Il caso Taranto a Tokyo
La dimensione straordinaria, l’incredibile portata delle emissioni in associazione con importanti inquinanti e stime di produzione, comunque, superate: è l’aspetto che, nel rapporto sulle emissioni di diossina da parte dell’Ilva di Taranto, ha interessato maggiormente la comunità scientifica internazionale nell’ambito del “Dioxin 2007”, il 27° International Symposium on Halogenated Persistent Organic Pollutants che si è tenuto a Tokyo dal 2 al 7 settembre. E’ qui sono stati illustrati in anteprima i dati sul campionamento dei fumi emessi dal camino E312. Ad eseguire dall’11 al 16 giugno scorso i rilevamenti, a Taranto, si sono alternati - come è noto - tecnici di Arpa Puglia, dell’Istituto nazionale di Chimica dell’ambiente (a cui l’Arpa si è affidata per le analisi) e del Consiglio nazionale delle ricerche a cui si è affidata l’Ilva. I campioni ottenuti attraverso l’utilizzo di una sonda al titanio, capace di captare gas e polveri, sono stati analizzati all’Istituto nazionale di chimica dell’ambiente a Porto Marghera e presso i laboratori dell’Istituto inquinamento atmosferico del CNR a Roma.
A presentare, invece, nel contesto internazionale la relativa relazione è stato l’ing. Roberto Primerano, che, dopo il dottorato di ricerca presso la Facoltà di Ingegneria di Taranto, lavora per l’Arpa Puglia ed è componente del folto gruppo di lavoro, di cui fanno parte altre autorità scientifiche, costituito per seguire le attività di monitoraggio delle diossine. Ed ora i dati, attesissimi perché frutto di una prima rilevazione (in passato si è proceduto appunto con stime), saranno resi noti in Italia lunedì prossimo da parte dall’Arpa nell’ambito dell’annunciato ed atteso rapporto che, utilizzando un linguaggio più comprensibile ai più a differenza dei primi dati anticipati nelle settimane passate e rivolti agli addetti ai lavori, sintetizza e raffronta le valutazioni dell’Arpa con quelle dell’Ilva e del Cnr. Enti che, avendo effettuato i campionamenti contemporaneamente nello stesso periodo, dovrebbero sostanzialmente convergere nelle valutazioni.
I calcoli effettuati su queste rilevazioni evidenzierebbero che sarebbe superata quella che prima era la stima della stessa Arpa, fatta sulla base di alcuni calcoli, di 103 grammi di produzione annua di diossina per il 2007. Stime superate, dunque, ma sempre nei limiti previsti dalla normativa italiana. Proprio questo dei limiti sarà uno dei problemi di più urgente attenzione da parte di tutti.
I limiti di produzione di diossina previsti a livello europeo sono, come l’associazione Peacelink ha evidenziato, molto più severi. E, soprattutto, sono stati già adottati da altri Paesi europei e, in Italia, dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Considerazione dei limiti ed applicazione delle Bat (le migliori tecnologie) per la riduzione delle emissioni intrecceranno le problematiche legate al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte del competente Ministero dell’Ambiente. Altrettanto auspicabile sarebbe, poi, uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione esposta a tali emissioni. Insomma, una tappa significativa quella raggiunta, ma ancora agli inizi.
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