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L’assenza totale del vento, oppure una direzione di provenienza specifica, contribuiscono ad acuire l’intensità

Nubi tossiche: interessati vento, pressione e temperatura

Nelle prime ore della notte del 14 settembre il vento sulla nostra città soffiava debolmente da ovest nord-ovest ed è questo il motivo per il quale la nube ha mostrato i suoi effetti più dannosi nella zona meridionale del nostro capoluogo
4 ottobre 2007
Vincenzo Vardaro
Fonte: Corriere del Giorno

ILVA di Taranto Il fenomeno delle nubi tossiche è, evidentemente, connesso alla circolazione dell’aria al suolo e nello strato d’aria superiore adiacente. In definitiva è il vento, con la direzione di provenienza e la sua velocità, a volte anche una sua totale assenza, a contribuire all’intensità del fenomeno. Difatti, l’ammorbamento dell’aria provocato dalle emissioni degli impianti industriali che insistono sul nostro territorio nella zona compresa tra ovest e nord-ovest, è un fenomeno pressoché quotidiano.

L’assenza totale del vento, oppure una direzione di provenienza specifica, contribuiscono ad acuire l’intensità, addirittura anche ad alcuni chilometri di distanza dalla fonte inquinante. Nelle prime ore della notte del 14 settembre il vento sulla nostra città soffiava debolmente da ovest nord-ovest ed è questo il motivo per il quale la nube ha mostrato i suoi effetti più dannosi nella zona meridionale del nostro capoluogo (Montegranaro, Taranto 2, Salinella).

Il fenomeno, anche in virtù della quantità di gas prodotti dalle ciminiere, può assumere connotati maggiori se, dopo una nottata con totale calma di vento, nelle prime ore del mattino si instaura una brezza debole, che normalmente inizia da ovest sud-ovest, determinando il riversamento di una cospicua quantità di gas accumulati, abbattendoli verso il suolo.

Inoltre trent’anni di rilevazione dei parametri atmosferici sulla nostra città, ho potuto constatare che, a volte, si manifestano particolari situazioni meteo, caratterizzate da alta pressione atmosferica ed elevato tasso di umidità, che nelle nottate calme, può intensificare le situazioni inquinanti che, quindi, sono molto più frequenti di quanto si creda, anche se ci si accorge solo in casi particolari e più conclamati.

Occorre aggiungere, inoltre, che in special modo durante la stagione più fredda, una situazione meteorologica del tipo dinanzi descritto, può produrre ulteriori problemi per il tipico fenomeno dell’inversione termica. In effetti, la temperatura dell’aria con questa situazione anziché decrescere come avviene in atmosfera tipo, tende ad aumentare, sia pur di poco, nello strato d’aria in cui le ciminiere versano gli scarichi inquinanti.

Tali sostanze, pertanto, rimangono, per così dire, intrappolate anche per molte ore, riversandosi, successivamente, in zone limitrofe, con l’inizio di una nuova ed incipiente ventilazione che tende a diffondere gli inquinanti in forma via via più diluite anche in zone più distanti.

Vincenzo Vardaro
Taranto

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