«Ambiente, la politica dia un segnale»
Lo dice Lucio Lonoce capogruppo della Margherita in consiglio comunale per il quale in questo contesto in movimento risulta assolutamente assente la voce della città. «Sono quarant’anni - spiega - che Taranto vive, convive e sopravvive alle grandi industrie. Insediamenti che hanno prepotentemente occupato la vita di questa gente di mare che per l’utopia del “posto fisso” ha ingoiato veleni e abusi senza mai riuscire ad addrizzare quella schiena malandata o forse aggredita da qualche cancro senza speranza».
In vista della prossima riunione che si terrà in Prefettura il 9 ottobre per la verifica dello stato del protocollo d’intesa alla base di una nuova, ennesima, collaborazione tra i vari Enti preposti al controllo dello stato di salute di questo povero territorio per Lonoce, dunque, sarebbe significativo che la città desse un segnale. A cominciare dalla politica.
«Immagino - evidenzia - la possibilità che il Consiglio comunale, facendo propria l’iniziativa dell’assessore Bruno Pastore, si esprimesse in maniera congiunta, maggioranza e minoranza per una volta schierati a prescindere dalle singole appartenenze partitiche, affinché possa essere avviata una seria e concreta politica ambientale per Taranto, licenziando un documento condiviso per chiedere al Governo il recepimento della normativa europea. E perché no, lo stesso potrebbero fare il Consiglio provinciale e quello regionale per porre il Ministro dell’ambiente di fronte ad una scelta obbligata: salvare
questa terra».
Sul tavolo del Governo centrale esiste già un capitolo dal titolo Vertenza Taranto. «Sarebbe, forse, opportuno - precisa il capogruppo consigliare della Margherita - che oltre di dissesto a Roma si occupassero anche di questi veleni. Da più parti ci ricordano che Taranto è una città ad alto rischio ambientale. Bene, è assurdo, allora, che qui, dove si produce il 90% della diossina nazionale, non si prendano le dovute precauzioni.
Non mi esprimo in quanto uomo prestato alla politica, ma vorrei dare voce, piuttosto, a tutte le famiglie che vivono ogni giorno la drammaticità della malattia. Ogni tarantino è stato sfiorato dal dramma del cancro. Le leucemie a Taranto sono in vertiginoso aumento; le nubi tossiche sempre più subdole si insinuano con sempre maggiore facilità nelle nostre case. Ma a Taranto non esiste un registro tumori; a Taranto sono state soppresse le centraline di monitoraggio ambientale, a Taranto non esistono dati raffrontabili se non quelli ottenuti dalla campagna di monitoraggio avvenuta a Giugno; a Taranto, sul camino E-312 non esiste un sistema di campionamento continuo; a Taranto, però, si continua a morire».
Articoli correlati
- Lettera ai sostenitori di PeaceLink
ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink - Ottobre 2024
Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024
Sociale.network