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Mai come in questo periodo ho il piacere di leggere e sentire del problema deii'inquinamento a Taranto

Finalmente l'inquinamento è un problema sentito

E' uno shock per me apprendere come l'incidenza dei tumori sia diversa fuori dai nostri confini territoriali. Bisogna riportare Taranto alla normalità di un'incidenza quanto meno nella media.
10 ottobre 2007
Gianluca Giacovelli
Fonte: Corriere del Giorno - 06 ottobre 2007

Gentile Direttore,
ILVA di Taranto le scrivo a proposito della questione ambientale della nostra città. Mai come in questo periodo ho il piacere di leggere e sentire del problema dell’inquinamento di Taranto. Se ne parla per strada, negli uffici, in pubblici dibattiti ed in convegni, a livello nazionale come a livello locale, per bocca del cittadino, del professionista, del tecnico. Ma quel che più conta è che se ne parla come di un problema di Taranto, dei tarantini, non più come del capriccio di un manipolo di ambientalisti.

Mi creda direttore, non sono un pessimista, né un estremista dell’ambiente, ma sento di avere una coscienza che mi porta a pensare che il riscatto della nostra comunità non può che partire da qui, cioè dalla salute e dalla difesa della vita puntando tutto sulla differenziazione della nostra economia. Si stenta ad ammettere la relazione diretta che intercorre tra l’inquinamento e le malattie tumorali ed in troppi fanno leva sulla difficoltà di dimostrare questa circostanza, ma si tratta pur sempre di una presunzione confortata dalle statistiche riguardanti il numero di malati presenti in prossimità di grossi insediamenti industriali. Taranto è tra le città con maggiore concentrazione di industrie pesanti in Europa, tutte, per di più, insediate a ridosso del centro abitato della città.

Ora finalmente si inizia ad intravedere la possibilità di censire l’inquinamento ed i suoi agenti con controlli sul campo e non più sulla base di stime redatte dalle stesse industrie, come avvenuto finora.

Mi auguro che Regione ed Arpa continuino nello sforzo intrapreso e prevedano stanziamenti all’altezza della situazione che siamo costretti a subire da anni. Di diossina abbiamo sentito tanto parlare in questi mesi, ma ci sono sostanze altrettanto dannose che vanno monitorate e ridotte. Perfino un profano come me, ad esempio, sa cosa sia l’arsenico, uno dei più potenti composti tossici in circolazione…ebbene c’è anche quello nell’aria che respiriamo a Taranto. Insomma ci sono validi motivi e sempre più fondati pareri medici che consigliano di presumere come valido questo rapporto causa-effetto, ma soprattutto ci sono i nostri malati a mostrarcelo ogni giorno e non c’è più tempo da perdere.

Veda direttore, è stato uno shock per me apprendere come l’incidenza dei tumori sia diversa fuori dai nostri confini territoriali. Conosco ed ho conosciuto moltissime persone malate di cancro e ho la possibilità di confrontarmi con tante persone che testimoniano altrettante conoscenze e altrettanto sconforto e dolore. Sono cresciuto con la rassegnazione di chi sapeva che il cancro è il male del secolo ed ho sempre rivolto il mio sguardo ad associazioni come l’airc, l’ail, l’ant, con la fiducia di chi attende segnali di speranza dalla ricerca scientifica. Poi la drammatica scoperta che da noi l’incidenza di questo male infame e spietato è ben più alta che altrove e le medie lo dimostrano. Per di più i dati che si hanno fanno riferimento ai malati curati in città, senza che ci sia traccia di quanti si affidano ai tristemente noti “viaggi della speranza”: Bari, Milano, Genova, li conosciamo molto bene tutti, purtroppo.

Nel mondo si cerca di debellare il cancro mentre qui c’è da portare avanti un discorso ancora più urgente, che è quello di riportare Taranto alla normalità di un’incidenza quanto meno nella media, è bene che quanti ci amministrano se ne rendano ben conto. Non mi sento a mio agio a vestire i panni di chi snocciola tanta apprensione, ma è bene che si chiamino le cose col loro nome ed io, direttore, oltre che sconfortato da quanto vedo, ho paura.

Per i miei cari, per me, per il futuro dei figli che avrò.

Ne vediamo e sentiamo troppe e nella mia micro-realtà constato con sgomento che certe malattie non conoscono più età, l’ospedale “Gaslini” di Genova è pieno di bambini della nostra città, basta sentire i dottori che vi operano. Basta rassegnarsi a questo destino ineluttabile, qualcosa si può e si deve fare, cominciamo a farlo seriamente.

Gianluca Giacovelli
Taranto

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