I Ds: ecco le nostre idee sul porto di Taranto
La commissione, dice Conte, è stata celere nel portare «a compimento questa fase preliminare» adesso l’auspicio «che anche nelle prossime fasi si riesca a realizzare la medesima intesa inter-istituzionale» partendo appunto dal Consiglio comunale. E in vista di quest’appuntamento, ci sono le osservazioni e le proposte dei Ds e di Confcommercio.
Per i Ds, in particolare, il piano regolatore «deve essere in grado di utilizzare le ingenti risorse finanziarie destinate al porto di Taranto che da nostri calcoli tra quelle già a disposizione della Autorità portuale e quelle previste nelle Finanziarie 2007 e 2008 non sono meno di 170 milioni di euro. Molte altre se ne potranno ricavare da diverse fonti. E’ quindi necessario avere la capacità di investire e per questo serve il nuovo piano regolatore». «Con tali risorse e con le necessarie ulteriori attività ed azioni si devono risolvere alcune delle principali criticità del porto», ovvero, dicono i Ds, «la destinazione delle nuove aree ad attività commerciali, con particolare attenzione ai singoli operatori marittimi, e di transhipment a servizio della logistica retro portuale».
Invece oggi, dicono i Ds, «il porto è quasi monopolizzato dall’industria (Ilva, Agip e Cementir) o da singoli operatori commerciali (Tct) che occupano la stragrande maggioranza delle banchine e movimentano la maggior parte delle merci (84% industria e 16% commerciale nel 2006)». Poi bisogna «costruire e/o ampliare rapidamente le banchine previste dal piano regolatore, realizzare i fondali necessari alle nuove esigenze delle grandi navi da trasporto e bonificare le aree libere a terra». Bisogna anche, dicono i Ds, «impegnarsi per i dragaggi, quantificati in non meno di 6 milioni di metri cubi, su cui deve attivarsi tempestivamente il ministero dell’Ambiente, risolvere i problemi di movimentazione delle rinfuse, in particolare quelle svolte sul molo polisettoriale e che danneggiano le attività di Tct».
I Ds dichiarano poi di condividere «la scelta del piano regolatore portuale di aprire una relazione con la città (Distripark, water-front, Molo S. Eligio, affaccio della Città vecchia etc.) che consentirà concretamente di creare uno stretto legame tra il porto e la città da attuarsi nelle successive azioni che dovrà mettere in capo l’amministrazione comunale. Così come opportuna ci appare la scelta di rendere il piano flessibile per affrontare le mutevoli esigenze che in uno scenario di medio termine (10-15 anni) possono aprirsi.
Tra i problemi che invece riteniamo non risolti e che necessita affrontare in altro modo - sostengono i Ds - c’è la conferma, al secondo sporgente del porto, delle attività di carico e scarico di materie prime dell’Ilva, che non pochi problemi crea al molo S. Eligio ed alla vicina Città vecchia. Comprendiamo che non è possibile risolvere tale problema con il piano regolatore, ma la questione va sicuramente riproposta in termini negoziali, e nelle forme più opportune, con l’Ilva per ridurre concretamente uno dei tanti fattori inquinanti della città».
E ancora, dicono i Ds, «opportuna ci appare la scelta di non prevedere specificatamente l’insediamento di un rigassificatore, ipotesi che dovrà essere eventualmente valutata singolarmente, specificatamentee con il pieno coinvolgimento della città». Poi, aggiungono i Ds, «altri aspetti su cui si dovrà porre necessariamente la massima attenzione riguarda il piano di sicurezza dell’area portuale (legge Seveso), ma noi aggiungiamo dell’intera area industriale ancora oggi non elaborato.
In conclusione - dicono i Ds - l’intesa incondizionata sul piano regolatore va approvata rapidamente. Contemporaneamente si dovrà attivare un’azione parallela, che coinvolga anche l’Autorità portuale, e che punti a semplificare ed accelerare le procedure burocratiche, utilizzare i finanziamenti disponibili e ricercarne di nuovi, realizzare le bonifiche ed i dragaggi, collegare la rete ferroviaria, puntare alla diversificazione delle attività portuali ed in particolare alla sua caratterizzazione commerciale-logistica».
Per Confcommercio, invece, ora deve esserci «l’approvazione definitiva dell’importante strumento di pianificazione urbanistica dell’area portuale». Incassato il via libera della commissione Assetto del territorio, è «importante - sottolinea Confcommercio - che il vantaggio acquisito venga utilizzato al meglio» giacchè «è stata rispettata una tempistica che non rientra negli standard soliti ai quali purtroppo la burocrazia ci ha abituati». Un’approvazione così veloce da parte della commissione viene definita da Confcommercio «una prova di responsabilità politico- amministrativo che auspicheremmo improntasse ogni atto degli Enti locali, soprattutto laddove l’azione istituzionale si riflette su lo sviluppo e la crescita del territorio».
Commentando poi le parole del presidente Conte, per il quale per avviare i dragaggi, oggi bloccati, sarebbe opportuna «una legge obiettivo ad hoc», Confcommercio dice che «sarebbe importante che su questa strada, che sembra la più funzionale a superare i vari blocchi che si frappongono alla realizzazione del progetto, ci fosse un’azione di pressing a livello governativo da parte delle forze politiche locali e regionali. Ogni mese perso può avvantaggiare i porti concorrenti del Mediterraneo che si avvalgono di fondali più profondi e che, disponendo di attracchi idonei all’approdo di navi di ultima generazione, sono più rispondenti alle richieste dei vari vettori»
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