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Marescotti interviene sulle dichiarazioni dell'onorevole Franzoso.

"Ci indignano le dichiarazioni dell'on Franzoso sulla diossina"

Rimaniamo indignati di fronte al fatto che un rappresentante di Taranto nel parlamento italiano attacchi l'Arpa quando l'Arpa chiede una maggiore tutela della salute dei tarantini. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini che hanno a cuore la difesa della città di Taranto, dell'ambiente e della salute.
20 settembre 2007
Alessandro Marescotti

ILVA di Taranto L'onorevole Pietro Franzoso - di fronte ai gravi dati di inquinamento da diossina diffusi in questi giorni - ha scelto di attaccare frontalmente l'Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) che ha effettuato le rilevazioni della diossina stessa. Per l'on. Franzoso la "colpa" dell'Arpa sarebbe quella di avere richiesto l'applicazione a Taranto delle norme europee sulla diossina, ben più severe di quelle italiane. La determinazione con cui l'on. Franzoso difende la lassista normativa Italiana sulla diossina - che è la peggiore in Europa - ci lascia allibiti.

Rimaniamo indignati di fronte al fatto che un rappresentante di Taranto nel parlamento italiano attacchi l'Arpa quando l'Arpa chiede una maggiore tutela della salute dei tarantini. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini che hanno a cuore la difesa della città di Taranto, dell'ambiente e della salute. Ci rivolgiamo agli ammalati di cancro e a chi vive in famiglia questa grande sofferenza. Ci rivolgiamo a tutti coloro che votano con la propria testa. Ci rivolgiamo a chi ha votato Forza Italia e non vuole ammalarsi di inquinamento.

Per favore: non votate più l'on. Pietro Franzoso.

Lo diciamo senza faziosità e senza alcun intento offensivo. Lo chiediamo con il massimo rispetto delle idee di ciascuno e riconoscendo all'on. Franzoso il pieno diritto di esprimere le sue. Lo chiediamo tuttavia in nome di una politica più alta e più rispettosa della salute e dell'ambiente.

L'on. Franzoso parla di "imbrobabili comparazioni europee": forse Taranto non appartiene all'Europa? Parla addirittura di "ingerenza" del direttore dell'Arpa "in tema di legislazione nazionale" e lo accusa di "lanciarsi in crociate ambientaliste".

Evidentemente l'Arpa - nella mente di qualcuno - ha sbagliato. La "colpa" dell'Arpa è quella di aver confermato i dati diffusi da PeaceLink sulla diossina. PeaceLink aveva riportato in un suo dossier una stima di 93 grammi/anno di diossina sulla base dei dati Ines relativi al 2005. L'Arpa ora ne ha registrati in questo 2007 addirittura di più: fino a 119 grammi/anno. Il dossier di PeaceLink - che ha fatto scoppiare su Internet il "caso diossina" in Italia - esce così notevolmente rafforzato dopo il monitoraggio Arpa.

Se con 93 grammi/anno Taranto aveva il 90,3% di tutta la diossina inventariata sul sito del Ministero dell'Ambiente (dati Ines/Apat 2005) ora con i 119 grammi/anno rilevati dall'Arpa oltrepassiamo di gran lunga il 90,3%.

E non si dimentichi questo particolare: alla luce di questi dati Arpa, Riva non ci può querelare per "procurato allarme" e "diffusione di notizie false e tendenziose". Riva ha perso la sua battaglia mediatica. Si è trovato di fronte a valori di diossina, emessi dall'Ilva, che non hanno pari nelle città europee.

I dati Arpa confermano Taranto al vertice della classifica nazionale per un inquinamento in atto da diossina di fonte industriale. Lo scoop del settimanale "L'Espresso", basato anche sul dossier di PeaceLink, viene anch'esso confermato: Taranto era definita "il pozzo dei veleni". Ricordiamo che basta un miliardesimo di grammo di diossina per mettere in pericolo la salute di un essere umano.

Ma l'on. Franzoso sembra preoccupato che l'Arpa chieda l'adozione la normativa europea a Taranto! Ecco la sua preoccupazione! Incredibile!

Ai suoi elettori e a tutti gli elettori in buona fede chiediamo uno scatto di orgoglio: non dategli più il voto. Lo diciamo come associazione ambientalista che è sempre stata al di sopra della competizione politica e che non ha mai risparmiato critiche a nessuno. Ma ora il limite della nostra tollerabilità è stato superato. Ed è stato superato non solo dalla diossina ma anche dalle incredibili dichiarazioni dell'on. Pietro Franzoso.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink

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Diossina, Franzoso attacca Assennato: «Valuti i dati e non faccia politica»
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«Sorprendono le dichiarazioni a margine della relazione Arpa, del professor Assennato. Il direttore dell’agenzia regionale per l’ambiente dovrebbe valutare la conformità delle rilevazioni ambientali alla legge, non commentare i regolamenti e le norme del Parlamento, né invocare deroghe rispetto ai vincoli posti dal legislatore». A muovere le critiche, dopo la pubblicazione dei dati sulla diossina, è il parlamentare di Forza Italia Pietro Franzoso. «L’elaborazione di un testo legislativo in materia ambientale è necessariamente legato a valutazioni che tengono conto anche del contesto economico, sociale, produttivo, di ogni paese, che non può essere raffrontato con quello di altre nazioni europee», spiega Franzoso che attacca: «Il professor Assennato, che a quanto mi risulta non è il componente di un comitato ambientalista, ma il direttore di una agenzia regionale in materia di tutela di aria acqua e suolo.

Dovrebbe esimersi dal lanciarsi in crociate ambientaliste. Le sue affermazione, che sembrano delle ingerenze in tema di legislazione ambientale, creano confusione e disorientamento nell’opinione pubblica e generano apprensione sulla diffusione di dati e misurazioni degli inquinanti che, stando a quanto appreso, rientrano abbondantemente nei livelli previsti dalla
legge».

Secondo Franzoso le dichiarazioni di Assennato «rischiano di compromettere i già precari assetti dell’equilibrio industriale ionico. Un settore che vive da anni un lento e inesorabile processo di impoverimento». Il parlamentare difende l’Ilva: «Stando alle accreditate rilevazioni Arpa, l’Ilva rispetta le disposizioni di legge. Il siderurgico, in base a quanto sottoscritto nell’atto di Intesa, si muove nel solco della tutela dell’ecosistema». Franzoso attacca infine gli Enti territoriali di centrosinistra: «Non difendono il patrimonio ambientale, perdono tempo e finanziamenti, ridcuendo la provincia ad una discarica».

E prende posizione anche l’Ilva per dire che «come già fatto in questi giorni dall’Arpa Puglia, non esiste pericolo per la salute dei cittadini e che certi allarmismi sono ingiustificati. L’Ilva - dice la nota dell’azienda - concorda con l’Arpa che l’attuale situazione emissiva dei propri camini sia con il tempo migliorabile. Proprio a tale proposito l’azienda ringrazia l’Arpa Puglia e il Cnr per il prezioso lavoro svolto. I numerosi dati raccolti saranno fondamentali e rappresenteranno un’ottima base di partenza per il percorso di adeguamento degli impianti che l’Ilva ha deciso di intraprendere con l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili. Tale percorso - dice ancora l’Ilva - rientra nella logica e consueta attività di cospicui investimenti che da sempre l’azienda ha destinato per migliorare lo stabilimento tarantino, il più importante del gruppo Riva».

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