Fulvio Colucci

ILVA di Taranto Nel finale di trama, disegnato l’altro giorno dall’inchiesta fra i ragazzi dell’Ilva, l’intreccio si sgrana dipanando interrogativi inquietanti più delle morti bianche, più del solco fra uomo e fabbrica, più del “ricatto occupazionale”, più del nero che colora la paura e della polvere che disegna, dentro e fuori la fabbrica, “paesaggi lunari”, non solo dal punto di vista ambientale. Della diffidenza dei giovani operai si è detto. Verso gli organi di informazione e verso la città. La città degli occhi chiusi, la città che non parla, che guarda altrove, che fa finta di niente, che pensa di cavarsela immaginando un buco nero, oltre il “nero ” del quartiere Tamburi. La città che deve sapere e riflettere: ogni giorno, e non solo sotto la spinta emotiva di titoli ad effetto.

Non si può morire per mille euro al mese o poco più, certo.

Ma i sindacati e la politica tarantina dove sono? Possono pensare ancora di sanare il conflitto con i comunicati stampa post mortem dopo il “solito” incidente in fabbrica? O con il risiko delle tessere d’iscrizione o della tombola delle adesioni agli scioperi? Possono sperare ancora che il toccasana sia nel senso di appartenenza alla sezione di partito? Quel passato non torna.

C’è stato addirittura uno scontro generazionale all’Ilva, era la fine degli anni ’90, tra padri e figli. I primi ancorati con ostinazione, e fino all’estinzione, al vecchio, combattivo, modello di relazioni sindacali. I secondi sempre più prossimi al crinale dell’indifferenza dove sono finiti gran parte dei rapporti tra proprietà e lavoratori. Si è così lasciata l’iniziativa al drammatico “altrove”, fatto di silenzi e di rifiuti, in cui si sono rifugiati i ragazzi dell’Ilva.

A politica e sindacati tocca il compito di guardare in faccia i giovani operai, di cercare i loro volti, le loro voci, i loro occhi, le loro parole. A politica e sindacati tocca andare controcorrente per riavvicinare fabbrica, lavoratori e città nel segno della sicurezza (e del rispetto dell’ambiente). Attraverso un riconoscimento vero, effettivo, non formale, delle posizioni reciproche. Qui non ci sono intese da sottoscrivere, ma vertenze da sanare. Attraverso uno scatto di fantasia e un orgoglio persi difendendo, negli ultimi decenni, “rendite di posizione”. Sul piatto del negoziato deve giocare un ruolo fondamentale la paura e il desiderio di non perdere una generazione. Lo chiedono i vivi, ma soprattutto i morti.

Lo chiede quell’arcobaleno, che costeggiando lo stabilimento, vedi salire ogni mattina dai parchi minerali irrorati d’acqua. “Quell’arcobaleno – hanno spiegato i ragazzi dell’Ilva lasciandoci e citando la poesia di un loro compagno - è l’alito, la brezza, il respiro, di chi non c’è più”. Una divinità forse. Alla quale smettere di offrire sacrifici.

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
    Taranto Sociale
    L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico

    Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione

    Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."
    11 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)