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«Il dato della qualità dell’aria è un dato fondamentale, sul quale è necessario battersi con coerenza»

Legambiente: «La qualità dell’aria resta il dato per il quale battersi»

«Sì, è certamente positivo il fatto che Taranto sia risalita di 20 posizioni, ma va rilevato che il dato è dovuto in buona sostanza al fatto che quest’anno sono state consegnate molte più schede compilate dell’anno scorso».
17 ottobre 2007
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

- Lunetta Franco, responsabile a Taranto di Legambiente, gioca in casa. Da anni Legambiente a livello locale si batte per un concetto di ecosistema urbano e qualità ambientale che si basi su atti concreti, non su semplici enunciazioni di principio. Oggi giudica il rapporto 2008 della propria organizzazione ricco di chiaroscuri quanto al caso-Taranto. «Uno dei problemi principali - dice la Franco - era e resta quello della qualità dell’aria. Il rapporto Legambiente prende in considerazione solo le emissioni di biossido di azoto, ozono, benzene e Pm10.

Non sono valutate emissioni che purtroppo nella nostra realtà rivestono un’importanza particolare: le diossine, il Pm2.5, l’anidride solforosa, il biossido di carbonio. Comunque già solo valutando i dati forniti nel rapporto Legambiente sono evidenti dei superamenti dei valori-soglia. Il dato della qualità dell’aria è un dato fondamentale, un tasto sul quale è necessario battere sino alla risoluzione dei problemi, come abbiamo sostenuto anche all’indomani della riunione del Tavolo tecnico sull’atto d’intesa e dopo la proposta dell’Ilva della barriera di tela alta 21 metri che abbatterebbe solo le polveri minerali e non certo le ben più pericolose polveri sottili».

Per la Franco non si tratta di una battaglia contro i mulini a vento. «Le Bat e le nuove tecnologie - dice la responsabile di Legambiente – rendono possibile abbattere in maniera sostanziale le emissioni inquinanti. Gli enti locali devono rendersi parte attiva nel pretendere questo sforzo da parte delle industrie, senza cedere al ricatto dello “scambio” con ampliamenti degli impianti o aumenti della produzione».

L’altro punto dolente, per la Franco, è la questione della raccolta rifiuti. «Basti dire che il rapporto la colloca per Taranto al 7.1%, ma il dato del solo capoluogo è intorno al 3%. E l’obiettivo delle norme nazionali si attesta sul 45%. Cifre che si commentano da sole. La differenziata dal 2005 al 2007 è letteralmente crollata. L’Amiu ci aveva presentato un piano che noi valutammo criticamente perchè di fatto era solo un elenco di buone intenzioni. Vi si parlava anche della installazione a settembre di cassonetti per la raccolta monomateriale: siamo a metà ottobre, dove sono questi contenitori?».

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